venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

NON SANNO PERDERE / Trump aizza la folla contro il suo accusatore

Se vincono, e succede spesso, l’elettorato ha capito tutto, è bravo, ubbidiente e intelligente nel comprendere al volo la genialità della mia proposta politica; se perdono, e ogni tanto succede, c’est la vie,  vanno giù di testa e danno fiato alle teorie più scombiccherate che la storia conosca. In molti abboccano e così vale la pena tentare di sovvertire un esito elettorale, evitare un processo, un atto d’accusa. Come? Aizzando la folla, indicando il nemico che impedisce il trionfo.

Sono costoro i grandi condottieri della Destra mondiale, spesso imprenditori di un certo successo che, una volta conquistato il trono, fanno fatica poi a rassegnarsi al fatto che quel trono lo si debbe lasciare. Un po’ come quegli industriali che pur di non ammettere un fallimento se la prendono con la burocrazia, con il mercato, con la politica, con il giudice e alla fine della fiera con gli italiani che non capiscono nulla.  Mai con sé stessi.

Sono gi incompresi della sconfitta. Oltre a Trump si pensi a Bolsonaro o, per non andare troppo lontano, ad altri personaggi di primo piano della Destra italiana. Essere di destra per lorsignori significa essere dei vincenti naturali, quasi per grazia divina, impossibile qualsiasi autocritica.

Sconfitta è una parola che non esiste. Guai a pronunciarla. Perché ci  dev’essere un motivo, se non  un complotto, se la gente non ti vuole più e non ti vota. Colpa di quel magistrato che ti accusa di un qualche reato, colpa del tuo avversari che, in combutta con il magistrato di cui sopra, ti ha scalzato dal trono.

Se non puoi attaccare un ragionamento, diceva Paul Valery, attacca il ragionatore. Così si comporta l’ex presidente Usa, l’istigatore di un folto e minaccioso manipolo di sostenitori ad assaltare il Congresso, perché, così li aveva convinti, le elezioni le aveva vinte lui. E’ la forza che ti dà l’arroganza, e i miliardi. E’ la consapevolezza di avere diritto a una immunità a 360 gradi, totale. “Perché io sono io e gli altri non sono un …”

Considerazioni che vengono spontanee nell’ascoltare i discorsi e le frasi vittimistiche di questo strano tipo del quale, da qui alle prossime presidenziali americane, sentiremo parlare ancora a lungo. E’ impegnato nelle primarie repubblicane e non fa altro che sciorinare tutta una serie di corbellerie pur di tornare a sfidare Biden e batterlo nella corsa alla Casa Bianca.

E ieri dall’Alabama, lo Stato del profondo Sud americano noto per l’aplomb dei suoi cittadini con cui rispettano i diritti civili, Trump ha caricato i suoi con altre accuse aii “nemici”, in questo caso i giudici che negli Stati Uniti, però, e qui gli è andata male, non scherzano affatto e che delle sparate di un potente  ex presidente non sanno che farsene. Loro si attengono ai fatti e se c’è l’ombra di un reato vanno avanti.

“Se presentano un altro atto d’accusa, saliamo molto nei sondaggi” ha dettoTrump nel corso di una cena promossa dal Partito Repubblicano. Era stato appena rilasciato in attesa del nuovo processo che lo vedrà imputato a partire dal 28 agosto e che prende le mosse dall’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Durante l’apparizione pubblica – la prima dopo essere stato incriminato per aver tentato di sovvertire i risultati elettorali del 2020 – ha quindi rivendicato il suo netto vantaggio nei sondaggi delle primarie repubblicane: “Abbiamo bisogno di un’altra accusa per chiudere queste elezioni. Un’altra accusa e queste elezioni sono chiuse. Nessuno ha nemmeno una possibilità”.

L’imprenditore miliardario è quindi passato ad attaccare il procuratore speciale, Jack Smith, che l’ha incriminato due volte, prima per la vicenda legata alle carte segrete ed ora per l’assalto al Congresso: “Siamo ogni giorno più forti – ha detto – nonostante la folle persecuzione del nostro movimento da parte del dipartimento di ingiustizia corrotto e di parte e dal folle Jack Smith… non vi sembra un folle? Avete visto la foto con la toga viola? È un essere umano folle”.

Sul tycoon pendono quattro capi di imputazione: cospirazione per frodare gli Stati Uniti; cospirazione per ostruire un procedimento ufficiale; ostruzione e tentativo di ostruzione di un procedimento ufficiale; cospirazione contro i diritti civili (di voto).

Sempre sul procuratore Smith ha aggiunto: “Qualcuno ha detto che bisogna trattarlo bene e forse sarà più simpatico ma fatemi dire una cosa, quel tizio è un’anima persa, una persona cattiva, un pazzo, un malato”.

Ma Trump non ha perso l’occasione di un affondo anche nei confronti di Joe Biden, accusandolo di usare le inchieste contro di lui per tentare di bloccare la sua avanzata elettorale: “Quello che stanno facendo non è giusto e probabilmente neanche legale, vogliono interferire con la mia campagna, con le elezioni, una tattica solitamente usata nei Paesi del terzo, quarto e quinto mondo. Stanno portando il nostro Paese a livelli mai visti”.

Domanda finale: non vi sembra di aver già sentito in passato frasi di questo tenore uscire dalla bocca di un miliardario diventato anche presidente del Consiglio? (PdA)

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