Tutte le testimonianze concordano: “Roberto era una persona gentile e sempre disponibile”. La brava persona, però, stamani si è trasformato in un killer compiendo una strage in famiglia, prima di uccidersi dopo aver ferito tre persone delle quali due sono decedute dopo 48 ore. Il bilancio di questa tragedia famigliare dopo due giorni è di cinque vittime.
Il bilancio della strage famigliare avvenuta questa mattina a Nuoro è spaventoso. Dall’ospedale San Francesco è stata dichiarata la morte celebrale di uno dei figli feriti a colpi di pistola dall’operaio forestale Roberto Gleboni. La dinamica e i contorni della vicenda sono tutti da ricostruire: in prefettura un vertice con il prefetto e le forze dell’ordine.
L’uomo, 50 anni di Nuoro, ha prima ucciso la moglie Giusi Massetti, 43 anni, e poi ha sparato ai tre figli, uccidendo Martina. Secondo una prima ricostruzione Gleboni ha sparato alla moglie e alla figlia con una pistola semiautomatica regolarmente detenuta per uso sportivo, nella notte. Nella sparatoria, avvenuta nell’appartamento di via Ichnusa, sono rimasti feriti anche due figli di 10 e 14 anni, uno dei quali è morto. L’uomo ha poi sparato al proprietario della casa in cui la famiglia Gleboni viveva in affitto, Paolo Sanna, ora in fin di vita in rianimazione al San Francesco di Nuoro, deceduto in ospedale.
L’uomo è poi andata a casa della madre, qui ha ferito anche la donna e poi si è tolto la vita, e il cadavere è stato trovato appunto nella casa di via Gonario Pinna, questa mattina, dalla polizia, poco dopo il ritrovamento del cadavere della moglie, e della figlia. Nella strada, chiusa al traffico dalle forze dell’ordine, le urla di disperazione della sorella e della madre di Giusi Massetti. Nella casa della madre di Gleboni, dove l’uomo poi si è tolto la vita, sono arrivati il pm di turno della procura di Nuoro e il medico legale Roberto Demontis. Anche la madre di Gobloni è gravemente ferita e ricoverata in ospedale.
Martina Gleboni, uccisa da suo padre Roberto all’alba insieme alla madre Giusy Massetti e al fratellino Francesco, si era laureata nel 2022 in Giurisprudenza e aveva dedicato la tesi al genitore. “A mio padre, l’amore più grande della mia vita”, aveva scritto Martina nella intestazione della tesi, e “a mio padre che ci ha creduto prima che ci credessi io”.
È stata ritrovata la pistola usata da Gleboni per commettere gli omicidi della moglie e di due dei suoi figli: si tratta di una calibro 7,65, regolarmente detenuta dall’uomo, che era un appassionato di armi e possedeva il porto d’armi. La pistola era a casa della madre, dove Gleboni si era recato, dopo aver sparato alla moglie, ai tre figli e a un vicino di casa, stava per sparare anche alla madre, prima di togliersi la vita.
Tutti ne parlano come di una brava persona. Roberto Gleboni aveva un regolare porto d’armi, ma nessuno poteva immaginare che arrivasse a commettere un delitto. Operaio dell’agenzia regionale Forestas e impegnato nelle vertenze sindacali con la Cisl, Gleboni viene descritto come una persona tranquilla e amante degli animali. Al momento non emerge nessuna causa che possa aver scatenato in lui la furia omicida che ha portato a quattro morti, compresa la sua, e tre feriti gravi.