Un esercito di invisibili che si fa visibile nel rapporto della Guardia di Finanza. Sono 60mila, sia uomini che donne, le persone individuate dalle Fiamme Gialle, nel corso di controlli durati 17 mesi, costrette a lavorare senza un contratto o con accordi irregolari. Numeri che emergono dal bilancio operativo reso reso noto in occasione del 250esimo anniversario del Corpo, e che raccontano delle verifiche svolte in tema di lotta al lavoro nero dal primo gennaio del 2023 al 31maggio scorso.
I finanzieri hanno individuato 59.539 lavoratori irregolari. Una cifra che rappresenta il 32% in più rispetto ai 45.041 scoperti nell’analogo periodo precedente. Numeri che arrivano dopo la tragedia di Satnam Singh, il cittadino morto dopo esser stato abbandonato davanti casa dal proprietario dell’azienda agricola nella quale poco prima aveva perso il braccio destro in un incidente sul lavoro e nel giorno in cui, sempre a Latina, ha perso la vita un giovane elettricista di 29 anni.
La lotta al lavoro sommerso viaggia in parallelo, ma non mancano i punti di contatto, con quella ai clan. Dai dati forniti dalla Gdf si attesta sui 3,6 miliardi di euro il valore dei beni riconducibili alla criminalità organizzata sequestrati, confiscati o sottoposti ad amministrazione giudiziaria.
Sul fronte del riciclaggio, i finanzieri hanno scoperto operazioni illecite per 6,8 miliardi e denunciato 5.316 persone, di cui 461 arrestate, mentre il contrasto alle nuove frodi telematiche ha consentito di sequestrare beni per 92 milioni di euro. 75 milioni è invece il controvalore in euro delle criptovalute sequestrate, con la Finanza che ha scoperto la prima ‘mining farm’ italiana, una struttura composta da hardwaree software in grado di coniare nuove valute virtuali.
Importanti anche i numeri sul fronte del contrasto alla contraffazione e alla tutela del made in Italy: sono stati sequestrati oltre 800 milioni di prodotti falsi e oltre 22mila tonnellate di prodotti agroalimentari. Per quanto riguarda le operazioni sospette, sono stati esaminati quasi 252mila flussi finanziari, 500 dei quali legati al finanziamento del terrorismo.
Sul fronte delle truffe, ammontano a circa due miliardi di euro le frodi sui fondi che erano destinati a sostenere le famiglie e le imprese. Dai dati emerge inoltre un danno erariale per circa 3 miliardi di euro, con 19.674 indagini in tema di spesa pubblica che hanno portato alla denuncia di oltre 31mila persone e alla segnalazione alla Corte dei Conti di 6.345 responsabili degli ammanchi alle casse dello Stato.
Quasi raddoppiati i sequestri dei beni profitto dell’evasione fiscale: ne sono stati effettuati per un valore complessivo di 8,3 miliardi, tre miliardi e mezzo in più rispetto ai 4,8 recuperati nell’analogo periodo precedente. I finanzieri hanno scoperto 8.743 evasori totali, soggetti o imprese completamente sconosciute al fisco, un numero sostanzialmente identico al periodo precedente (quando furono 8.924).
Infine, dall’inizio della guerra in Ucraina nel 2022 sono stati congelati in Italia beni riconducibili a oligarchi russi per un valore complessivo di due miliardi di euro. Il dato emerge dal bilancio operativo della Guardia di Finanza a cui il Comitato di sicurezza finanziaria ha delegato gli accertamenti economico-patrimoniali sui soggetti inseriti nella black list dell’Unione europea. I beni -fabbricati, auto e imbarcazioni di lusso, aerei, terreni, opere d’arte e quote societarie – sono stati congelati complessivamente a 29 soggetti.