“Aqua e tera” di Dario Franceschini (ed. La Nave di Teseo): è un romanzo di un amore a Ferrara, nella terra di Balbo, Matteotti e don Minzoni. Una bellissima storia di lotta – scrive Viola Ardone – di antifascismo, di amore e di diversità che fotografa il presente partendo da lontano. Una scrittura che con rara sensibilità si fa lingua del cuore».
Dopo la fine del primo conflitto mondiale, nelle campagne ferraresi esplode la rabbia di migliaia di braccianti, sfruttati da decenni nei lavori di bonifica delle valli infestate dalla malaria. I Callegari sono una famiglia di scariolanti e lavandaie che attraversano questo universo di miseria e idealismo, di acqua e terra, in cui sono le donne, prima tra tutte Ginisca, a cercare di cambiare il destino delle loro figlie. La provincia di Ferrara dopo la guerra si trova sotto il dominio incontrastato delle leghe rosse, poi viene travolta dalla reazione delle squadre di camicie nere ed è in questo clima di odio e violenza che si incontrano Tina e Lucia, figlie di un agrario fascista e di un capolega socialista.