Il Premio Strega, massimo riconoscimento letterario del nostro Paese, sancisce la vittoria di una scrittrice tra le più versatili e profonde: Donatella Di Pietrantonio. Ha vinto con L’età fragile’ (Einaudi), dedicato alle sopravvissute, in cui attraverso il rapporto tra una madre, Lucia, e la figlia ventiduenne Amanda, ha scardinato gli stereotipi sugli anni e sulla sicurezza dei piccoli luoghi di provincia, con sullo sfondo la pandemia.
Nel libro, per la prima volta la scrittrice, che non ha mai lasciato la sua professione di dentista dei bambini, ha affrontato anche la violenza di genere rievocando un fatto di cronaca nera accaduto nel 1997 nella sua terra, l’Abruzzo. “Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati” ha detto emozionata e raggiante la scrittrice dopo la consegna del premio.
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Alla fine ha vinto proprio lei, come dicevano (quasi) tutti: la scrittrice abruzzese ha vinto con 189 voti, che svettano sui 143 ottenuti da Dario Voltolini con “Invernale” (La nave di Teseo). Al terzo posto si posiziona Chiara Valerio con “Chi dice e chi tace” (Sellerio, 138 voti); a seguire, al quarto posto, Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo” (Mondadori, 83 voti). Infine ci sono Paolo Di Paolo con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli, 66 voti) e Tommaso Giartosio con “Autobiogrammatica” (minimum fax, 25 voti).
Il romanzo parla di una figlia adolescente e di una madre, ma si intreccia anche a un tema di stringente attualità, i femminicidi. Nel romanzo si racconta infatti di un fatto tragico realmente avvenuto, in Abruzzo: un doppio femminicidio di due ragazze sulla Maiella da parte di un pastore negli anni Novanta.
All’origine di questo nuovo lavoro c’è un episodio di cronaca che risale agli anni Novanta nel cuore dell’Abruzzo appenninico, quando l’orrore si era insinuato in un luogo fino ad allora immacolato.
Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento… vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile.
Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.
Donatella Di Pietrantonio è arrivata seconda allo Strega in una passata edizione con ‘Borgo Sud’. Il libro narra le vicissitudini di due sorelle che da Pescara si sono trasferite in Francia e vivono delle storie d’amore non perfette, forse nate dalla passione della gioventù ma non necessariamente sorrette dalla logica. Quel fragile equilibrio viene interrotto una notte da Adriana, la quale irrompe in casa della sorella con l’aria di chi ha visto l’inferno ed un bambino appena nato in braccio.
Nel 2014 esce il suo secondo libro – Bella Mia – per il quale riceve il Premio Brancati. Il successo di pubblico e la consacrazione arrivano però nel 2017 con la pubblicazione de L’Arminuta. Il libro riceve il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio Centolibri. Quell’anno viene insignita anche con l’onorificenza “Ordine della Minerva“. Il successo di pubblico riscontrato per quel romanzo è tale da convincere dei produttori cinematografici ad investire per una trasposizione cinematografica. I suoi fan attendevano con ansia il nuovo libro che è giunto a distanza di 4 anni dall’ultimo. E dopo Borgo Sud, un successo, ecco L’età fragile” che la proietta nell’olimpo dei grandi scrittori italiani.