domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

L’Inter europea di Inzaghi non è più pazza / In finale affronterà il City

Sarà Manchester City-Inter la finale del 10 giugno di Champions League a Istanbul. La squadra di Guardiola ha surclassato (4-0) il Real Madrid di Carlo Ancelotti e viene data per favorita nella sfida con i nerazzurri.

 

L’underdog che non ti aspetti: Simone Inzaghi. Era stato messo in discussione già nella fase finale del campionato di serie A dell’anno scorso, quando il Milan gli ha soffiato lo scudetto. Era stato dato addirittura come sicuro esonerato alla fine di questa stagione dopo una serie di sconfitte che avevano messo in discussione addirittura la partecipazione alle prossime coppe europee.

Ma lo sfavorito della Champions League, e non solo, e sicuro partente da Milano ha stupito tutti portando l’eterna pazza Inter, da ieri sera meno pazza e più affidabile, alla finale di Champions del 10 giugno a Istanbul, oltre che alla finale della Coppa Italia e alla quasi certa qualificazione alle Coppe della prossima stagione.

Una serie di nove vittorie consecutive, sia in Coppa, sia in campionato, ha proiettato il club nerazzurro al traguardo più prestigioso, allontanando nel contempo i rischi di un’esclusione dall’Europa che conta.

Le due vittorie nella semifinale più difficile e attesa, l’euroderby con il Milan, ha confermato la qualità dell’allenatore interista: nelle gare secche, programmate e giocate come se si trattassero delle finali, non sbaglia mai.

E’ riuscito a mandare in campo una squadra ben allenata, che ha corsa e anche schemi collaudati, affidati a un Barella stratosferico in quanto a dinamismo in tutte le zone del campo, una difesa impenetrabile con un portiere difficile da sorprendere e superare, e, soprattutto, che può contare su un Lautaro Martinez in gran forma, vero capitano e condottiero.

L’argentino campione del mondo lotta su ogni pallone, aggredisce i difensori, è tignoso e irriducibile, e sa come colpire. Il gol decisivo nella partita di ritorno della semifinale che ha scatenato l’entusiasmo dei 75mila di San Siro (a proposito, perché abbatterlo?) e che ha proiettato l’Inter in Turchia è stato un capolavoro di fraseggio in area milanista tra lui e Lukaku. In titic-titoc che ha “uccellato”, per dirla alla Gianni Brera, l’ingenua difesa rossonera.

Sulla qualificazione alla finale di Champions, a tredici anni di distanza dal triplete di Mourinho, pesa però una goccia di veleno che lo stesso Inzaghi ha voluto ribadire e versare nel dopo partita, facendo riferimento ai suoi avversari in seno al club che avrebbero, a suo dire, remato contro nella fase più delicata e importante della stagione.

Facile azzardare una previsione: dopo la finale di Istanbul, con o senza la Coppa in mano, Inzaghi vuoterà il sacco e ci farà sapere o capire quali sono stati i suoi detrattori, ossia coloro che hanno tentato di frenare il cammino dell’Inter: se qualche dirigente, se qualche calciatore o settori del tifo organizzato.

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