Stavolta un ragazzo americano anziché compiere una strage in una scuola ha scelto di sparare al grande difensore della lobby delle armi. E sono bastati pochi secondi e il rumore sordo degli spari per stravolgere la storia delle Presidenziali americane 2024.
Il candidato repubblicano ed ex presidente Donald Trump, a Butler, in Pennsylvania, è stato colpito da un proiettile durante un comizio elettorale. Morto un partecipante al comizio, due altri sostenitori sono rimasti feriti in modo grave. L’attentatore è stato ucciso dagli agenti dei servizi segreti di scorta. Ha sparato dal tetto di una fabbrica con un fucile di precisione a 150 metri dal palco del comizio.
L’Fbi ha identificato Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park, Pennsylvania, come il sospetto attentatore dell’ex presidente Donald Trump. Nei registri sugli elettori dello Stato, Crooks è identificato come Repubblicano. Le indagini sono ancora in corso e non è chiaro se il ventenne abbia agito come “lupo solitario” o abbia avuto dei complici. L’Fbi ha poi smentito che il team di Donald Trump abbia chiesto un rafforzamento delle misure di sicurezza per il comizio a Butler, in Pennsylvania.
L’ex presidente è rimasto ferito a un orecchio. Parlava del tema immigrazione quando sono partiti gli spari. Compreso cosa stesse accadendo, Trump si è nascosto a terra, dietro il leggio allestito sul palco. Poi si è rialzato, supportato dagli agenti di sicurezza, e con il volto sanguinante ha rivolto il pugno in alto verso il pubblico.
Gli spari sono stati più d’uno e sono stati esplosi da un cecchino appostato sul tetto di una fabbrica distante 150 metri metri dal palco del comizio. I giornalisti al seguito riferiscono di “forti esplosioni”. “Ero in prima fila al centro con alcuni amici, guardavo il presidente parlare. Stava parlando di immigrazione. Poi ho sentito dei rumori. Non sapevo cosa fossero” ha raccontato al Guardian un testimone oculare, Blake Marnell, 59 anni, di San Diego. “Inizialmente non ho visto niente. Poi mi sono girato di nuovo verso il presidente ed è stato allora che l’ho visto placcato a terra dai servizi segreti” aggiunge. “Ero davvero preoccupato che lo avrebbero portato in braccio, ma invece era in piedi e stava agitando il pugno in segno di sfida”.
TESTIMONI AVEVANO AVVERTITO LA POLIZIA DELLA PRESENZA DI UN GIOVANE ARMATO DI UN FUCILE DUE-TRE MINUTI PRIMA DEGLI SPARI. LE FALLE DELLA SICUREZZA.
Con un fucile semiautomatico a soli 150 metri di distanza da Donald Trump: l’attentato compiuto da un giovane è al centro di un’inchiesta dei servizi federali degli Stati Uniti. L’ipotesi, ha riferito l’agenzia di stampa Associated Press, riguarda errori o negligenze nelle misure di sicurezza adottate in vista del comizio dell’ex presidente, candidato alla Casa Bianca per i repubblicani in vista delle elezioni di novembre.Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, Crooks ha sparato più colpi verso il palco dove si trovava Trump “da una posizione elevata fuori dell’area del comizio”. Oltre dieci video messi a confronto dall’Associated Press con immagini satellitari del luogo avrebbero rivelato come il cecchino sia riuscito ad appostarsi a portata di tiro del palco: a meno di 150 metri da Trump. I deputati repubblicani hanno annunciato l’intenzione di avviare un’inchiesta parlamentare sui fatti di ieri.
Testimoni avrebbero cercato “disperatamente” di avvertire la polizia della presenza di un cecchino armato di fucile armato sul tetto istanti prima dell’attacco a Donald Trump. Lo riferisce la Bbc. “Abbiamo notato il ragazzo che strisciava, come un orso, sul tetto dell’edificio accanto a noi. Era a pochi metri da noi. Aveva un fucile. Lo abbiamo indicato”, ha confermato un testimone ai microfoni di Sky TG24, sostenendo di aver avvertito la polizia che, secondo il suo racconto, “non aveva idea di cosa stesse succedendo”.
“Ho pensato tra me e me ‘Perché Trump sta ancora parlando? Perché non lo tirano giù dal palco?’. Ho indicato per 2 o 3 minuti il ragazzo armato. E subito dopo sono risuonati gli spari”, ha riferito il testimone. Elon Musk, in un post su X, commentando quanto riferito dal testimone, ha chiesto le dimissioni del capo dei servizi segreti e del responsabile della sicurezza.
Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, il presidente dell’Honduras, Xiomara Castro de Zelaya, e il capo del governo ungherese, Viktor Orban: queste alcune delle prime manifestazioni di solidarietà a livello internazionale nei confronti di Trump dopo gli spari al comizio in Pennsylvania. “Sara e io siamo rimasti scioccati da quello che appare essere stato un attentato al presidente Trump” ha scritto Netanyahu sui social network: “Preghiamo perché si riprenda presto”.
Il presidente dell’Honduras ha invece denunciato che “la violenza genera altra violenza”, aggiungendo, su X: “La mia solidarietà a DonaldTrump”. A pubblicare anche Orban. “I miei pensieri e le mie preghiere”, ha scritto il primo ministro ungherese, “sono con il presidente Trump in queste ore buie”.
Anche la premier Giorgia Meloni ha commentato l’accaduto: “Seguo con apprensione gli aggiornamenti dalla Pennsylvania, dove il 45esimo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato colpito durante un comizio. A lui la mia solidarietà e i miei auguri di pronta guarigione, con l’auspicio che i prossimi mesi di campagna elettorale possano veder prevalere dialogo e responsabilità su odio e violenza”.
Il presidente Joe Biden ha tenuto una breve conferenza stampa durante la quale ha affermato che “negli stati Uniti non c’è spazio per questa violenza. Spero di parlare prest con Trump”.
Barack Obama: ““Non c’è assolutamente spazio per la violenza politica nella nostra democrazia. Sebbene non sappiamo ancora esattamente cosa sia successo, dovremmo tutti essere sollevati che l’ex presidente Trump non sia stato gravemente ferito, e usare questo momento per riaffermare il nostro impegno verso la civiltà e il rispetto nella nostra politica. Michelle ed io gli auguriamo una pronta guarigione.” (Fonti: Cnn, Abc news, Agenzia Dire, Agenzie Internazionali, RaiNews)