martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

FERRARA / Troppi manifesti e due domande: chi paga? e quanto?

di Piero Di Antonio

Uno dei grandi misteri di Ferrara, destinato però a rimanere tale per molto tempo, è legato all’esagerata e insopportabile affissione di manifesti elettorali da parte della giunta comunale uscente. Un’invasione di cartelloni (vota qui-vota là) in tutte le salse e in tutti gli angoli della città, negli incroci, nelle piazze, nelle vie, nei punti strategici dove l’occhio non può non cadere, sui bus, finanche sui pali della luce. Ovunque.

Una campagna a tappeto programmata con largo anticipo, asfissiante, della serie “spezzeremo le reni all’opposizione  e ai comunisti di m…a”. Secondo molti ferraresi, però, anche di cattivo gusto, considerando che i protagonisti sono coloro che per cinque anni hanno amministrato Ferrara e che, alla luce del massiccio dispiegamento di mezzi pubblicitari, della sobrietà non sanno che farsene.

Una campagna talmente capillare e, immaginiamo, talmente costosa che un primo risultato l’ha già ottenuto: sorprendere i cittadini con la manifestazione di forza e arroganza che emana, come se ne son viste in giro ben poche.

Per carità, legge rispettata, tutto lecito. Oddio… lecito all’80 per cento, poiché mancano le risposte agli interrogativi che il cittadino-contribuente si pone dinanzi a una tale esibizione muscolare di potenza e di potere, condotta finanche con manifesti di dimensioni tali che ci sembra di star percorrendo strade metropolitane: New York, Londra, Parigi…

Si chiedono, increduli, coloro che l’8 e 9 giugno sono chiamati alle urne: quanti manifesti e cartelloni sono stati affissi dalla maggioranza di Destra? A noi sembrano tanti, troppi, un’esagerazione per una giunta che dovrebbe avere come principale e sobrio messaggio elettorale i comportamenti dei cinque anni in municipio e i provvedimenti adottati, non solo concerti conditi con slogan e tanta propaganda.

Andiamo al sodo: quant’è costato tutto questo ambaradan? E’ troppo chiedere un resoconto anche a grandi linee (nel dettaglio si può aspettare anche il dopo-voto), partito per partito, candidato per candidato? Per avere un’idea. E poi, chi li ha pagati? Gli sponsor, i partiti o gli stessi candidati?

Siamo certi che tutto sia stato fatto rispettando le norme, ma la politica impone che chi governa debba sgomberare il campo dai sospetti e illuminare i misteri.

Le centinaia di manifesti che ci accompagnano da prima dell’avvio della campagna elettorale, di sicuro alimenteranno dicerie e insinuazioni poco commendevoli. Pertanto le risposte in un Paese civile, a rigor di logica, dovrebbero arrivare prima dell’apertura dei seggi e non nella stagione dell’oblio, in genere a Ferragosto.

Beninteso, nessuna insinuazione, bensì una richiesta di trasparenza, fattore che farebbe comodo anche a coloro che, con fastidiosa insistenza, chiedono di essere rieletti, sindaco in primis. Toglierebbe l’ombra di sospetti e di dicerie antipatiche che, in casi simili – si fanno strada da soli.

Con l’aggravante che spesso la voce del popolo – dinanzi a una tale esibizione di mezzi e a una città completamente tappezzata – si fa insistente, con voci non controllate e con pettegolezzi, fino a ipotizzare cifre iperboliche che, alla fin fine, potrebbero apparire anche scandalose. Dire prima come stanno le cose è meglio, oltre che un diritto di chi vota sapere come stanno le cose. O i diritti a Ferrara si rispettano a babbo morto?

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