In appena quattro mesi dall’inizio dell’anno gli Stati Uniti fanno registrare un nuovo record: il numero delle sparatorie di massa, quel triste fenomeno legato alla libera vendita delle armi, anche quelle d’assalto, particolarmente devastanti. Le cifre ufficiali rilevate dal Gun Violence Archive di Washington ci dicono che le sparatorie di massa (gun shooting) sono state 200, numero di gran lunga superiore a quelli dei sei anni precedenti, in massima parte con armi che sputano centinaia di proiettili in pochissimi secondi, armi in dotazione dei reparti militari.
L’archivio nazionale di Washington sulle violenze con le armi viene costantemente aggiornato e ci mostra un Paese ormai alle prese, e non da oggi, con un fenomeno allarmante visti anche i protagonisti: spesso studenti o suprematisti. Gli ultimi due casi, tre giorni fa, in Texas e a Brownsville, al confine con il Messico.
La prima strage ad Allen, un sobborgo di Dallas, dove un uomo di 33 anni, un neonazista affiliato ai suprematisti bianchi, in tenuta da combattimento è sceso dall’auto e ha sparato all’impazzata nel parcheggio di un affollato supermercato. Otto pesone, tra i 5 e 51 anni, sono state uccise, oltre all’assassino, e altre sette ferite, alcune in maniera grave. (Nella foto Il centro commerciale di Allen nel Texas. DayFR Italian)
L’altra strage ha visto protagonista un ispanico alla guida di un suv che ha deliberatamente investito a grande velocità un gruppo di migranti partiti dal Venezuela che stazionava alla fermata di un bus. I migranti sono stati falciati come birilli, sette sono morti. Il conducente è stato arrestato con l’accusa di guida spericolata ma la polizia è convinta che si sia trattato di un atto intenzionale, visto che nella zona è aumentata l’insofferenza per l’aumento dei migranti.
La vicenda texana ha spinto ancora una volta il presidente Biden a chiedere al Congresso una legge che metta al bando le armi d’assalto chiedendo controlli rigidi su chi le acquista e condanne per i produttori di armi. “Oltre 14mila nostri cittadini – ha detto – hanno perso la vita. La causa principale della morte dei bambini è la violenza delle armi. Pregare e inviare messaggi di cordoglio non serve”.
IL SECONDO EMENDAMENTO
La vendita delle armi negli Stati Uniti affonda in una granitica tradizione da Far West della storia americana, con una popolazione nettamente favorevole alla detenzione di armi. L’inossidabile secondo emendamento della Costituzione protegge il diritto dei cittadini statunitensi di detenere e portare armi.
Fu ratificato il 15 dicembre 1791, come uno dei dieci emendamenti approvati il 25 settembre 1789 dal 1º Congresso, noti come Carta dei Diritti. Con il caso giudiziario Distretto di Columbia contro Heller, 2008, la Corte Suprema ha affermato per la prima volta che il diritto a possedere un’arma spetta a ogni singola persona e che l’emendamento protegga il diritto di un individuo di tenere un’arma per la difesa personale, constatando comunque che tale diritto non è illimitato e non preclude l’esistenza di alcuni divieti di come «il possesso di armi da parte di criminali e malati di mente».
Nel caso McDonald contro la città di Chicago del 2010, la Corte suprema ha stabilito che i governi degli Stati federati e delle contee sono limitati nella stessa misura del governo federale dal violare questo diritto.
IL REGALO DI NATALE
Una conferma di come la libertà di acquistare e possedere mitra e pistole sia connaturata al costume americano arriva da un’altra vicenda di gun shooting. E’ quella del quindicenne Ethan Crumbley che ha ucciso nel suo liceo a Oakland, vicino a Detroit (Michigan), quattro studenti, ferendone altri sei oltre a un insegnante. (Nella foto i genitori di Ethan, nel riquadro, da The Miami Times)
In un Paese dove la vendita delle armi è come vendere caramelle è un evento tristemente normale. Come non ricordare la strage di Columbine e gli altri massacri nelle scuole americane che la precedettero o la seguirono. In questo caso, però, c’è un dettaglio che all’orrore aggiunge la crudeltà e l’inconsistenza culturale e umana di altri due protagonisti: la madre e il padre del giovane assassino, nelle vesti, possiamo dire, di Babbo Natale e della Befana.
La pistola con cui Ethan ha sparato era, infatti, il regalo di Natale dei suoi genitori. Anziché libri, un bel maglione o un abbonamento alle partite nell’Nba dei Detroit, la madre gli ha consegnato, sotto lo sguardo compiaciuto del padre, un pacco con dentro una pistola Sing Sauer 9 millimetri da 700 dollari.
Ethan non trattiene la gioia e corre sui social a presentare la foto della sua meraviglia. La madre non è da meno e scrive sulla Rete: “Oggi grande domenica da mamma, siamo andati con Ethan a provare il suo regalo”.
Il lunedì a scuola un professore nota Ethan che cerca su Google la parola “munizioni” e fa avvisare la mamma. La quale è talmente allarmata dalla convocazione che invia un sms al figlio di questo tenore: “Non sono arrabbiata con te. Ma devi imparare a non farti beccare”. Della serie “Figlio mio… fatti più furbo”.
Il giorno della strage, il 30 novembre 2021, un martedì, il professore trova sul banco di Ethan un foglio con il disegno di una pistola puntata contro la frase: “I pensieri non si fermeranno. Aiutatemi”. E poi un altro disegno: un proiettile che sta per colpire una persona, accompagnato dalle scritte: “Sangue ovunque” e “La mia vita è inutile, il mondo è morto”.
Vengono convocati i genitori che si oppongono però alla proposta della scuola di rimandare a casa Ethan e farlo visitare da uno psicologo. Ethan torna in classe con il suo zaino con dentro il bel regalo di Natale. Poi si chiude in bagno per uscirne dopo tre ore alla maniera dell’ispettore Callaghan-Clint Eastwood. Spara ai compagni e al professore. Una strage. La madre, prima che premesse il grilletto le aveva inviato un messaggio: “Ethan, non farlo”. I genitori si danno alla fuga, abbandonando il figlio al suo destino: l’accusa è di omicidio premeditato e terrorismo.
I genitori vengono catturati e arrestati. Dovranno rispondere di omicidio colposo per ciascuno dei quattro studenti uccisi. Rischiano 15 anni di carcere. Ethan invece è comparso in tribunale per rispondere di ben 24 capi d’accusa, tra cui terrorismo. La Procura, infatti, per la prima volta ha contestato tale reato all’autore di stragi simili. Il processo è ancora in corso, ma le stragi non si fermano.
Piero Di Antonio
Amano fare boom.