sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA REPUBBLICA / Le grandi firme hanno perso la voce

Mario Orfeo è il nuovo direttore di ‘Repubblica’. Orfeo lascia l’incarico di direttore di Rai3 per succedere, a partire da lunedì prossimo, a Maurizio Molinari, che lascia la direzione del quotidiano di cui rimarrà editorialista e collaboratore da New York. Contestualmente, John Elkann lascerà la presidenza di Gedi che verrà assunta dal fido Maurizio Scanavino, mentre Gabriele Comuzzi diventerà amministratore delegato. La decisione sarebbe arrivata al culmine di settimane ad altissima tensione all’interno della redazione del quotidiano. Non è da escludere che lo scontro tra direzione-proprietà e la redazione, che covava da tempo, si sia acuito dopo la scoperta degli articoli a pagamento che ha portato la settimana scorsa a uno sciopero di due giorni. Il giornalismo a tariffa ha fatto precipitare ulteriormente il prestigio di un giornale che ha rappresentato fin dalla fondazione una salutare  rivoluzione nell’imbalsamata informazione italiana degli Anni Settanta. Il declino, vista la palese ingerenza nella gestione del giornale da parte di una proprietà chiaramente non all’altezza della situazione, è stato inevitabile.

Lascia anche John Elkann, presidente di Exor e della holding che controlla il gruppo editoriale GEDI, arriva dopo settimane di fortissime tensioni tra la redazione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e la direzione. Le tensioni si erano acuite fino a culminare nei due giorni di sciopero del 25 e 26 settembre, un chiaro segnale di protesta per una gestione ritenuta non in linea con le aspettative del corpo redazionale. Non è tutto. John Elkann lascia la presidenza, al suo posto Maurizio Scanavino.

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Mario Orfeo, napoletano classe 1966, ha diretto Il Mattino fino al 2009. Dal 2009 al 2012 ha diretto Il Messaggero. Dal 2012 è stato nominato direttore del Tg1. Durante il suo mandato ha inserito importanti ammodernamenti alla conduzione e allo stile del telegiornale. Cambiamenti che sono rimasti anche negli anni a seguire e che hanno reso più dinamico il telegiornale del primo canale del servizio pubblico. Nel 2017 viene nominato direttore generale della Rai rimanendo in carica fino al 2019. Dopo il suo incarico come direttore generale, Orfeo è tornato al TG1 per un breve periodo. Ha inoltre ricoperto altri ruoli all’interno del servizio pubblico, tra cui la guida della testata giornalistica del Tg3. Il nuovo incarico a La Repubblica segna il ritorno di Orfeo alla carta stampata.

Il comitato di redazione di Repubblica è stato ‘costretto’ a correre ai ripari nella chat di redazione, dopo che Dagospia ha anticipato la notizia del cambeio di direttore di Repubblica.

“Cari, siamo in riunione con il Cdr – si legge nel testo del messaggio, inviato in chat a tutti i colleghi, che l’Adnkronos ha potuto visionare – Visto che Dagospia ha già dato la notizia: Elkann lascia la presidenza di Gedi che viene assunta da Scanavino, amministratore delegato diventa Gabriele Comuzzi (ex vice di Scanavino), da lunedì Molinari lascia la direzione di Repubblica e la direzione editoriale del gruppo Gedi e al suo posto come direttore di Repubblica arriva Mario Orfeo. Molinari diventa editorialista e collaboratore di Repubblica”.

John Elkann ha deciso di lasciare la presidenza di GEDI, per svolgere solo il ruolo di azionista attraverso Exor. Dietro la mossa la volontà di sgombrare il campo da ogni ambiguità legata al ruolo di editore che viene continuamente sospettato di esercitare pressioni e di influenzare la politica informativa dei giornali, per puntare invece la sua attenzione di imprenditore sui risultati della gestione aziendale. Il posto di presidente viene assunto da Maurizio Scanavino, che lascia la carica di amministratore delegato a Gabriele Comuzzo, già vicedirettore generale del gruppo con una lunga esperienza come Chief Revenue Officer e direttore Generale della concessionaria Manzoni.

Orfeo al posto di Molinari non è la rivoluzione scrive il sito professionereporter.eu diretto da Andrea Garibaldi – Le nuove nomine non sono affatto il ritorno verso l’identità perduta di Repubblica. Orfeo è un giornalista che ha navigato molti mari, con abilità. E’ stato dal 1990 al 2002 a Repubblica, prima a Napoli, dove è nato 58 anni fa, poi a Roma fino a diventare redattore capo centrale, sotto il regno di Ezio Mauro. Ha diretto Il Mattino, Tg2, Il Messaggero. E’ stato Direttore generale in Rai, attualmente era Direttore del Tg3 Rai. Orfeo non viene  – proprio come Molinari – dalla tradizione radicale, azionista, di sinistra illuminata che ha caratterizzato Repubblica dalla fondazione di Scalfari e poi anche nei vent’anni di Mauro. Si può definire uomo di centro, con una passione per il potere. Probabilmente sarà più abile di Molinari nei rapporti con la redazione e nelle sponde esterne. Orfeo libera anche una casella importante in Rai, dove – testimonia Dagospia – i 5 Stelle vorrebbero mettere un loro uomo.

Per quanto riguarda Scanavino, è l’amico del cuore e uomo di fiducia di Elkann, una sorta di alter ego. Elkann lascia, probabilmente innervosito e disturbato dagli scontri con i giornalisti. E’ un probabile inizio di disimpegno che porterà alla vendita delle ultime testate che gli sono rimaste, dopo aver liquidato quasi completamente il gruppo acquistato alla fine del 2020 dalla famiglia De Benedetti, L’Espresso, i prestigiosi giornali locali.

I rapporti fra Molinari e la redazione erano molto rovinati. Quelli con l’Azienda anche. Molinari ed Elkann venivano visti come un tandem. L’ultima storia è quella dello sciopero di due giorni dovuto alla scoperta di forti intrusioni della proprietà negli articoli di preparazione all’evento “Italian Tech Week”. Con la scoperta di un tariffario per i pezzi: le aziende partecipanti versavano a Repubblica compensi per la pubblicazione di pezzi che non apparissero come pubblicità. Ma prima (aprile 2024) c’era stato l’episodio delle 100mila copie di Affari&Finanza mandate al macero a causa di un pezzo sui rapporti Italia-Francia che non rispecchiava il volere della proprietà. Con successiva sfiducia al Direttore votata dalla redazione.

A marzo 2024 il Coordinamento dei Cdr superstiti del Gruppo Gedi ha stilato un dossier. La domanda centrale era questa: “Qual è il senso imprenditoriale dell’acquisto di Gedi, gruppo editoriale che ha avuto un ruolo nella storia di questo Paese, smantellato senza alcuna strategia, con testate con anche oltre 100 anni di storia rimpiazzate da siti centrati sul marketing e sulla vendita di prodotti?”.

A gennaio 2024 il Cdr ha scritto a tutta la redazione che il giornale “è come una nave che affonda, manca una strategia, progetto incompresibile”. A dicembre 2023 la redazione aveva bocciato il piano dei prepensionamenti. Nel comunicato sindacale si legge: “La Direzione allontana i lettori, l’Azienda sbaglia i conti”. Prima ancora -novembre 2023- il decalogo sui rapporti pubblicità/informazione varato dall’assemblea, che Molinari ha mostrato di accettare, continuando poi a fare tutto come prima.

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