Non c’è pace per Vittorio Sgarbi. Colpa delle innumerevoli mostre che il critico d’arte organizza in Italia. Mentre cerca di spostare da Roma a Torino il processo per evasione fiscale per l’acquisto di un quadro, nel frattempo a Imperia finisce a giudizio per esportazione illecita di opere d’arte, udienza fissata a febbraio. A Macerata invece è vicina alla chiusura l’indagine sul famigerato “Manetti con candela”. L’ultima tegola per l’ex sottosegretario alla Cultura arriva da Rovereto, dove 41 opere su 70, esposte nella mostra sul futurista Roberto Iras Baldessari, realizzata al Museo Civico e da lui curata, sono state sequestrate perché “probabilmente” false.
Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, ad accorgersi per primo nel maggio scorso che le presunte opere di Baldessari fossero dei falsi è stato l’esperto Giancarlo Cappelletti. Per Sgarbi si trattava di un caso “inesistente”. Ma, appena chiusa la mostra, oltre metà dei quadri che erano esposti è stata sequestrata dal Nucleo Tutela Patrimonio di Venezia, in base ad alcune perizie. Diverse persone, tra cui il curatore Maurizio Scudiero, sono ora indagate per ricettazione e contraffazione. Ma non Sgarbi.
Un’anticipazione della vicenda si è avuta nell’aprile scorso. “Il 6 marzo 2024 viene inaugurata a Rovereto, in collaborazione con il Mart, presieduto da Vittorio Sgarbi, la mostra “Baldessari Futurista. Cinque giorni dopo Giancarlo Cappelletti, 82 anni, collaboratore del critico Philippe Daverio, lascia un catalogo in cui segnala che alcune delle opere in mostra sono false. Ovvero 23 su 55. Ma i visitatori potranno ammirarle fino all’8 settembre. Il Fatto Quotidiano fa sapere che Cappelletti ha scritto anche a Sgarbi: «Egr. prof., scrivo a Lei perché la reputo più competente sull ’argomento in oggetto». Spiega che soltanto alcune opere sono storicamente documentate, altre no: «Queste ultime dovrebbero avere circa 100 anni d’età: come mai sembrano dipinte ieri?».