La direzione intrapresa dal ministero, precisa Valditara, è quella della “valorizzazione delle tecnologie, dell’intelligenza artificiale guidata dai docenti, dell’utilizzo della didattica digitale ma non del cellulare perché ormai tutti gli studi scientifici, ma anche le grandi agenzie come Unesco e Ocse hanno dimostrato che dal punto di vista didattico ma anche psicologico, soprattutto per i bambini, ha un effetto decisamente negativo”.
E ancora: “Non c’entra nulla il tablet, non c’entra nulla il computer, non c’entrano nulla le tecnologie. Nel G7 l’accordo era già definito, molti ministri mi hanno addirittura chiesto di mettere una norma che vietasse i cellulari alle elementari e alle medie. Ormai questo è un dato scientificamente acquisito, vi sono i dati Unesco, i dati dell’Ocse, i dati di centinaia di ricerche scientifiche sui danni che l’abuso del cellulare ha per i ragazzi, soprattutto per i bambini più giovani: calo dell’attenzione, della motivazione, dell’interesse e, addirittura, calo della fantasia e della creatività. E dal punto di vista didattico anche l’Ocse ne sconsiglia l’utilizzo, soprattutto per i più piccoli, perchè favorisce la distrazione e perché abbassa i rendimenti. Ma il cellulare non c’entra nulla con tutto il resto”.
Niente divieto, quindi, per tablet, computer e per la possibilità di ricorrere, da parte dei docenti, all’Intelligenza Artificiale. Un bel libro da sfogliare e leggere, no? E una sana conversazione tra docenti e ragazzi? Se ammetti l’Intelligenza Artificiale in classe, come si fa a insegnare a uno studente l’elaborazione di un pensiero autonomo, di un testo? Con l’IA tutto è veloce e, soprattutto, a portata di mano, senza fatica alcuna per la ricerca di riferimenti storici, culturali e via discorredno. Colpire solo gli smartphone è riduttivo poiché farà dire addio ai veri valori dell’istruzione legata alle relazioni docenti-studenti, tra gli studenti stessi e alla trasmissione del sapere. Un ministro, Valditara, che getta sempre fumo negli occhi, e non va mai alla sostanza delle cose.