lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

CALCIO / Perché i club italiani fanno gola ai miliardari Usa, Spal compresa

Sono nove i club di Serie A e B entrati finora nell’orbita di gruppi statunitensi. Il magazine Forbes ha provato a capire le ragioni del crescente interessamento al calcio italiano. E la pista indicata non poteva che essere una: “follow the money”. Il servizio di Roberto Borghi scritto per Forbes è stato pubblicato su Prima online-

I punti chiave indicati da Borghi nel suo articolo su Forbes sono cinque: i diritti televisivi; l’assenza di concorrenza sportiva, la questione degli stadi  , i prezzi bassi e le prospettive alte e, da ultimo, le incognite presenti in qualsiasi investimento. Milan, Roma, Fiorentina, Bologna, Venezia, Parma, Spezia, Spal sono club in mano a investitrio statunitensi.

LA SPAL E TACOPINA.  La squadra di Ferrara è in mano a Joe Tacopina che di recente ha presentato due nuovi investitori, Marcello Follano e a sua sorella Gabriella. Marcello è un mio amico che ha fatto successo a Wall Street e che nutre grande passione per il calcio. Dagli Stati Uniti ha sempre seguito le mie avventure e ora ha deciso di investire anche perchè affascinato dalla storia e dalle strutture della Spal. Io resterò presidente e condividerò con lui programmi e strategie”.

“I miei piani non sono cambiati e il mio desiderio di restare a Ferrara è fuori questione. Continuerò a esserci per molto tempo. Non so perchè si discutano le nostre possibilità finanziarie e la solidità del club. I fatti parlano meglio delle parole e sono pubblici nei bilanci e leggibili da tutti: in due anni e mezzo abbiamo messo 28 milioni di euro, soldi veri, non del monopoli. Credo che nessuno abbia mai investito tanto nella Spal”.

Tacopina passa a illustrare la situazione finanziaria: “Prendendo la società ho ereditato 24 milioni di debiti, cosa che sapevo, non ci sono state sorprese: 14 sono già stati ripianati e ripianeremo ora anche gli altri 10. C’erano stati altri interessamenti, ma a parte me nessuno è andato in fondo proprio perché il debito scoraggiava. Io ho voluto credere ne potenziale della Spal. Anno dopo anno chiuderemo la partita rendendo il club sostenibile. Se poi si preferisce un mio passo indietro per ripartire da un fallimento come spesso accade nel calcio italiano, non credo si voglia il bene della Spal. Farò ogni cosa in mio potere per impedire che ciò succeda e preservare le 150 famiglie che lavorano nella società”.

PERCHE’ TANTO INTERESSE. L’ultima arrivata nei club di stelle e strisce il Genoa acquistato il 23 settembre da 777 Partners. Sono sempre di più i club italiani che entrano nell’orbita degli americani al contrario di quanto avviene all’estero dove i più rapaci sono Emirati Arabi, ricconi orientali e oligarchi russi. L’Inter è già in mano a investitori cinesi, ma se dovesse incontrare difficoltà nel ripagare un maxi prestito di un fondo Usa, il club passerebbe automaticamente in mani americane.

Gli investitori, secondo Forbes, ritengono che le squadre italiane siano sottostimate rispetto ad altri campionati. Calo accentuato dalla pandemia. Inoltre c’è grande tema dei diritti media e della diversificazione trasmissiva che si sta trasformando profondamente – con l’arrivo sul campo di nuovi player digitali come Dazn, Tim, Amazon, Helbiz – e che a detta degli operatori finanziari può generare interessanti opportunità di business.

Opportunità che solo il pallone può garantire per mancanza di concorrenza. In Italia infatti il calcio non ha rivali, è di gran lunga il più seguito e amato, ha numeri a cui nessuna altra disciplina si avvicina lontanamente. In Inghilterra, ad esempio, non è così per il campionato inglese che compete con cricket, tennis e rugby.

Oltre a queste motivazioni l’appeal dei club italiani di calcio deriva anche dalla mancanza di analoghe possibilità di investimento in altri campionati europei (in Germania per esempio le regole di acquisto sono molto più complicate prevedendo anche quote assegnata ai tifosi) e dai prezzi delle squadre particolarmente abbordabili.

Secondo il Financial Times, il fondo Usa Elliott ha acquisito il Milan nel 2018 per circa 400 milioni di euro. Valore molto appetibile per un grande club dal valore internazionale specialmente se paragonato alle cifre che girano in Premier League, dove otto squadre valutate oltre 500 milioni di dollari e sei oltre 2 miliardi di dollari. Peraltro, tra queste, sono in vendita le proprietà Usa del Manchester United (che appartiene alla famiglia americana Glazer) e il Liverpool che fa capo a Fenway Sports Group.

“È il momento perfetto perché il sistema politico in Italia capisca che le cose devono cambiare se vogliono avere una Serie A che competa pienamente con il calcio inglese, spagnolo e tedesco”, dice a Forbes il miliardario statunitense Rocco Commisso (FOTO) proprietario della Fiorentina riferendosi alle difficoltà ad avere via libera alle concessioni per il rinnovo degli stadi italiani. v rispetto ai club degli altri campionati europei. La Serie A, ricorda Forbes, mirava a un aumento del 20% con i suoi diritti televisivi nazionali quest’anno, ma ha finito per concordare un accordo triennale con DAZN del valore di 995 milioni di dollari l’anno, il 13% in meno rispetto agli 1,14 miliardi di dollari del precedente accordo con Sky. Valore inferiore rispetto ai 1,29 miliardi di dollari che la Bundesliga ha ottenuto da DAZN e Sky lo scorso anno, o alla super commissione di 2,3 miliardi di dollari ottenuto dalla Premier League per il pacchetto nazionale.

In gioco entrano anche la questione del fair play finanziario e le incognite sui ricavi da attività non legate ai diritti tv che rendono la situazione finanziaria dei club italiani ancora più precaria e quindi appetibile per investitori stranieri. Forbes cita il caso dell’Inter campione d’Italia attualmente in mano ai cinesi di Suning Holdings. Quest’anno ha dovuto chiedere un finanziamento di 336 milioni di dollari a Oaktree Capital, fondo Usa con sede a Los Angeles. In caso di default dei nerazzurri ne diverrebbe il proprietario. (In collaborazione con Forbes)

MONEY LEAGUE, I CLUB PIU’ RICCHI AL MONDO di Massimiliano Carrà su Forbes

Si sarà pure laureato campione d’Inghilterra, d’Europa, e del mondo, eppure il Manchester City non è riuscito, nel miglior anno della sua storia in termini sportivi, ad aggiudicarsi il titolo di club di calcio con i maggiori ricavi. Lasciando così lo scettro al Real Madrid che torna così in vetta alla classifica. A rivelarlo è la 27esima edizione della Deloitte Football Money League, che annualmente analizza le entrate dei club di calcio.

Pubblicata dallo Sports Business Group di Deloitte, la ricerca evidenzia che i 20 club con i maggiori ricavi nel calcio mondiale hanno fatto guadagnato la cifra record di 10,5 miliardi di euro nella stagione 2022/23. Si tratta del 14% in più rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto “ai ricavi record registrati dai club della Money League a livello commerciale e dal matchday, rispettivamente di 4,4 miliardi di euro e 1,9 miliardi di euro”. Anche perché i “ricavi delle partite sono stati trainati  dall’elevata domanda di sport dal vivo da parte dei tifosi, con gli stadi aperti al massimo della loro capacità in tutta l’Europa continentale durante la stagione 2022/23”.

In particolare, 17 dei 20 club più importanti hanno registrato un aumento dei ricavi commerciali rispetto all’anno precedente, con una crescita attribuibile in gran parte al miglioramento delle vendite al dettaglio, ai ricavi derivanti da eventi non in campo e al recupero dei ricavi da sponsorizzazione che erano stati colpiti dalla pandemia. I ricavi derivanti dai diritti televisivi, invece, sono aumentati di un modesto 5%, una crescita limitata, in parte, dal fatto che la stagione 2022/23 rientra negli accordi dei broadcast domestici già esistenti.

Complessivamente, i club della Money League hanno registrato un fatturato medio di oltre 500 milioni di euro, con i ricavi commerciali che hanno avuto un maggior impatto – per la prima volta dalla stagione 2015/16, escludendo la stagione 2019/20 per l’impatto della pandemia – rispetto a quelli televisivi, rispettivamente per 222 milioni di euro (42%) e 213 milioni di euro (40%), seguiti dai ricavi da gare (92 milioni di euro, 18%).

“L’elevata domanda di sport dal vivo fa prevedere un’ulteriore crescita in particolare dei ricavi commerciali e di quelli derivanti dal matchday. Poiché i club sembrano non poter più contare su una crescita esponenziale dei ricavi da diritti Tv, la creazione di un modello di business più focalizzato sul piano commerciale consentirà loro di ottenere un maggiore controllo sulla propria stabilità finanziaria.

Ciò può includere lo sviluppo di nuovo merchandising o di eventi non legati alle partite, come i concerti, per creare nuove offerte commerciali”, evidenzia Tim Bridge, partner dello Sports Business Group di Deloitte.

Partendo dal presupposto che il numero di club della Premier League presenti nella Money League è sceso a 8, dopo che negli ultimi due anni erano stati almeno 10, il Real Madrid è tornato in vetta per la prima volta dal 2017/18 con un fatturato record di 831 milioni di euro, con un aumento di 118 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

La crescita del club è in gran parte attribuibile alla forte performance di vendita al dettaglio, all’aumento delle presenze allo stadio e alla ripresa delle entrate da sponsorizzazione in seguito all’allentamento delle restrizioni pandemiche.

Il Manchester City scende al secondo posto nella classifica 2024 nonostante una stagione 2022/23 da record sia sul campo sia fuori. Il club ha registrato i suoi ricavi più alti di sempre per una stagione, pari a 826 milioni di euro, grazie al successo in Champions League e in Premier League che hanno incrementato i ricavi commerciali e di trasmissione rispettivamente di 50 e 26 milioni di euro.

Il Paris Saint-Germain invece è entrato nella top 3 per la prima volta nella storia della Money League con ricavi pari a 802 milioni di euro. Il Barcellona, in quarta posizione (800 milioni di euro), è uno dei maggiori protagonisti della Money League di quest’anno, perché salito dal settimo posto grazie al record di ricavi da licenze e merchandising del club e al ritorno dei tifosi negli stadi. Il Liverpool (683 milioni di euro) ha registrato il maggior calo nella classifica annuale, passando dal terzo al settimo posto a causa di una flessione dei risultati sul campo in entrambe le competizioni nazionali ed europee. Peraltro, è stato uno dei tre club della Money League (insieme all’Atletico Madrid e al West Ham) a registrare un calo dei ricavi.

Anche se la stagione 2022/2023 è stata abbastanza complessa per la Juventus, soprattutto per le vicende giudiziarie, tuttavia i bianconeri si sono confermati come il primo club italiano per fatturato, rimanendo all’11esimo posto, ma aumentando i propri ricavi del +8% a 432 milioni di euro.

Balzo importante per il Milan, che passa dalla 16esima posizione alla 13esima, toccando quota 385 milioni di ricavi, in aumento di addirittura il 50% rispetto alla stagione 2021/22. Rimane al 14esimo posto l’Inter che ha aumentato di quasi 50 milioni di ricavi a circa 379 milioni di euro  (+23%). Il Napoli, anche grazie alla vittoria dello scudetto, è una delle tre new entry nella top 20 di questa edizione, con ricavi totali per oltre 267 milioni di euro, in crescita del +71%.

La top 20 dei club di calcio che guadagnano di più in milioni di euro

  1. Real Madrid: 831,4
  2. Manchester City: 825,9
  3. Paris Saint Germain: 801,8
  4. Barcellona: 800,1
  5. Manchester United 745,8
  6. Bayern Monaco: 744
  7. Liverpool: 682.9
  8. Tottenham: 631.5
  9. Chelsea: 589.4
  10. Arsenal: 532.6
  11. Juventus: 432.4
  12. Borussia Dortmund: 420
  13. Milan: 385.3
  14. Inter: 378.9
  15. Atletico Madrid: 364.1
  16. Eintracht di Francoforte: 293.5
  17. Newcastle: 287.8
  18. West Ham: 275.1
  19. Napoli: 267.7
  20. Olympique Marsiglia: 258.4

 

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