Nella società contemporanea, l’ansia per la sicurezza pervade ogni aspetto della nostra vita, spingendoci verso una ricerca incessante di pace e quiete. Tuttavia, il filosofo ferrarese Mirko Nistoro, nel suo ultimo lavoro “L’insicurezza. Un bisogno primordiale“ (Primiceri Editore – 2024) ci invita a rivalutare il nostro approccio nei confronti dell’insicurezza. Questo testo (che ha visto nell’appendice la collaborazione di Giovanni Gerardo, Umberto Ghedini ed Enrico Pellegrini) è stato presentato alla Libreria Il Libraccio (Ibs) di Ferrara dal professor Davide Ruggieri alla presenza dell’autore. (Nella foto da Fb, Ruggieri, al centro, e, a destra, il filosofo Mirko Nistoro alla presentazione del libro)
Nistoro esplora il tema dell’insicurezza come elemento fondamentale della vita. Un bambino – si legge nella sinossi – simbolo concreto dell’essere umano nella sua spontaneità, privo ancora di acculturazione, tende all’esplorazione della realtà circostante, si muove nel rischio e nel pericolo, vive pienamente la tensione. Vive il pericolo, e quindi la possibilità atavica della morte, senza fuggire da tale rischio.
Allo stesso modo un qualsiasi essere animale, messo a vivere in un luogo circoscritto, con tutti i comfort del caso, in assenza del pericolo di altri predatori, senza alcuna difficoltà a soddisfare i bisogni primari, in particolar modo quelli legati all’alimentazione e alla sua ricerca, avrà una vita meno piena rispetto ad una in un luogo naturale, in presenza di continui rischi, alla ricerca spasmodica e drammatica di cibo, ad una vita più insicura.
Siamo in un momento storico, in tal senso, paradossale. Riconosciamo sempre più agli esseri animali il “diritto” alla vita, nel senso più pieno del termine e di ciò che va a significare. Chiediamo la chiusura dei circhi, degli zoo, e nel farlo, inconsapevolmente o meno, rivendichiamo per loro una vita piena, che contempli la morte, il rischio continuo, riconosciamo che la vita è essenzialmente libertà e tensione, è fondamentalmente insicurezza, la stessa del bambino che esplora tutto senza paure.
Allo stesso modo, però, assistiamo a un proliferare sempre più crescente di bisogni di sicurezza, sempre più tutto ci appare come un pericolo, non da accettare e con cui convivere, ma a cui mettere rimedio, da prevenire. Esigenze nuove, bisogni nuovi, ansie nuove. Un crescente bisogno di sicurezza che rincorre utopicamente la sicurezza come stato di quiete. Una sicurezzadipendenza.
Il punto focale di questo volume è quello dell’insicurezza, del bisogno dell’insicurezza. Se si mette ai margini questo bisogno costitutivo di ogni essere animale il risultato non è la sua opposizione, uno stato di quiete, di sicurezza, di pace ed armonia, ma, al contrario, una generazione continua e perenne del suo contrario, del bisogno di sicurezza, dell’ansia da sicurezza.
Il bambino che vive pienamente il rischio, il pericolo, la morte, l’insicurezza, se educato alla maniacale attenzione alla realtà, in modo da essere sempre sicuro di ciò che fa, al contrario dall’intenzione, non vivrà al sicuro, ma sarà immerso in uno stato di tensione, di paura. La realtà sarà per lui un pericolo, perché non saprà vivere il pericolo. E così per un adulto. La rincorsa alla sicurezza sarà per lui una rincorsa affannosa, frustrante, come per qualsiasi dipendenza, una ricerca nel presente dell’assente. Un desiderio di un non desiderio, la volontà di non volere. Chi cerca la sicurezza non troverà mai sicurezza.
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- Mirko Nistoro vive a Ferrara, insegna filosofia al Liceo Balzan dell’IIS Primo Levi di Badia Polesine (Ro). Studioso e cultore del pensiero nietzscheano e dei suoi sviluppi, spazia dalle tematiche epistemologiche ad ambiti prettamente filosofico sociali. E’ alla sua terza pubblicazione dopo La scuola mobile (Cicorivolta, 2020) e Nietzsche oltre Nietzsche (Primiceri Editore, 2021).