Polemiche sull’emendamento di Fratelli d’Italia al decreto sul Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia. In cui c’è scritto: le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”-
Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, è passato in commissione bilancio ed è stato stigmatizzato dalle opposizioni: il coinvolgimento delle “associazioni pro-life” nei consultori “rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”, è “vergognoso”, puntano il dito M5s e Pd.
IN POLONIA. Migliaia di manifestanti contrari all’aborto hanno sfilato domenica per le strade di Varsavia. La protesta è arrivata in risposta all’approvazione da parte del governo, guidato da Donald Tusk, di quattro proposte di legge per introdurre regole sull’interruzione di gravidanza in linea con la maggioranza dei Paesi europei e consentire alla donna di abortire fino alla dodicesima settimana.
IN ARIZONA. Decine di persone hanno manifestato a Scottsdale a sostegno dell’aborto e contro la sentenza della Corte Suprema statale, che la scorsa settimana ha ripristinato una legge del 1864 che vieta quasi totalmente la pratica, a eccezione di quando la vita della donna incinta è in pericolo. La norma del 1864 – istituita quando l’Arizona non era nemmeno uno Stato – non era più applicata dal 1973, in seguito alla sentenza “Roe v. Wade”. Sentenza che è stata cancellata due anni fa dalla Corte suprema. La decisione dei giudici statali ha scatenato la protesta dei democratici. L’Arizona potrebbe essere uno Stato decisivo alle elezioni presidenziali del prossimo novembre.
IN EUROPA. Il Parlamento europeo dice sì al diritto di aborto. L’Eurocamera con una risoluzione, approvata l’11 aprile con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, chiede che la possibilità di abortire liberamente venga inserita nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. I deputati, come si legge sul sito ufficiale dell’istituzione europea, condannano il regresso sui diritti delle donne e tutti i tentativi di limitare o rimuovere gli ostacoli esistenti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) e la parità di genere a livello globale, anche negli Stati membri dell’UE
.La richiesta del Parlamento invita a modificare l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue per affermare che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.
Oltre a questo punto il testo esorta i Paesi UE a depenalizzare completamente l’aborto in linea con le linee guida dell’OMS del 2022 e a rimuovere e combattere gli ostacoli all’aborto, invitando la Polonia e Malta ad abrogare le loro leggi e altre misure che lo vietano e lo limitano. I deputati condannano che, in alcuni Stati membri, l’aborto sia negato dai medici, e in alcuni casi da intere istituzioni mediche, sulla base di una clausola di “coscienza”, spesso in situazioni in cui un eventuale ritardo mette in pericolo la vita o la salute del paziente.
Inoltre, sempre secondo il Parlamento, i metodi e le procedure di aborto dovrebbero essere una parte obbligatoria del curriculum per medici e studenti di medicina. La Commissione europea, infine, viene invitata a garantire che le organizzazioni che operano contro la parità di genere e i diritti delle donne, compresi i diritti riproduttivi, non ricevano finanziamenti dell’UE. Gli Stati membri e i governi locali devono aumentare la spesa per programmi e sussidi per i servizi sanitari e di pianificazione familiare.