Un uomo di 27 anni è morto a Marsiglia per lo “shock violento al torace” causato da un proiettile sparato da un “flash-ball”, usato dalla polizia. Il ministro dell’Interno ha detto che “meno del 10% dei fermati non era francese. La questione sono i giovani criminali, non gli stranieri”. Per Macron il picco delle violenze è passato. Scendono in piazza e si scontrano con la polizia anche gli estremisti di destra. Dure critiche ai promotori della raccolta fondi in favore dell’agente che ha sparato al giovane algerino Nahel.
La procura di Marsiglia ha precisato che “disordini e saccheggi si registravano nella zona la notte tra sabato e domenica, anche se non è possibile determinare se la vittima vi partecipasse o se stesse solo circolando nei paraggi”.
Che cosa sono i flash-ball? In Italia vengono chiamati come proiettili di gomma. In realtà nell’ambito militare sono i lanciatori di questi proiettili. Si tratta di fucili in grado di lanciare proiettili di gomma che sono in dotazione alla polizia francese dagli anni Novanta. Le munizioni in teoria dovrebbero essere in grado di colpire una persona senza ucciderla.
I proiettili di gomma che vengono lanciati sono molto grossi. Pesano 28 grammi, sta un diametro di 44 mm e dal 2002 escono dalle canne del lanciatore con una velocità di 419 chilometri orari. Non sono armi – dicono gli esperti – da usare per le distanza corte. Nelle indicazioni si spiega che bisogna lanciarli ad almeno 15 metri di distanza. Il problema è che non sempre la polizia rispetta questi limiti.
La relativa calma dopo le violenze, i saccheggi, gli incendi e le tensioni dei giorni scorsi non ha fermato le polemiche sugli scontri nelle strade e nelle piazze delle città francesi. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ritiene che il problema riemerso durante le rivolte che in questi ultimi giorni hanno scosso la Francia sono i “giovani delinquenti”, non certo “gli stranieri”.
Rispondendo a una domanda del deputato lepenista, Michael Taverne (del Rassemblement National di Marine Le Pen), che ha addossato la responsabilità delle violenze all’immigrazione, il ministro ha detto che “meno del 10% dei fermati” durante le rivolte era straniero contro il 90% di francesi. “Oggi – ha chiarito il ministro – la questione sono i giovani criminali, non gli stranieri”.
E ancora: “Non vogliamo né odio per i poliziotti, né odio per gli stranieri”, avverte Darmanin, aggiungendo che “in un momento così terribile per il nostro Paese, bisogna ricordare che la Repubblica è un equilibrio”. Dopo sette notti consecutive di scontri causati dalla morte del giovane algerino Nahel, il presidente Macron ha invocato oggi un “ordine duraturo” per la Francia.
Il presidente si è detto “molto prudente” sul ritorno alla calma. Si è espresso dinanzi a circa 241 sindaci. “Il ritorno alla calma sarà duraturo? Sarei prudente ma il picco che abbiamo conosciuto nei giorni scorsi è passato”. Il presidente ha inoltre espresso ai sindaci “il sostegno, la stima e la riconoscenza della nazione” per la loro “azione” negli ultimi giorni. Ma non bisogna rifare le stesse cose che facciamo da decenni”, c’è bisogno “di una risposta all’altezza di quello che abbiamo vissuto”.
Manifesta anche la Destra. Scontri e un uomo ferito alla testa si sono avuti a Chambery, una città delle Alpi francesi non molto lontano dall’Italia, dove decine di militanti di ultradestra hanno manifestato in modo non autorizzato. Secondo quanto riferito dalla procura della Savoia, un uomo è rimasto ferito da un colpo di martello alla testa.
Ma alcune iniziative degli estremisti di destra hanno aperto la strada a polemiche molto aspre. Jean Messiha – economista e presidente di un centro studi di destra – ha annunciato che il fondo a sostegno del poliziotto che ha sparato a Nahedl sarà chiuso dopo aver raggiunto la somma di 1,47 milioni di euro. “Cari amici – ha detto – il fondo aperto 4 giorni fa per la famiglia del nostro poliziotto Floria è stato un simbolo storico della generosità nazionale”. Messiha è stato criticato dalla sinistra e ha causato non poco imbarazzo al governo.
Due deputati hanno annunciato un’azione legale. Delaporte, socialista, ha annunciato di aver sottoposto la questione al pubblico ministero di Parigi: “Non ci sono dubbi sulle intenzioni del promotore di questo fondo, che sta usando la tragedia di Nanterre per stabilire e trasmettere idee politiche che invitano all’odio”.
CRONACHE DALLA FRANCIA MARTEDI’ 4 LUGLIO
Prima vittima tra le forze dell’ordine in Francia dall’inizio delle proteste e delle violenze. E’ un vigile del fuoco morto nella notte mentre cercava di domare un incendio appiccato durante le proteste. Lo ha reso noto il ministro degli Interni Gerald Darmanin.
”Ieri sera, mentre combatteva contro un incendio di diversi veicoli in un parcheggio sotterraneo a Saint-Denis, un giovane caporale dei vigili del fuoco di Parigi è morto nonostante le cure molto rapide dei suoi compagni di squadra”.
“Dobbiamo prenderci del tempo per riflettere e cercare di parlare con i quartieri e dobbiamo essere duri con i teppisti – ha aggiunto – È una cosa senza precedenti, la polizia ha lavorato in condizioni difficili, a volte stanca, nel rispetto della sua professionalità e della sua etica”. Il ministro ha concluso dicendo che la polizia è stata “molto mobilitata” e che ha eseguito “3.200 arresti in tre giorni”.
È cominciata la “mobilitazione civica” convocata davanti ai municipi della Francia, a sostegno del sindaco di L’Ha-les-Roses, la cui famiglia è stata oggetto di un attacco sabato notte da parte del conducente di un veicolo che si è scagliato contro l’abitazione. La manifestazione si sta svolgendo anche a Nanterre, dove è morto l’adolescente Nahel per mano di un poliziotto.
“La violenza successiva è inaccettabile”, ha dichiarato il sindaco di Nanterre, Patrick Jarry davanti a un centinaio di abitanti e dipendenti del municipio. Il presidente dell’Associazione dei sindaci di Francia, David Lisnard, ha chiesto “una mobilitazione civica dei cittadini per un ritorno all’ordine repubblicano”. Il presidente francese, Emmanuel Macron riceverà oggi i presidenti dell’Assemblea nazionale e del Senato.
CRONACHE DALLA FRANCIA DI DOMENICA 2 LUGLIO
In Francia ancora tensione anche se la notte scorsa sono diminuiti gli episodi di violenza e i saccheggi. La polizia, attraverso i sindacati di rappresentanza, ha diffuso un comunicato dai toni durissimi. “Siamo in guerra contro le orde selvagge, ora bisogna imporre la calma. Domani faremo la resistenza e il governo dovrà prenderne coscienza”. Insorge la sinistra: “La polizia ha lanciato un appello alla guerra civile”.
Le sommosse quotidiane, con numeri da record – oltre mille arresti ogni notte – i saccheggi, le sassaiole, gli assalti ai supermercati, stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’ordine. Con il presidente Emmanuel Macron e il suo governo stretti tra le richieste delle forze dell’ordine e le istanze dei manifestanti, scesi in pizza dopo la morte del diciassettenne di Nanterre, Nahel. Macron ha rinunciato alla visita di Stato in Germania prevista per domani.
A incendiare ancora di più il clima è arrivato un comunicato dei sindacati di polizia, che usa toni durissimi: “È l’ora della battaglia“. Parole che hanno fatto insorgere la sinistra, che ha puntato il dito contro “una minaccia di sedizione” e “un appello alla guerra civile“.
Una polemica che arriva mentre sono proseguiti gli scontri e le violenze in molte città francesi. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha schierato anche per questa notte 45mila agenti e gendarmi e ha confermato che gli arrestati hanno un’età media di 17 anni. tra cui figurano anche “incendiari di 12-13 anni“. Molti sono incensurati.
Il comunicato. Esasperati da mesi di tensione – da gennaio a maggio sono stati sotto pressione per le grandi manifestazioni contro la riforma delle pensioni voluta da Macron – i poliziotti hanno denunciato la loro situazione. Ma il linguaggio usato dai sindacati, in un momento estremamente delicato , non fa altro che aumentare il livello dello scontro. Il messaggio incendiario è stato firmato dal sindacato Alliance e da Unsa police: “Ora basta… di fronte a queste orde selvagge, chiedere la calma non basta più, bisogna imporla! – scrivono i sindacati nel loro comunicato rilanciato da tutte le tv e i giornali – Riportare l’ordine repubblicano e mettere i fermati in condizioni di non nuocere devono essere gli unici segnali politici”. Alla fine le parole più dure: “Oggi i poliziotti stanno combattendo, perché noi siamo in guerra. Domani, faremo la resistenza e il governo dovrà prenderne coscienza”.
Situazione tesa a Parigi, ma questa sera le maggiori preoccupazioni riguardano Lione e soprattutto Marsiglia. La televisioni Bfmtv riferisce di tentativi di saccheggio nella zona della Canebière e di 14 fermi. La polizia ha fatto sapere che diversi gruppi piuttosto compatti hanno tentato di saccheggiare la zona, ma ogni volta sono stati dispersi dal grande dispiegamento di polizia sul posto.
Secondo la prefettura, citata da Bfmtv, 7 dei 14 fermati sono stati colti in flagrante mentre rubavano in un negozio sul lungomare. Alcune persone hanno anche tentato di introdursi nella stazione dei vigili del fuoco sulla Canebière, ma il loro tentativo è stato sventato dalla polizia, riferisce ancora l’emittente.
La tensione è ai massimi a Marsiglia, la città che insieme a Lione la notte scorsa è stata teatro dei disordini più virulenti. Qui sono arrivate due unità di agenti specializzate in guerriglia urbana; e i video che circolano sui social network mostrano poliziotti, in tenuta antisommossa nel centro della città, che caricano e usano lacrimogeni per cercare di disperdere la folla
A causa delle violenze urbane che si sono verificate anche la notte scorsa, Macron ha rinviato la visita di Stato in Germania. Il presidente ha deciso di restare all’Eliseo. La rivolta ormai lo costringe a essere quasi un “prigioniero degli eventi” a Parigi. Intanto, sono cominciate stamani nella camera ardente di Nanterre, in un clima molto teso, le esequie di Nahel, il 17enne algerino ucciso martedì durante un posto di blocco da un agente di polizia.
Molte persone si sono radunate fuori dall’edificio per la cerimonia, che la famiglia ha voluto fosse il più intima possibile, lontano dalle telecamere. “Pace all’anima sua, che sia fatta giustizia. Sono venuta a sostenere sua madre, aveva solo lui, poverina”, ha spiegato alla France Presse una donna di Nantes, che non ha voluto rivelare il suo nome, mentre lasciava la camera ardente. Una cerimonia funebre è prevista nel pomeriggio alla moschea Ibn Badis di Nanterre. La sepoltura avverrà poi nel cimitero di Mont Valerien. (Foto da Corriere del Ticino)
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I legali della famiglia del giovane Nahel hanno chiesto ai giornalisti di non presentarsi ai funerali, per evitare qualsiasi “interferenza mediatica”. Lo scrive Le Figaro citando un comunicato degli avvocati della famiglia.
Appassionato di rap e motociclismo, Nahel è stato cresciuto da solo dalla madre a Nanterre. Finita la scuola ha lavorato come fattorino e aveva avviato un “corso di inserimento” nell’associazione Ovale Citoyen che accompagna i giovani attraverso lo sport. La sua uccisione ha scatenato disordini e violenze urbane in Francia, da quattro notti consecutive in preda al caos. Il poliziotto responsabile della sua morte, per il quale è stata disposta la custodia cautelare, ha invocato la legittima difesa e ha chiesto perdono alla famiglia del giovane algerino.
E’ salito il numero degli arresti in Francia dove sono proseguiti per la quarta notte consecutiva gli scontri. In totale, la polizia ha eseguito 1.311 arresti, di cui 406 a Parigi e nei sobborghi limitrofi, ne ha dato notizia il ministero dell’Interno francese e secondo quanto riportano le emittenti locali. Del totale, 752 persone sono state arrestate dalla polizia nazionale, 153 dalla gendarmeria e 406 dalla polizia di Parigi. Feriti 79 tra poliziotti e gendarmi.
Una notizia rischia di esacerbare ulteriormente gli animi. Un fondo online lanciato a sostegno della famiglia del poliziotto che ha sparato a Nahel ha superato i 175.000 euro. Il fondo è stato lanciato da Jean Messiha, un ex sostenitore del candidato di Destra alle ultime presidenzial,i Eric Zemmour, che sui social si vanta di aver raccolto più donazioni di un fondo simile lanciato a sostegno della famiglia di Nahel.
“La rabbia nasce dalla percezione dell’ingistizia”.“Il ruolo della polizia è piuttosto decisivo in queste situazioni, non solo in Francia. Basta ricordarsi delle sommosse a Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King nel 1992, o le sommosse in Gran Bretagna nel 1992 dopo che la polizia uccise Mark Duggan”.
Così al Corriere della Sera il sociologo e politologo francese Sebastian Roché. “Ci sono ragioni sociali più profonde – aggiunge – ma la scintilla è la violenza della polizia percepita come ingiusta come nel 2005 in Francia dopo la morte di Zyed Benna e BounaTraoré, folgorati in un trasformatore elettrico mentre cercavano di sfuggire agli agenti. Quel che scatena la rabbia è che l’ingiustizia arrivi da qualcuno che rappresenta la legge, che agisce in nome della legge”.
“In Francia, come per certi versi anche in Gran Bretagna, altro ex impero coloniale – spiega l’esperto – si sommano due fattori decisivi: la concentrazione della povertà in zone ben delimitate, e una forza di polizia che ha al suo interno atteggiamenti discriminatori. Il fatto che in Francia le persone che appartengono a una minoranza visibile siano regolarmente fermate dalla polizia e controllate molto più spesso delle altre, è incontrovertibile e genera uno stato di stress continuo”.