Julian Assange è libero. Il fondatore di Wikileaks, ieri sera, ha lasciato il carcere di massima sicurezza in Inghilterra dopo 5 anni di detenzione. A riportare la notizia è proprio Wikileaks: grazie ad un accordo con il Dipartimento di Giustizia del governo degli Stati Uniti d’America Assange eviterà quindi la prigione negli Usa (dove rischiava l’ergastolo).
Il giornalista, 52 anni, secondo quanto riportato dai media, ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato legato al suo presunto ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale riservato da parte del governo statunitense dopo che il suo sito web di denuncia aveva pubblicato documenti relativi alle guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan. Con la dichiarazione di colpevolezza dovrebbe scontare 64 mesi di carcere compensati, però, con quelli già trascorsi in prigione, diventando di fatto un uomo libero.
Assange, nel pomeriggio di ieri, si è imbarcato all’aeroporto di Stansted ed è partito dal Regno Unito. L’accordo raggiunto con il Dipartimento di Giustizia Usa ora deve essere ratificato da un giudice federale.
Stella Assange, moglie del fondatore di WikiLeaks Julian Assange, ha dichiarato in un videomessaggio di essere sicura che la detenzione di suo marito “sia giunta al termine”, dopo che questi ha raggiunto un accordo con il governo degli Stati Uniti in cui si dichiarerà colpevole di accuse penali e sarà liberato.
Parlando fuori dalla prigione di Belmarsh nel Regno Unito, dove Assange è stato rilasciato lunedì (24 giugno), Stella e il caporedattore di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson hanno ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto Julian Assange e la sua causa.
L’agenzia Reuters è stata in grado di confermare che il luogo delle dichiarazioni è stato girato all’esterno della prigione di Belmarsh, confrontando l’esterno dell’edificio, il tracciato stradale e la recinzione di sicurezza attorno alla strada per archiviare le immagini. Reuters non è stata in grado di confermare quando è stato girato il filmato.
Assange è stato incriminato durante l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump per il rilascio di massa da parte di WikiLeaks di documenti segreti statunitensi, trapelati da Chelsea Manning, un ex analista dell’intelligence militare statunitense che è stato anche perseguito ai sensi della legge sullo spionaggio.
Il 52enne ha accettato di dichiararsi colpevole e sarà condannato nel corso di un’udienza che si terrà mercoledì alle 9 ora locale sull’isola di Saipan. Non si prevede che dovrà affrontare un nuovo periodo di detenzione e che otterrà credito per i cinque anni già scontati in una prigione del Regno Unito. Tornerà in Australia dopo l’udienza, secondo una dichiarazione di Wikileaks.