L’ospite più ospitato in quattro dei principali talk show televisivi italiani, in undici anni, dal 2012 al 2023, è il direttore del Giornale Alessandro Sallusti (a tratti anche direttore di Libero). Al secondo posto c’è il giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi. Al terzo l’editorialista della Repubblica Massimo Giannini, già direttore de La Stampa.
La classifica emerge da una ricerca che sta conducendo Marco Gambaro, professore di Economia dei media ed Economics of communication all’Università degli Studi di Milano. La ricerca prende in esame quattro talk show fra i più noti, “Dimartedì”, condotto da Giovanni Floris su La7, “Otto e mezzo”, condotto da Lilli Gruber su La7, “Quarta Repubblica”, condotto da Nicola Porro su Rete 4 e “Cartabianca”, condotto da Bianca Berlinguer su Rai 3 (ora su Rete 4, “E’ sempre carta bianca”).
L’idea è quella di misurare la posizione di ciascun ospite, per pesare l’equilibrio politico che ogni talk cerca di garantire. “In molti casi -scrive il professor Gambaro- l’equilibrio politico complessivo è mantenuto affiancando al politico appartenente a un certo partito uno o più giornalisti decisamente schierati da un’altra parte”.
Risulta quindi, già dai primi dati diffusi su LinkedIn da Gambaro, che i giornalisti nei dibattiti tv sono invitati in base a una connotazione politica, per fare da contraltare agli ospiti politici. In qualche modo vengono meno alla loro deontologia professionale, secondo la quale dovrebbero essere rappresentanti dei cittadini, non schierati, ma votati alla comprensione e spiegazione dei problemi.
Le classifiche che emergono dalla ricerca. Sallusti, che ha un orientamento di centrodestra, colleziona in undici anni 216 presenze a “Otto e mezzo”, 169 a “Dimartedì” e 128 a “Quarta Repubblica”, per un totale di 513. Scanzi, orientamento centrosinistra, raggiunge quota 428, con 291 presenze a “Otto e mezzo” e 137 a “Cartabianca”. Giannini, orientamento centrosinistra, è a 367 presenze, con 209 a otto e mezzo, 121 a “Dimartedì” e 37 a “Cartabianca”. Poi vengono Marco Travaglio, che però colleziona 355 presenze tutte a “Otto e mezzo”, Beppe Severgnini del Corriere della Sera con 287 e Antonio Padellaro, ex Fatto Quotidiano, con 201. Paolo Mieli segna 186 presenze, Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, 153, Daniele Capezzone, oggi vicedirettore3 di Libero, 146.
Difficili da classificare. I giornalisti fanno la parte del leone, poi ci sono altre due categorie che animano i talk, i politici e i tecnici. E i difficili da classificare. Fra i politici il più invitato è Matteo Salvini, 128 presenze, tutte a “Quarta Repubblica”. Fra i tecnici in testa il sondaggista Nando Pagnoncelli a 203, Elsa Fornero a 146, la biologa Barbara Gallavotti a 75. Molto invitati due personaggi non chiaramente classificabili, Massimo Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia con 184 presenze e Vittorio Sgarbi, critico d’arte, sindaco, deputato, sottosegretario, parlamentare europeo, con 146.
Il lavoro di ricerca viene condotto con Tommaso Anastasia, Nicola Chelotti e Riccardo Puglisi. “Contiamo -dice il professor Gambaro – di misurare la posizione politica di ciascun ospite: nel caso dei politici utilizzeremo i database di Chapel Hill e Manifesto Project, mentre per gli altri ospiti ci baseremo sulle loro scelte di following su X/Twitter (ovvero quali account decidono di seguire).
Ciò ci permette di costruire un modello econometrico e valutare come evolvono le scelte editoriali dei diversi talk show in funzione dei cambi di governo o di consiglio di amministrazione, dei risultati elettorali, dei sondaggi sulle intenzioni di voto o di altri eventi esterni. È anche possibile valutare se i comportamenti dei vari programmi sono sistematicamente eterogenei tra loro oppure seguono logiche comuni: combinando con i dati di ascolto è altresì possibile studiare in che misura i vari ospiti contribuiscano all’ascolto complessivo del programma”.
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