I giornali e i siti d’informazione di tutto il mondo hanno messo in particolare evidenza l’intervista che il multimiliardario di destra Elon Musk ha fatto a Donald Trump, di fatto riabilitandolo agli occhi degli americani dopo l’assalto a Capitol Hill. E’ interessante notare come la stampa americana abbia bocciato, senza tanti giri di parole, l’evento su X (ex Twitter), il cui proprietario è proprio Elon Musk. Si parla di un mezzo fiasco, riempito dal nulla che i due personaggi riescono a esprimere con naturalezza. La recensione che ne fa Charlie Warzel sulla rivista di Boston, The Atlantic, merita un’ampia sintesi. Il titolo già dice tutto: Elon Musk organizza un raduno per Trump. X è ormai uno spazio sicuro per l’estrema destra.
— “Poco prima che Elon Musk ospitasse Donald Trump ieri sera in un livestream audio su X, il miliardario della tecnologia ha offerto un contesto agli ascoltatori. Non avrebbe intervistato l’ex presidente, ma avrebbe facilitato una conversazione. “Nessuno è del tutto se stesso in un’intervista, quindi è difficile capire come sono realmente”, ha scritto su X. Si trattava di un’aspettativa pura, e per una buona ragione: per circa due ore, Musk non ha fatto domande, ma ha offerto a Trump argomenti di comodo con cui fare quello che voleva.
Dopo un’ora di difficoltà tecniche, l’“X Space” che ne è scaturito è stato una sorta di comizio digitale di Trump: l’ex presidente ha sproloquiato, come se fosse sul palco, sul recente attentato alla sua vita, sul prezzo della pancetta, sulla sicurezza dei confini e sul “riscaldamento nucleare”, con interiezioni dolci e balbettanti da parte di Musk.
Per due uomini ossessionati dallo spettacolo, la conversazione ha violato la prima regola della ricerca di attenzione: l’approccio da zerbino di Musk ha fatto sì che Trump fosse libero di fare ostruzionismo e mentire senza interruzioni, offrendo il tipo di non sequitur e di informazioni irrilevanti che annoiano anche i suoi sostenitori più fedeli. Quando Trump si esauriva, Musk, sollecitato solo dal silenzio imbarazzante, si dichiarava d’accordo e passava con delicatezza a un nuovo argomento. Si è trattato di una pura e semplice definizione delle aspettative, e per una buona ragione: Per circa due ore, Musk non ha fatto domande, ma ha offerto a Trump argomenti di comodo con cui fare quello che voleva.
Dopo un’ora di difficoltà tecniche, l’“X Space” che ne è scaturito è stato una sorta di comizio digitale di Trump: l’ex presidente ha sproloquiato, come se fosse sul palco, sul recente attentato alla sua vita, sul prezzo della pancetta, sulla sicurezza dei confini e sul “riscaldamento nucleare”, con interiezioni gentili e balbettanti da parte di Musk.
Per due uomini ossessionati dallo spettacolo, la conversazione ha violato la prima regola della ricerca di attenzione: L’approccio da zerbino di Musk ha fatto sì che Trump fosse libero di fare ostruzionismo e mentire senza interruzioni, offrendo il tipo di non sequitur e di informazioni irrilevanti che annoiano anche i suoi sostenitori più fedeli. Quando Trump si esauriva, Musk, sollecitato solo dal silenzio imbarazzante, si dichiarava d’accordo e passava con delicatezza a un nuovo argomento.
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LA CRONACA SU RAINEWS di Domenico Di Cesare. Donald Trump è tornato in compagnia del multimilairdario Elon Musk. In realtà non se n’è mai andato, o almeno è mancato per un po’ ma non per sua volontà. L’account ufficiale Twitter del 45esimo Presidente degli Stati Uniti era stato bandito poco prima che Joe Biden, fresco di vittoria, mettesse piede alla Casa Bianca. È il 2021 quando negli Usa un cortocircuito mette in crisi la Politica. Trump ha terminato il suo mandato Presidenziale e non riconosce il nuovo inquilino. Il suo successore è costretto a “farsi largo” in una America profondamente divisa. Lo scontro verbale è forte – “i democratici sono dei ladri”, “le elezioni sono truccate”, “mascalzoni” – i social sono uno sfogatoio per i delusi. Primo fra tutti Trump che annuncia di dare forfeit al giuramento di Biden. Decisione spiazzante, che fa breccia nel suo elettorato.
Quando le parole non bastano più, i fatti raccontano l’inimmaginabile: l’assedio di Capitol Hill. Il profilo del tycoon su Twitter viene bloccato per 12 ore, vengono rimossi alcuni tweet, nuove regole contro la violazione dell’integrità civica fanno da argine a “ulteriori provocazioni”. Twitter fa da pioniere e Facebook si allinea. I quasi 89 milioni di seguaci di Trump, su Twitter, restano “appesi”. Il tycoon non può più comunicare con loro. Negli anni, però, le cose cambiano. Eccome. Twitter viene acquistato dal patron di Tesla, nonché SpaceX, e diventa “X”. Poco cambia, se non il logo e la palette dei colori, molto cambia da un punto di vista decisionale.
È in questo contesto che nasce l’intervista di Elon Musk a Donald Trump. L’imprenditore di auto elettriche aveva già concesso “la grazia” al tycoon, che invece aveva preferito rimanere sul proprio social (Commissionato per arginare il bando di Twitter e Facebook, ndr): Truth, con l’eccezione del 24 agosto 2023 quando condivise la sua foto segnaletica in cerca di donazioni elettorali. Alla vigilia delle Presidenziali 2024, con Biden che si è ritirato dalla corsa in favore della sua vicepresidente Kamala Harris, Trump è in difficoltà. In svantaggio nei sondaggi, The Donald ritrova un prezioso alleato: il suo vecchio account Twitter e un “amico”.
Solo audio, Musk intervista Trump. La chiacchierata tra i due dura poco più di due ore, condizionata da un problema tecnico che ritarda il dibattito di circa 40 minuti. Musk parla di un attacco informatico mentre rilancia il candidato repubblicano alla Casa Bianca: “Questo attacco mostra quanta contrarietà c’è nel far sentire alla gente cosa il presidente Donald Trump ha da dire”. A tutto campo, l’ex Presidente ritrova i suoi e “libero” – tra battute e complimenti – spazia dalla politica estera a quella interna, senza tornare sull’assalto al Congresso. Ascoltano in milioni: “Finora la conversazione tra Elon Musk e Donald sarebbe stata ascoltata da 16,4 milioni di persone, 84 milioni le visualizzazioni sul post, 319 mila i commenti, 111 mila i ‘retweet’, 374 mila i ‘Mi piace’” scrive Musk che aggiunge: “Domani esploderà ancora di più”.
Trump ha escluso che l’Iran possa attaccare Israele, “Rischiamo la Terza guerra mondiale”, e ha ribadito la sua stima per i presidenti Xi Jinping e Vladimir Putin. Il repubblicano ha lodato il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, per avere “abbattuto il crimine del 72 per cento”, prima di tornare a parlare di migranti: “Venti milioni sono entrati negli Stati Uniti, arrivati da carceri, manicomi e da tutto il mondo, dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente”.
Duro contro la Ue: “Si faccia gli affari suoi” per poi aggiungere “non ha nessuna autorità per dettare come facciamo campagna elettorale” (Il riferimento è al Commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, intervenuto per ricordare a Musk l’obbligo di rispettare le norme Ue in merito alla moderazione “tempestiva” di contenuti illeciti o fake news).
Trump ha ribadito l’intenzione di abolire il dipartimento dell’educazione, di rivedere il “sistema malato” della giustizia, e ipotizzato di far entrare nel suo governo Elon Musk. “Sei il più grande tagliatore – ha detto – non voglio fare il nome della compagnia (Riferendosi implicitamente a Twitter, ndr) ma loro sono entrati in sciopero e tu hai detto: ‘Va bene, andatevene via tutti’”. Musk nel 2022, con l’acquisizione del Social, mandò a casa 6mila dipendenti.
Il tycoon ha poi affrontato la sua avversaria Kamala Harris dandole dell’incompetente e candidata di “terzo grado”. Le ha contestato il fatto di avergli copiato la proposta di non tassare le mance e ricordato di come sotto di lui l’America “fosse cresciuta in modo straordinario”. Trump ha anche raccontato nei dettagli l’attentato di cui è stato vittima durante il comizio in Pennsylvania: “Se non avessi girato la testa, non starei parlando con te in questo momento” prima di annunciare il suo ritorno nel luogo dell’attentato, nel mese di ottobre, a Butler.
Un dibattito che lascia polemiche e veleni. Riabilitando Trump, il miliardario sudafricano spererebbe, forse, in un ritorno di immagine. Verso “X”, che a detta di molti soffrirebbe della “fuga degli inserzionisti”, ma anche di Tesla, azienda quotata in borsa, che potrebbe giovare degli incentivi “green”. Non a caso Trump si è detto favorevole alle auto elettriche, senza mai mettere in discussione il carburante: “Devo esserlo, perché Elon mi ha sostenuto con forza”. Siparietti a parte, il controverso Musk, carismatico e leader visionario, può fare e dire quello che vuole: “Non sono mai stato politico, cercano di dipingermi come un tipo di estrema destra, il che è assurdo perché mi piace costruire veicoli elettrici. Ho sostenuto Obama. Sono rimasto in fila per 6 ore per stringere la mano a Obama. Storicamente ero un democratico moderato. Ma ora sento che siamo a un punto critico per il Paese. Per le persone là fuori nel campo moderato, penso che dovreste sostenere Donald Trump come presidente”.
Harris e l’aspirante vicepresidente Tim Walz hanno già risposto: “L’estremismo di Donald Trump e la sua pericolosa agenda Prject 2025 sono la caratteristica, non il difetto della sua campagna presidenziale e, ora, sono stati pienamente mostrati a quelli che hanno avuto la sfortuna di ascoltarlo. L’intera campagna di Trump è al servizio di gente come Elon Musk e di se stesso. I ricchi, ossessionati da se stessi, che schiacciano la classe media e che non sono capaci di gestire uno streaming Live nell’anno 2024 (Facendo riferimento al ritardo con cui è iniziato il colloquio tra i due, ndr)”.
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LA CRONACA DI MAKENA KELLY su WIRED USA
Nella notte tra lunedì e martedì, ora italiana, Elon Musk ha intervistato Donald Trump in una diretta audio su X. Nel corso della sconclusionata conversazione, andata avanti per oltre due ore in uno Spazio sul social network, l’imprenditore è stato particolarmente accondiscendente nei confronti del candidato alla presidenza degli Stati Uniti, anche quando il dialogo si è spostato su questioni direttamente legate alle sue aziende, come la politica energetica e il cambiamento climatico.
Trump – che in diversi momenti dell’intervista è sembrato biascicare – ha dominato lo scambio lasciando in alcuni casi poco spazio a Musk. Dopo aver iniziato la diretta parlando dell’attentato di luglio contro Trump, i due hanno manifestato la propria insoddisfazione per lo stato dell’immigrazione negli Stati Uniti, riproponendo la notizia falsa secondo cui milioni di criminali provenienti da tutto il mondo si starebbero riversando nel Paese. Ma l’ex presidente si è anche detto a favore di misure che sono in apparente contrasto con gli interessi commerciali di Musk, come l’aumento delle trivellazioni petrolifere.
L’evento è iniziato con circa 45 minuti di ritardo a causa di problemi tecnici. Anche se non è chiaro cosa abbia provocato il disguido, Musk ha attribuito la colpa a “un massiccio attacco Ddos” che avrebbe bloccato la piattaforma subissandola di richieste di accesso proprio a ridosso dell’inizio della diretta (per il resto, tuttavia, X è sembrato funzionare correttamente). Quando la diretta è finalmente partita, gli utenti all’ascolto erano circa un milione, nonostante Trump abbia parlato di diversi “milioni” di persone. L’intervista ha raggiunto un massimo di 1,3 milioni di ascoltatori.
Non è la prima volta che una diretta audio di X dedicata alla politica non va come da programma. L’anno scorso il governatore della Florida Ron DeSantis aveva deciso di annunciare la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti proprio in un Spazio con Musk sulla piattaforma, che però non aveva retto agli oltre 660mila ascoltatori portando a un’interruzione momentanea del collegamento pochi minuti dopo l’inizio della conversazione.
In diversi post pubblicati successivamente all’intervista con Trump, Musk ha affermato che la piattaforma era stata sottoposta a stress test per garantire che fosse in grado di ospitare almeno “8 milioni di ascoltatori simultanei“. Il proprietario di X ha però poi ritardato più volte l’inizio dell’evento, sottolineando che l’audio completo dell’intervista sarebbe stato reso disponibile in un secondo momento.
La diretta è stata seguita anche dal comitato elettorale di Kamala Harris, che sul social di Trump, Truth, ha ripostato i commenti con cui l’anno scorso l’ex presidente aveva deriso la diretta di DeSantis. “Il lancio [della campagna elettorale] di DeSantis su Twitter è un disastro! Tutta la sua campagna sarà un disastro!” aveva scritto all’epoca Trump. “Stasera le due persone peggiori che conoscete sono in diretta insieme“, si legge nell’oggetto di un’email di raccolta fondi inviata lunedì dal comitato di Harris .
Durante l’intervista, Trump e Musk hanno ripetutamente diffamato Harris e la sua famiglia, citando teorie del complotto già smentite sul conto della candidata Democratica. Musk ha ripetuto più volte che in passato si considerava un sostenitore del partito Democratico. Negli ultimi tempi, tuttavia, il miliardario si è e progressivamente – ed esplicitamente – spostato sempre più a destra. A ridosso dell’attentato di luglio contro Trump, Musk ha formalmente appoggiato la candidatura dell’ex presidente in un post su X. Poco dopo, il Wall Street Journal ha riportato che l’imprenditore si era impegnato a donare 45 milioni di dollari al mese a un comitato di raccolta fondi a favore di Trump. Il diretto interessato ha però smentito la ricostruzione, affermando in un’intervista che avrebbe fatto donazioni “di livello inferiore”.
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