L’accusa di traffico di influenze alla moglie del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, avanzata da un’organizzazione di Destra, con tutta probabilità – per sua stessa ammissione – basata su notizie false accolte però come buone dalla magistratura, sebbene provenissero da articoli e servizi giornalistici, ma senza alcuna prova o indizio. Ecco perchè il primo ministro non si dimetterà. Anzi, ha denunciato con parole dure la macchina del fango nei suoi confronti messa in moto dalla Destra da almeno dieci anni.
“Ho deciso di proseguire con tutta la forza alla guida del governo». Con queste parole, pronunciate dal palazzo della Moncloa, il premier ha messo fine ai cinque giorni di “riflessione” dopo la decisione della procura di accogliere la denuncia della controversa organizzazione Manos Limpias e aprire un’inchiesta nei confronti della moglie, Begoña Gómez.
Era stato lo stesso leader progressista a prendere di contropiede l’opposizione e a denunciare, di fronte al Congresso, gli «attacchi senza precedenti» contro la sua famiglia. Poi aveva scritto una lettera aperta ai cittadini in cui informava della volontà di prendersi una pausa per scegliere se proseguire o farsi da parte. Immediata era scattata l’ondata di solidarietà.
Oltre centomila sono scesi in piazza sabato al grido: «Non andartene», domenica c’è stata una nuova manifestazione di 5mila persone davanti al quartier generale del partito socialista. Nel frattempo, Manos Limpias ha ammesso che la propria accusa di traffico di influenze, per cui aveva portato come unica prova articoli e servizi dei media, poteva essere basata su false informazioni.
Sánchez è rimasto in silenzio fino alle 11 di questa mattina quando ha sciolto le riserve. «Begoña e io sappiamo che la campagna di discredito non si fermerà, va avanti da dieci anni. Ma la affronteremo», ha detto il primo ministro. Quest’ultimo, però, non si è limitato a parlare della propria vicenda personale. Ha utilizzato il “caso Manos Limpias” per lanciare un forte messaggio politico in vista delle Europee
. Si assiste a una deriva – ha affermato – nella «vita pubblica politica non solo spagnola» «contaminata dal fango delle fake news». «Si tratta di decidere che tipo di società vogliamo essere», ha affermato. E ha concluso: «Chiedo alla società spagnola di essere ancora una volta esempio e ispirazione per un mondo travagliato e ferito. I mali che ci affliggono fanno parte di un movimento reazionario globale che aspira a imporre la sua agenda regressiva. Mostriamo al mondo come si difende la democrazia. Mettiamo fine a questo fango nell’unico modo possibile: attraverso il rifiuto collettivo, sereno, democratico. Al di là delle ideologie».