‘L’Amica Geniale’ di Elena Ferrante è “il libro del secolo” secondo il New York Times, che ha stilato una classifica dei 100 migliori libri del 21esimo secolo e al primo posto c’è proprio Ferrante. Il libro, così come la serie, racconta attraverso l’avvincente storia d’amicizia tra Elena e Lila l’emancipazione femminile, la mascolinità tossica, la povertà, il riscatto, la storia di un intero Paese, diverse generazioni e aspirazioni.
Mettete 503 intellettuali, autori, critici, da Stephen King a Sarah Jessica Parker; chiedete loro di rovistare tra gli scaffali impolverati di casa propria per scegliere il libro più bello dell’ultimo quarto di secolo e così di riflettere su questi ultimi bizzarri 25 anni attraverso la lente deformante della letteratura, che come diceva Ernesto Ferrero: “ci aiuta a vedere meglio”.
Lo ha fatto il New York Times con l’aiuto di Upshot e il risultato è che non ce n’è per Jonathan Franzen, né per Ishiguro, e neanche per Cormac McCarthy, solo tredicesimo. A dominare la classifica è un libro italiano, sul cui autore, sigillato ermeticamente dentro uno pseudonimo, regna ancora il mistero, nonostante i periodici scoop e le inchieste che hanno cercato di squarciare il velo di ferro. L’amica geniale (2011) di Elena Ferrante ha sbaragliato gli illustri concorrenti, perché è un libro totale.
“Il primo volume di quella che diventerà l’affascinante serie dei quattro romanzi napoletani della Ferrante – scrive il New York Times – presenta ai lettori due ragazze cresciute in una violenta periferia di Napoli: la diligente e coscienziosa Elena e la sua carismatica e più spontanea amica Lila che, nonostante la sua impetuosa intelligenza, è limitata dalla ristrettezza della sua famiglia”. Da qui il libro – come anche la serie tv – “si espande, come un nuovo universo, inglobando le idee sull’arte e sulla politica, sulla classe e sul genere, sulla filosofia e sul destino, ponendo il focus sull’amicizia, conflittuale e competitiva, tra Elena e Lila e su come le due ragazze diventano adulte complicate.
È impossibile dire – scrive ancora il NYT – quanto la storia ricalchi la vita reale dell’autrice – Ferrante scrive sotto pseudonimo – ma non è un problema: ‘L’Amica geniale’ si attesta come un primo esempio di ciò che definiamo autofiction, una categoria che ha dominato la letteratura del 21esimo secolo. Leggere questo inflessibile e indimenticabile romanzo è come guidare una bicicletta sulla ghiaia: è scivoloso, snervante e fastidioso, tutto allo stesso tempo”.