All’estrema destra di Marine Le Pen il primo turno delle elezioni legislative francesi. Il Rassemblement national è il primo partito con il 33% dei consensi, mentre la sinistra del Nuovo Fronte Naionale si attesta al 28%. Crolla l’Ensemble del presidente Macron al 21%. I Repubblicani (gollisti) hanno avuto il 10%. C’è da considerare un fatto di enorme portata politica: una frangia del partito che fu di De Gaulle, i Repubblicani, da sempre avversi al neofascismo e alla Destra estrema, si è schierata con il delfino di Marine Le Pen, Jordan Bardella.
L’estrema destra, nel secondo turno, può comunque arrivare alla maggioranza di seggi nell’Assemblea, le proiezioni parlano addirittura della possibilità di toccare oltre 300 deputati all’Assemblea nazionale che sarebbe poi l’obiettivo indicato da Marine Le Pen nel suo primo intervento “per agevolare il governo del giovane Bardella”.
Melenchon, leader del Nuovo Fronte Popolare, ha da parte sua dichiarato che in caso di una triangolazione nei vari collegio – ovvero la presenza di tre candidati a contendersi l’elezione nel ballottaggio- farà ritirare il suo di candidato, se collocato al terzo posto, in favore del candidato di Macron. Lo stesso Macron, appena diffuse le prime proiezioni, ha invitato i francesi a fare blocco contro l’estrema Destra. Una chiamata all’unità nazionale contro il pericolo di una Destra alla guida della Francia. Lo stesso presidente l’ha chiamata “blocco repubblicano”. In mattinata, Macron ha cambiato leggermente linea: ai ballottaggi, il Centro di Ensemble valuterà caso per caso chi votare.
Il primo ministro Attal ha lanciato l’appello al Fronte repubblicano affinché domenica 7 giugno non venga sprecato un solo voto. Intanto Jordan Bardella ha affermato di puntare a diventare primo ministro, garantendo una coabitazione rispettosa con il presidente Macron.
Dal primo turno delle legislative francesi è emersa una tendenza finora sfuggita agli istituti demoscopici: dinanzi a un’affluenza storica (66,7% pari a 32.911.132 elettori, ben al di sopra del 47,51% registrato nel 2022), si è avuta la forte partecipazione al voto dei giovani, i quali, secondo un sondaggio Toluna Harris Interactive, per il 41 per cento degli elettori di età tra 18 e 24 anni hanno votato a sinistra, per le Nouveau Front Populaire; il 23% ha votato invece il Rn e i suoi alleati. Fedeli a Emmanuel Macron sono rimasti il 13% dei giovani elettori, che hanno votato per Ensemble pour la République, mentre l’8% ha optato per i Repubblicani.
Dati sostanzialmente identici per la fascia di età appena più alta, dai 25 ai 34 anni, come spiega il sondaggio. Nel 2017 i risultati furono molto diversi. Secondo Ipsos e Sopra Steria, il neoeletto presidente della Repubblica Macron e il suo partito La République En Marche avevano attirato il 32% dei giovani tra i 18 ei 24 anni.
LA GIORNATA DEL VOTO: ALTA AFFLUENZA, 65%
Dopo i territori d’Oltremare, è arrivato il turno della Francia continentale, chiamata a votare al primo turno delle elezioni legislative anticipate. Urne aperte dalle 8 alle 18, fino alle 20 nei centri maggiori. L’affluenza finale è stata del 65%, percentuale altissima.
Il dato dell’affluenza alle 17 nella Francia continentale è stata del 60%, in netta crescita rispetto al 40% delle elezioni del 2022 alla stessa ora. Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso da Emmanuel Macron il 9 giugno e la concreta possibilità di una vittoria della destra radicale di Rassemblement National (Rn) sembrano avere mobilitato i francesi più delle attese. Hanno già votato il Primo ministro Gabriel Attal, la capogruppo di Rn all’Assemblea nazionale Marine Le Pen, il presidente dei Repubblicani Éric Ciotti.
I primi segnali erano arrivati ieri dall’affluenza in Nuova Caledonia, territorio nel sud del Pacifico. “L’affluenza stimata alle 12.00 (le 3:00 in Italia) era del 32,39%. Alle elezioni precedenti, nel 2022, era stata del 13,06% e del 15,76% nel 2017”, ha annunciato l’alto commissariato della repubblica in un comunicato.
“Il voto si è svolto senza incidenti e in modo sicuro”, ha aggiunto, in un momento in cui la tensione rimane alta nell’arcipelago dopo i disordini causati dalla riforma elettorale respinta dal movimento pro-indipendenza. Circa 229.000 abitanti della Nuova Caledonia sono stati chiamati alle urne per eleggere due deputati per il territorio francese.
I sondaggi d’opinione finali davano al Rn tra il 35% e il 37% dei voti, contro il 27,5-29% per l’alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare e il 20-21% per il campo centrista di Macron.
Le voci dei cittadini ai seggi, raccolte dall’inviata Rai a Parigi Emma Farnè
File fuori da un seggio elettorale presso il Centro Culturale Ko We Kara per votare al primo turno delle elezioni legislative francesi a Noumea, nel territorio francese della Nuova Caledonia, nel Pacifico, il 30 giugno 2024.
Per lunedì Macron ha già convocato una riunione del governo per decidere la linea d’azione in vista del secondo turno di votazioni del 7 luglio. A giugno la Borsa di Parigi ha subito il più grande calo mensile degli ultimi due anni, cedendo il 6,4%. In un editoriale, il principale quotidiano francese Le Monde ha chiamato alla mobilitazione contro l’estrema destra. “Cedergli qualsiasi potere significa niente di meno che correre il rischio di vedere tutto ciò che è stato costruito e conquistato in più di due secoli e mezzo essere gradualmente disfatto”.
Gli scenari possibili
Secondo alcuni analisti Macron sperava di cogliere di sorpresa gli oppositori politici presentando agli elettori una scelta cruciale sul futuro della Francia, e il dibattito si è indubbiamente polarizzato. Ma probabilmente questa estremizzazione non avrà l’effetto che il presidente centrista sperava.
Il sostegno al campo centrista di Macron è crollato durante la campagna, mentre i partiti di sinistra hanno messo da parte i loro litigi per formare il Nuovo Fronte Popolare, un riferimento all’alleanza fondata nel 1936 per combattere il fascismo. Nel frattempo il sostegno per l’estrema destra è aumentato, con gli osservatori che hanno giudicati premianti gli sforzi di Le Pen per ripulire l’immagine di un partito co-fondato da un ex membro delle Waffen SS.
Il pronostico Le Pen e del suo giovane delfino Jordan Bardella, potrebbe essere inficiato solo se la sinistra e il centrodestra unissero le forze contro il Rassemblement National al secondo turno. Se l’estrema destra dovesse ottenere la maggioranza assoluta, Bardella potrebbe diventare primo ministro più giovane della storia di Francia (ha 28 anni), in un clima di difficile coesistenza con il presidente Macron, dato che quest’ultimo ha ribadito che resterà in carica per il resto del suo secondo mandato fino al 2027, indipendentemente dall’esito elettorale.
Come funziona l’elezione in Francia
In Francia vige un sistema di ‘semipresidenzialismo’: un presidente eletto direttamente (dal 1962) e un Parlamento comunque dotato di ampi poteri. Questo sistema politico, noto come Quinta Repubblica, è regolato dalla Costituzione del 1958.
L’Assemblea nazionale ha 577 seggi. Il 29-30 giugno, primo turno, gli elettori scelgono uno dei candidati in corsa nella loro circoscrizione: chi ottiene la maggioranza assoluta (più del 50% dei voti con almeno il 25% degli elettori registrati), vince automaticamente, quindi il tasso di partecipazione è cruciale, contrariamente a quanto accade per le presidenziali.
Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si va al secondo turno il 7 luglio, con la partecipazione dei candidati che abbiano superato almento il 12,5% dei voti. Vince il candidato che ottiene il maggior numero di voti.
Se nessun partito ottiene la maggioranza e non si arriva a formare una coalizione di governo, si potrebbe creare una delicata situazione di stallo, ma non sarebbe possibile indire nuove elezioni legislative prima di un anno. Per questo diversi analisti sostengono che il presidente Macron dovrebbe in quel caso dimettersi, eventualità per ora esclusa dall’inquilino dell’Eliseo che ha scomesso sul voto anticipato.