domenica 24 Novembre 2024

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CORSA ALLE ARMI / 2023: il mondo ha speso per gli eserciti 2.443 miliardi

Non è una sorpresa. Con due guerre in corso nell’area mediterranea ed europea che coinvolgono indirettamente i grandi della Terra – con forniture miliardarie a Israele e all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e all’Ucraina dai Paesi europei – non era difficile prevedere che il 2023 sarebbe passato agli atti come l’anno dell’aumento record della spesa militare nel mondo. Il Rapporto dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri) lo certifica. E’ l’incremento più alto degli ultimi 15 anni. Lo rileva un ampio servizio dell’Avvenire, il giornale della Cei. Ecco una sintesi.

Il Sipri è il più autorevole istituto indipendente di ricerca e analisi sulla sicurezza globale. Ha tirato le somme: l’anno scorso si sono spesi in armamenti 2.443 miliardi di dollari, pari a 2.293 miliardi di euro. Mai così tanti. L’equivalente del 2,3% del Prodotto interno globale. L’aumento è stato del 6,8% sull’anno precedente: mai così alto dal 2009. Sempre per la prima volta dal 2009, l’incremento è stato registrato in tutte e cinque le regioni geografiche del pianeta. “Non c’è zona del mondo in cui le cose siano migliorate” osserva Nan Tian, ricercatrice del Sipri.

Di conflitti, in quella che il Papa ha definito la Terza guerra mondiale a pezzi, se ne contavano già parecchi – nelle periferie africane e asiatiche della geopolitica – ma negli ultimi due anni sono scesi sul campo di battaglia direttamente Stati dotati dell’arma nucleare quali la Federazione Russa e Israele. Supportato, il primo, da forniture provenienti da altre due potenze militari: la Corea del Nord, anch’essa dotata di armi nucleari, e l’Iran che si prepara a diventarlo. Per poter sostenere l’Ucraina, la Nato ha esortato i Paesi membri a destinare alla difesa almeno il 2% del proprio Prodotto interno lordo.

Il Congresso americano ha appena varato un ulteriore pacchetto di aiuti a Kiev, per oltre l’80% supporto militare. Di questi, 29 miliardi andranno all’industria bellica statunitense per la produzione delle armi che dovranno rimpiazzare, nelle scorte strategiche, quelle inviate all’Ucraina.

A guidare la classifica son o dunque gli Stati Uniti con un investimento di 860 miliardi di euro (+2,3% rispetto al 2022), coprendo da soli il 37% della spesa globale. Al secondo posto c’è la Cina, che spende in armi un terzo rispetto agli Usa: 278 miliardi di euro (+6%), pari al 12% della spesa mondiale. Segue la Russa, che l’anno scorso ha speso 102 miliardi di euro (+24% sul 2022) dedicando alle armi il 5,9% del suo Pil e coprendo il 4,5% della spesa globale. Al quinto posto si piazza l’Arabia Saudita (+9%), leader mediorientale per la spesa militare, seguita da Israele (+24%).

L’Ucraina è l’ottavo investitore mondiale in armamenti: spende per la difesa il 33% del suo Pil, pari a oltre 60 miliardi di euro (+51 nell’ultimo anno). Ha ricevuto aiuti militari per quasi 32 miliardi di euro.

Il Giappone, un tempo neutrale e pacifista, è diventato il sesto importatore mondiale di armi. Nella classifica della spesa militare è al decimo posto (+11%). Aumentata anche la spesa di Taiwan (+11%). Il Canada è al sedicesimo posto.

La spesa complessiva dei 31 Paesi membri della Nato ammonta a 1.260 miliardi di euro, ovvero il 55% della spesa mondiale. Il 68% è coperto dagli Usa, il il 28% dai Paesi europei (il livello più alto in un decennio) con 11 Stati che dedicano alla difesa oltre il 2% del Pil. Spicca la Polonia, che fa registrare il più alto incremento annuo in Europa: il 75%. Forte aumento anche in Spagna, dove l’anno scorso la spesa militare è stata di 22,2 miliardi di euro (+9,8%), pari all’1,5% del Pil.

In America Latina lo Stato che spende di più, in valore assoluto, per le armi è il Brasile, diciottesimo a livello mondiale con una spesa di 21,5 miliardi di euro (+3,1%).

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