Arriva il primo provvedimento attuativo della riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche. Tra le previsioni c’è la maxi deduzione del costo del lavoro. Si tratta di un’agevolazione che persegue l’obiettivo di incentivare nelle imprese nuove assunzioni con carattere di stabilità, dunque con contratti a tempo indeterminato e consiste nella possibilità di incrementare contabilmente il costo di lavoratrici e lavoratori del 20%, o del 30% in caso di assunzione di soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate.
Un esempio: considerando un costo del lavoratore per l’azienda pari a 2.000 euro. Se applichiamo la maxi deduzione, in contabilità andremo a inserire un costo pari a 2.400 euro ( il 120% di 2.000), di fatto andando a ridurre l’utile su cui poi si andranno a calcolare le imposte dell’azienda o del professionista. In sostanza, il Fisco riconosce un costo maggiore rispetto a quello effettivamente sborsato.
Il beneficio fiscale può essere applicato soltanto sui costi del lavoro derivanti da nuove assunzioni fatte a partire da gennaio 2024, non è dunque retroattivo e non riguarda tutte le lavoratrici e i lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Chi sono i soggetti destinatari del beneficio, ricordando che si rivolge ai datori di lavoro titolari di reddito di impresa e gli esercenti di arti e professioni. In sostanza, riguarda i datori di lavoro che nel 2024 intendono incrementare il livello occupazionale e che nel 2023 abbiano esercitato la propria attività per almeno 365 giorni, dunque devono essere stati operativi per l’intero anno appena trascorso. Per ottenere una maggiorazione più ampia del costo del lavoro deducibile, pari al 30% dei costi sostenuti per le nuove assunzioni, occorre che detti importi facciano riferimento a lavoratrici e lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati.