venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

FERRARA / Prima festa di compleanno del governo, ma senza Giorgia

Fratelli d’Italia ha festeggiato il primo anno di governo con una convention che da Roma ha toccato tutte le regioni. Vari oratori, in gran parte parlamentari e uomini di governo e del sottogoverno, hanno magnificato i risultati ottenuti nei dodici mesi a Palazzo Chigi. E’ mancata la festeggiata, Giorgia Meloni, che è rimasta a casa – “Anch’io sono un essere umano” – facendo sentire la sua presenza solo con un video pre-registrato.

A Ferrara, il grande cerimoniere del compleanno di governo è stato il senatore Alberto Balboni, l’uomo forte del partito, che ha nelle sue mani il destino della futura giunta, essendo già riuscito nella missione di sistemare il problema del Teatro Comunale con l’allontanamento di Moni Ovadia.

C’era attesa per il collegamento da remoto di “Giorgia”.  C’è stato, come si scoprirà dopo, un collegamento con  la manifestazione al Teatro Brancaccio di Roma, presentatore il prezzemolino Giovanni Donzelli, con quasi tutti i ministri sul palco a rendicontare il pubblico e gli italiani sugli obbiettivi raggiunti dalla nuova classe dirigente nonostante “i disastri dei dieci anni di sinistra al governo”. Entusiasmo ed orgoglio nelle varie piazze italiane, dalla Sardegna all’Abruzzo, chiamate a salutare la prima candelina del governo di Destra.

Giorgia, che ha preferito disertare l’incontro del teatro Brancaccio per restare a casa con la figlia, è apparsa – dopo i peana di Crosetto – in un video registrato di pochi minuti.

Nell’attesa del discorso della premier,  l’atmosfera nella sala dell’hotel Astra, affollata da più di un centinaio di simpatizzanti, era stata movimentata da Galeazzo Bignami, il quale ha dato sfogo pibblico a una sua frustrazione ( “mi trovo finalmente a Ferrara, città dove si respira l’aria della libertà”) mentre lui, poverino, quando torna nella sua Bologna piomba nella depressione.

Non sono mancati riferimenti ormai datati ai comunisti e le accuse alla Regione Emilia sull’alluvione, ormai un leit-motiv della polemica della destra di governo e, a sentire Bignami, prossimo bottino elettorale. Mancava solo che l’uomo di governo li chiamasse trinariciuti e di colpo saremmo ripiombati nella Guerra Fredda. Per ora basta, secondo una propaganda che non da oggi fa presa su un elettorato assuefatto a incontrollati luoghi comuni, ricorrere a definizioni  tipo “cricca rossa” o “radical-chic” e il coniglio dell’applauso esce dal cilindro.

Poi le parole della Giorgia. “Sono al Cairo per il Vertice sulla pace in Medioriente al quale l’Italia doveva essere rappresentata al massimo livello, e più tardi volerò in Israele per portare la vicinanza e la solidarietà del popolo italiano di fronte ai disumani attacchi” di Hamas – ha detto la presidente del Consiglio nel videomessaggio che è stato registrato ieri.

“Un anno fa – ha sottolineato – è stato un giorno storico, per Fratelli d’Italia e per la destra, per gli italiani che dopo 11 anni di governi confezionati nel Palazzo vedevano finalmente un governo diretta espressione della loro volontà, ed era un giorno storico per l’Italia, che per la prima volta dalla sua unità vedeva una donna alla guida del governo. Dopo un anno di governo sono fiera di quello che abbiamo fatto e anche di me stessa, nonostante anche tutti i tentativi di dividerci e farci litigare. Sono felice dei risultati che abbiamo raggiunto”.

“Siamo circondati da affetto e supporto da parte degli italiani, lontani anni luce dalla narrazione dei media. Abbiamo portato al governo l’Italia vera, che non è quella raccontata dai giornaloni”.

Non poteva mancare un tocco di vittimismo. “La cattiveria e i metodi che usano per  indebolirci hanno raggiunto vette mai viste prima. Continuino pure a  rotolarsi nel fango, perché noi continueremo a volare alto. Noi siamo  il nemico da abbattere perché noi siamo uno specchio, uno specchio  alla loro meschinità. Se noi riusciamo a portare avanti il nostro  progetto e a fare tutto quel che abbiamo in mente, questa gente dovrà  fare i conti con la propria coscienza”. (pda)

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