venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Lehman / Avidità, raggiri, il crollo e la crisi. E oggi?

Settembre 2008,15 anni fa: il mondo assistette, incredulo, al crollo di Lehman Brothers, una delle più grandi banche d’investimento degli Stati Uniti e del mondo. E’ stato il più grande  fallimento bancario della storia con effetti devastanti per l’economia mondiale, innescando una crisi finanziaria globale che riscrisse in qualche modo le regole del gioco.

Lehman Brothers, una storia di oltre 150 anni e una posizione di rilievo come la quarta banca più grande al mondo, nel 2008 era considerata da tutti “too big too fail“, ovvero troppo grande per fallire. Tuttavia, la banca dichiarò bancarotta a causa delle sue ingenti esposizioni sui mutui subprime.

Ma come si arrivò a questo? Forse l’avidità senza limiti degli speculatori ha giocato un ruolo predominante nonostante ii milioni di cittadini gettati nello sconforto con operazioni finanziarie di miliardi di dollari spregiudicate e rischiose.

LA GRANDE SCOMMESSA. Il trailer del film che spiega il perché della crisi

Le banche d’affari, a partire dalla fine degli anni Novanta avevano iniziato a impacchettare dei titoli obbligazionari derivati che avevano come sottostante i mutui ipotecari. Il principale vantaggio di queste operazioni era quello di poter facilmente reperire risorse sul mercato subordinando rendimento e capitale alla solvibilità dei mutuatari.

Cosa sono i subprime. I subprime sono prestiti o mutui erogati a clienti definiti “ad alto rischio”. Sono chiamati prestiti subprime perché sono definiti di qualità non primaria, ossia inferiore ai debiti primari (prime) che rappresentano dei prestiti erogati in favore di soggetti con una storia creditizia e delle garanzie affidabili. I mutui subprime sono concessi a persone con un basso reddito e un punteggio di credito basso, caratterizzati da tassi di interesse variabili e da requisiti di credito meno stringenti rispetto ai mutui tradizionali. Quando il mercato immobiliare statunitense ha iniziato a crollare, i mutui subprime sono diventati sempre più rischiosi.

Le persone che avevano contratto questi mutui hanno cominciato a non pagare le rate, causando perdite ingenti alle banche.  Evidente la complicità delle grosse banche d’affari, non solo Lehman. Avevano impacchettato dei prodotti finanziari ad altissimo rating, contando sul fatto che i mutui sono sempre dei prodotti sicuri. Quando però le famiglie e le imprese, non sono più riuscite a ripagare le rate, le quotazioni dei derivati a essi legati hanno cominciato a crollare e il valore di portafoglio di tante banche, hedge fund e fondi pensione che li hanno acquistati si è ridotto enormemente.

Lehman Brothers era fortemente esposta sul mercato immobiliare statunitense attraverso investimenti in titoli legati ai subprime. Quando il mercato immobiliare iniziò a vacillare, la banca americana si trovò con enormi perdite. Nonostante i tentativi di cercare un acquirente o una soluzione di salvataggio, il governo decise di non intervenire per evitare il collasso, di conseguenza la banca dichiarò bancarotta.

Drammatiche le conseguenze. Crisi finanziaria globale che ha portato al fallimento di altre banche, alla perdita di milioni di posti di lavoro e a un forte rallentamento dell’economia.

Gli impiegati di Lehman Brothers abbandonano gli uffici della banca dopo la dichiarazione di bancarotta

Le lezioni di Lehman Brothers: l’eccessiva esposizione al rischio può portare al fallimento;
la mancanza di regolamentazione può facilitare la speculazione e aumentare la probabilità di crisi; i mutui subprime sono un prodotto finanziario molto rischioso.

L’effetto domino ha portato a una recessione globale. Le banche centrali di tutto il mondo hanno dovuto abbassare i tassi di interesse per stimolare la crescita economica e garantire la stabilità finanziaria. Anche molti governi hanno implementato misure di stimolo economico e di salvataggio bancario per proteggere le loro economie dalla recessione. Tuttavia, il recupero economico è stato lento e ha richiesto anni.

Molti investitori hanno perso fiducia nei mercati finanziari e hanno cercato rifugio in asset considerati più sicuri, come l’oro e i titoli di Stato. Ciò ha avuto un impatto significativo sui mercati azionari e sulle valute. A distanza di anni, il crollo di Lehman Brothers rimane una lezione importante sui pericoli dell’eccessiva leva finanziaria, della mancanza di trasparenza nel settore dei derivati e della necessità di una sorveglianza regolamentare efficace per prevenire futuri crolli finanziari.

IL CASO CREDIT SUISSE. I timori per la solidità finanziaria del colosso bancario svizzero, dopo alcune violazioni di legge negli Stati Uniti e ardite speculazioni finanziarie, con lo spettro di una nuova crisi mondiale sono stati fugati sul nascere dalle autorità svizzere che sono intervenute tempestivamente imponendo la vendita di Credit Suisse a Ubs.

“Il mondo si trova in una situazione molto diversa rispetto al 2008, quando invece si è verificata un’improvvisa consapevolezza di perdite diffuse in tutto il sistema finanziario”, è stato il commento di James Angel, professore di finanza alla Georgetown University -“non c’è nessun grande problema sistemico che colpisce tutti come nel 2008”.  Oggi le banche devono far fronte a un sistema di vigilanza regolamentare molto più rigoroso rispetto a quello esistente in occasione della crisi finanziaria. E lo dimostrano i rigorosi stress test che garantiscono l’eventuale soddisfacimento dei requisiti patrimoniali.

Occorre aggiungere che i continui stress test alle banche del nostro continente ha limitato e spesso circoscritto di parecchio il rischio di nuovi default. Prima di Credit Suisse, negli Stati Uniti si è verificato il caso della bancarotta della Silicon Valley Bank, che dopo aver annunciato un aumento di capitale da 2 miliardi di dollari, è stata dichiarata fallita dal regolatore finanziario, dopo che in meno di 40 ore una serie di depositanti attivati da una o più chat avevano ritirato depositi per 42 miliardi di dollari, circa un terzo del totale.

E  in Italia? Il sistema bancario è tra i più solidi in Europa, ma sulla finanza pesa l’enorme e discutibile stock di derivati che appesantiscono il già enorme debito pubblico.

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti