sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

2024: ODISSEA ELETTORALE

Nel 2024 saranno chiamati al voto più di quattro miliardi di abitanti. Sarà l’anno “più elettorale” di sempre: oltre 50 elezioni nel mondo, alle urne 76 Paesi non tutti esempi di trasparenza e libertà. Assisteremo a una specie di odissea elettorale di progressisti e ultraconservatori. Soltanto in Europa voteranno in 400 milioni con l’estrema destra che potrebbe cambiare gli assetti del nuovo parlamento. Ma il vento della destra-destra soffia anche in America dove Donald Trump viene dato in vantaggio sul presidente uscente Joe Biden.

Complessivamente la popolazione dei Paesi in cui si terranno le elezioni nel 2024 ammonta a 4,1 miliardi di persone, ovvero il 51% degli abitanti del pianeta. Sette Paesi tra i più popolosi del mondo terranno le elezioni: India, Stati Uniti, Indonesia, Pakistan, Bangladesh, Messico e Russia.

Tra 6 e 9 giugno saranno 400 milioni gli europei chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento (accade ogni cinque anni). Viene considerata la più grande elezione democratica al mondo. Si vota nei 27 Stati membri e diversi partiti euroscettici e di estrema destra potrebbero cambiare gli assetti del nuovo Parlamento.

L’Italia è rappresentata da 76 deputati eletti con un sistema di tipo proporzionale, in cui ogni partito nazionale fa parte di un più ampio gruppo politico al Parlamento europeo.Le destre hanno spostato di recente l’asse politico interno in importanti Stati europei, nel nostro ma anche in Finlandia e Svezia e più di recente nei Paesi Bassi. La difficile situazione economica, le tensioni sui flussi migratori, le politiche energetiche, i meccanismi e gli accordi per garantire la stabilità finanziaria, sono elementi di tensione che alimentano malcontento e i temi elettorali di alcune formazioni anti-europeiste.

L’anno prossimo si vota anche per le amministrative in cinque regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria, mentre in oltre 3.700 comuni si voterà per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Di questi comuni, 27 sono capoluoghi di provincia, tra cui Ferrara, forse l’elezione comunale più attesa, e sei sono anche capoluogo di regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza.

Gli equilibri del Mondo libero. Sono chiamati al voto nazioni cruciali dal punto di vista geopolitico globale: Stati Uniti, India Indonesia, Bielorussia, Iran e Russia, Taiwan e Regno Unito.

Elezioni non libere. Su 71 Paesi considerati dal Democracy index, solo 43 avranno elezioni pienamente libere e democratiche, tra cui i 27 stati dell’Unione europea, mentre gli altri 28 non soddisfano le condizioni di base per parlare di votazioni davvero libere e giuste, scrive l’Economist. Le elezioni non saranno libere in paesi come il Bangladesh, dove il governo ha avviato una campagna di attacco contro il premio Nobel per l’economia Mohammad Yunus, o il Pakistan, retti regimi che combinano elementi di democrazia e autoritarismo, ma soprattutto in Russia, dove vige un regime autoritario e in cui la rielezione di Vladimir Putin è scontata, e poi, naturalmente, in Iran, un Paese che influenza politicamente ed economicamente gruppi in conflitto in Medio Oriente.

In Usa si vota il 5 novembre

Più di 160 milioni di americani sono registrati per votare. Sceglieranno il 60esimo presidente degli Stati Uniti, che resterà in carica alla Casa Bianca per quattro anni, a partire da gennaio 2025. Il ritorno di Donald Trump alla corsa presidenziale negli Stati Uniti non è scontato. La Corte Suprema del Colorado ha stabilito che l’ex presidente non può candidarsi nello Stato a causa del suo ruolo nell’attacco al Campidoglio del gennaio 2021. Ma si tratta di uno Stato che sarebbe probabilmente “democratico” e dunque Trump potrebbe vincere in ogni caso. A meno che la sentenza non sia un precedente per altri Stati. Una vittoria repubblicana potrebbe cambiare l’atteggiamento geo-politico rispetto a conflitti come quello Russo-Ucraino, ma anche le scelte commerciali.

In Portogallo alle urne il 10 marzo. Il primo ministro socialista António Costa lo scorso novembre si è dimesso dopo aver scoperto di essere indagato per corruzione nell’ambito di una inchiesta su presunte tangenti legate all’estrazione di litio. È in carica per gli affari correnti. Il Partito socialista spera nel leader Pedro Nuno Santos, i progressisti e i conservatori risultano ad oggi pari nei sondaggi, ma c’è ancora tempo. Il partito Chega (“Basta”), di estrema destra, rappresenta un’insidia che potrebbe irrompere nel tradizionale bipolarsimo.

In Russia si vota il 17 marzo. Il presidente Putin ha annunciato già la sua ricandidatura e non ci sono dubbi sulla sua rielezione, anche considerando la mancanza di libera iniziativa politica di concorrenti e dell’informazione.

Nel Regno Unito alle urne (probabilmente) a maggio. Secondo le norme attuali, il Dissolution and Calling of Parliament Act 2022, l’ultima data in cui il Regno Unito può recarsi alle urne è gennaio 2025. Se le elezioni non fossero indette entro il 17 dicembre 2024, il Parlamento si scioglierebbe automaticamente, poiché sarebbero trascorsi esattamente cinque anni dalle ultime elezioni generali del 2019.

Il premier Rishi Sunak ha già annunciato che intende indire elezioni, questo potrebbe avvenire a maggio. Il think tank Institute for Government afferma che ci sono tre probabili finestre per il voto: maggio 2024, autunno 2024 e gennaio 2025. Sunak chiederà formalmente al capo di Stato, re Carlo III, di “sciogliere” il Parlamento.

Si vota con il sistema maggioritario. I conservatori, al potere dal 2010, sono costantemente dietro il principale partito laburista d’opposizione da oltre un anno nella maggior parte dei sondaggi d’opinione. Pesano la peggiore crisi del costo della vita degli ultimi decenni e le lotte intestine tra i conservatori che hanno portato alla nomina di cinque primi ministri dal voto sulla Brexit del 2016, piuttosto che al travolgente entusiasmo per i laburisti. Recentemente si è assistito a un rimpasto di Governo che ha visto tornare dal passato l’ex premier David Cameron.

In Belgio si vota il 9 giugno. Election day in Belgio, si vota per le europee e per il rinnovo del Parlamento belga. A gennaio il primo ministro liberale Alexander de Croo sarà presidente di turno al Consiglio Ue. La politica interna è frammentata, si contano al governo oggi sette partiti. Con gli indipendentisti fiamminghi di estrema destra dominanti nelle Fiandre, mentre i socialisti prevalgono in Vallonia e a Bruxelles.

In Austria si vota in Autunno. Non c’è ancora una data per le elezioni presidenziali in Austria. Il partito di estrema destra populista FPÖ è al 30%. Durante la pandemia l’FPÖ ha trovato sponda nell’elettorato proponendosi come paladino della libertà contro le chiusure e le restrizioni dovute al Covid19. Insieme ad altri partiti di destra, come l’AfD tedesco, la Lega italiana e il Rassemblement National francese, l’FPÖ fa parte di Identità e Democrazia al Parlamento europeo.

In India si vota a Primavera. Le elezioni in India, tra aprile e maggio 2024, saranno le più grandi del mondo, secondo Chatham House, un istituto politico britannico. Voteranno più di 900 milioni di persone, su una popolazione di 1,4 miliardi. L’attuale primo ministro Narendra Modi spera di essere rieletto per un terzo mandato quinquennale. L’India è la più grande democrazia del mondo e anche un “attore geopolitico sempre più importante” a livello globale, afferma Chatham House.

In Messico si vota il 2 giugno.  Il 2 giugno 2024 i messicani andranno alle urne. Il Paese ha quasi 100 milioni di elettori ed eleggeranno un nuovo presidente con un mandato di sei anni. Per la prima volta nella storia del Messico i due principali candidati alle presidenziali sono donne: Claudia Sheinbaum Pardo, ex sindaca di Città del Messico, e l’ex senatrice Xóchitl Gálvez. Le schede elettorali in tutto il Messico includeranno anche voti per coprire più di 20.000 posizioni pubbliche: un record. (In collaborazione con RaiNews)

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