Umberto Bossi sconfessa Matteo Salvini come leader del Carroccio e lancia il nome del candidato ideale a succedere all’attuale vicepremier: Giorgetti, ministro dell’Economia, l’unico in grado di rilanciare la questione del Nord.
La reazione di Salvini non si è fatta attendere. Salvini non ha concesso la parola a Umberto Bossi. Per la prima volta da quando esiste Pontida, al fondatore della Lega Nord è stato vietato di salire sul palco per rivolgersi al popolo radunato nel pratone. Salvini ha liquidato la questione con una battuta frettolosa: “Parlerò io e i governatori”.
Lui, il vecchio capo messo da parte, ha scambiato poche parole con la vecchia guardia rottamata, da Roberto Castelli a Mario Borghezio. Ha evitato giornalisti e polemiche. Ma quando già era a bordo dell’auto che lo stava riportando a Gemonio, ha avuto uno scatto d’orgoglio: “Sono invidiosi, è un invito ad andare via dalla Lega”. Poca solidarietà a Bossi dai molti militanti, vecchi e nuovi, che hanno invaso Pontida. “Come un bravo nonno, meglio che si faccia da parte”.
L’ATTACCO DI BOSSI. Bossi è tornato a parlare della Lega, in occasione dei 40 anni dalla nascita del partito. “Alla Lega serve un nuovo leader che vada nella direzione dell’autonomia, che rimetta al centro la questione settentrionale. Se Giorgetti potrebbe sostituire Salvini? Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no lo massacrano. Se la base non approva i programmi, non vai da nessuna parte. Diventa una bolla di sapone”, ha dichiarato il fondatore del Carroccio, che ha fatto sapere che non sarà presente alla festa a Varese del partito, dove ci sarà invece il segretario Salvini.
“Alle critiche di Umberto Bossi sono abituato da trent’anni, ne parlo anche nel mio libro che uscirà a fine aprile. Le ascolto con attenzione e gratitudine, rispondo solo che vederlo in salute è il miglior regalo per questa festa”, ha dichiarato il leader della Lega in una nota.
“Oggi sono molto contento, ho visto tanta gente che non vedevo da anni, è la Lega di 40 anni fa”, ha detto Bossi, festeggiando con un centinaio di militanti a Gemonio il quarantesimo anniversario dalla fondazione della Lega. “Salvini ha preso la sua strada, ciascuno prende la sua strada, ci vuole un po’ di testa”, ha dichiarato Bossi.
In merito all’attuale segretario, il Senatur ha dichiarato: “Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità, mi aspettavo che senza dire niente comparisse”, ha sottolineato Bossi, che ha poi ricordato gli inizi del Carroccio. “La Lega di 40 anni fa era radicata nella base popolare, in consiglio a Varese si parlava in dialetto. Se le radici sono forti, è difficile che si fermino. Sicuramente abbiamo fatto un grande sforzo, era un mondo diverso, c’era necessità di nuovo e chiunque avesse intuito politico l’avrebbe capito. Lì siamo nati noi”, ha dichiarato il Senatur. “Oggi serve un’altra spallata per cambiare le cose, la Lega deve essere uno sprone”, ha poi concluso.
Durante la festa, Bossi ha condiviso con i presenti i momenti più significativi di questi anni di militanza politica. “Il mio ricordo più bello? Quando andavamo sul Po, le ampolle le conserva ancora Calderoli”, ha raccontato. A Bossi, Marco Reguzzoni ha portato una bottiglia di vino da accompagnare alla torta di cioccolato con la scritta ‘Caro Umberto ti vogliamo bene’ e ha partecipato alla festa anche l’autista dell’ambulanza che soccorse il Senatur quando venne colpito da un ictus nel 2004. Infine anche una battuta sul governo Meloni: “Questo esecutivo deve ottenere risultati”.