sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

BOLOGNA / Rabbia dopo la morte di due operai, la Toyota chiude la fabbrica

Omicidio colposo e lesioni colpose gravissime. Questi, a quanto si apprende, i reati ipotizzati dalla Procura di Bologna nel fascicolo, al momento ancora contro ignoti, sull’esplosione avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri nello stabilimento Toyota Material Handling di Borgo Panigale, che ha causato la morte di due lavoratori, il 34enne Fabio Tosi e il 37enne Lorenzo Cubello, e diversi feriti, tra i quali il più grave ha 24 anni, Oggi c’è stata una processione dei lavoratori davanti alla fabbrica, fiori e lacrime per le due vittime trentenni. Per il cardinale Zuppi: “Ennesima e inquietante strage sul lavoro”. Anche il presidente Mattarella ha espresso preoccupazione per l’ennesimo incidente sul lavoro.

Come risposta alla tragedia – mentre le maestranze oggi, venerdì, avrebbero manifestato per reclamare investimenti per la sicurezza sul lavoro – la Toyota ha deciso di chiudere la fabbrica fino a data da destinarsi. Gli 850 dipendenti di Borgo Panigale saranno posti in cassa integrazione, senza alcuna comunicazione sul loro futuro.

“È stata una bomba“. La tragedia della Toyota nelle parole di Pino Sicilia, rappresentante sindacale nell’azienda di via Persicetana, alla periferia di Bologna, devastata dall’esplosione di ieri pomeriggio. Presente stamane alla conferenza stampa tenuta oggi in casa Cgil dai vertici Fiom, Fim e Uilm, il sindacalista è stato tra i primi ad intervenire per soccorrere i colleghi travolti dall’esplosione, purtroppo per due di loro non c’è stato niente da fare.

“È successo tutto in quattro minuti”, racconta. “C’è stato lo scoppio, mi sono messo sotto al tavolo, ho aspettato che cadessero i vetri, siamo usciti, abbiamo fatto evacuare tutti”. Quinti “abbiamo fatto il giro dell’azienda, siamo andati a vedere chi si era fatto male, se avevamo fatto una buona evacuazione. Poi quando abbiamo visto le persone a terra ci siamo fermati là e abbiamo iniziato a telefonare. Dopo due o tre minuti è sceso il preposto dell’azienda, hanno chiamato il 118, hanno chiuso il gas. Stiamo parlando di tre o quattro minuti, non è che ci sia stata inefficienza. È stata una bomba, ragazzi”, conclude il lavoratore assalito dalla commozione.

Durante la conferenza stampa i rappresentanti sindacali all’interno dell’azienda hanno evidenziato un dato, gli oltre 200 “mancati infortuni” segnalati lo scorso anno, ovvero situazioni a rischio a cui dare risposta. “La nostra è un’azienda certificata. Toyota ci tiene, più segnaliamo e più ci vogliono bene”, dice ancora Sicilia. Tutt’altro però è ciò che è successo ieri. “Era un boiler esterno, non era legato ai settori produttivi” spiega il sindacalista.

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