sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

FRANCIA / No di Macron alla sinistra, ma c’è il rischio di una rivolta popolare

Allarme rosso in Francia dopo che Macron ha respinto l’opzione proposta dal Nuovo Fronte Popolare di un governo a Lucie Castets (nella foto). Luc Melencon della sinistra chiede che il presidente venga destituito e ha chiamato alla mobilitazione del Paese pr il 7 settembre con una grande manifestazione di protesta a Parigi. Macron ha giustificatoi il no a Castets con il fatto che “sarebbe stata immediatamente bocciata dall’Assemblea Nazionale“. La Castets ha dichiarato che “ciò è la negazione della democrazia”.

Previsto per oggi un nuovo giro di consultazioni di Macron dopo il fallimento della prima tornata di incontri. Il presidente francese cerca un primo ministro che sostituisca Gabriel Attual. “La mia responsabilità è quella di garantire che il Paese non sia né bloccato né indebolito”, ha affermato il presidente francese, secondo il quale “i partiti politici al governo non devono dimenticare le circostanze eccezionali dell’elezione dei loro deputati al secondo turno delle elezioni legislative”.

Il primo giro di consultazioni è stato un muro contro  muro: il Nuovo Fronte Popolare, la sinistra, aveva tentato di far passare il governo di Lucie Castets rinunciando ad avere suoi ministri.

La sotuazione si è fatti estrememante tesa. I socialisti sono orientati a non partecipare alle consultazioni, mentre Melenchon, leader della France Insoumise, dinanzi al no di Macron a un governo di sinistra, ha annunciato che presenterà una mozione per destituire il presidente accusato di essere l’autore di un colpo di Stato. La chiama mozione di licenziamento. Una grande manifestazione di protesta è prevista per il 7settembre a Parigi. E’ forte il rischio di tensioni e rivolte di piazza contro la “deriva illiberale” di Macron.

Secondo la stampa, Macron non intende invitare a queste nuove consultazioni i leader de La France Insoumise (Lfi), del Rassemblement National di Le Pen (Rn) e del gruppo parlamentare di Eric Ciotti, ex gollisti. Anche il partito socialista (Ps), membro della coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (Npf) ha annunciato che non parteciperà al nuovo giro di consultazioni. “Mi rifiuto di essere complice di una parodia della democrazia” ha detto il suo leader Olivier Faure.

Nel Paese, l’esclusione di un mandato alla sinistra ha innescato un’ondata di proteste, con gli Insoumis che hanno evocato l’articolo 68 della Costituzione per destituire il presidente e con i socialisti che si rifiutano di partecipare alle nuove consultazioni che si aprono oggi.

La France Insoumise ha proclamato l’adesione “all’appello delle organizzazioni giovanili, dell’Unione studentesca e dell’Unione delle scuole superiori, per una grande manifestazione contro il colpo di stato di Emmanuel Macron” prevista appunto per il 7 settembre. “Ci auguriamo che a questo appello si uniscano le forze politiche, sindacali e associative impegnate nella difesa della democrazia”, ha aggiunto.

Dopo il comunicato di Macron in cui annunciava che non l’avrebbe nominata premier, Lucie Castet ha provato “rabbia”. “La democrazia non significa nulla agli occhi del presidente”, ha accusato intervenendo all’emittente radiofonica France Inter, ricordando in particolare che la sinistra è arrivata prima alle elezioni, anche se non ha ottenuto la “maggioranza assoluta”. “Siamo di fronte a un Presidente della Repubblica che vuole essere allo stesso tempo presidente della Repubblica, primo ministro e leader del partito”, ha denunciato. La situazione resta comunque esplosiva.

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