Milena Gabanelli e Simona Ravizza hanno pubblicato la più completa inchiesta sulla sanità in un libro che si appresta a diventare la pietra miliare di un giornalismo in grado di compiere un viaggio profondo, cifre e fatti alla mano, nel sistema assistenziale e ospedaliero italiano, oggi aggredito dai privati e dagli affaristi: Codice Rosso – Come la sanità pubblica è diventata un affare privato (Fuoriscena, pagine 256, 18 euro).
Era un modello per il mondo intero – ci dimostrano la fondatrice e la caposervizio della seguitissima rubrica Dataroom sul Corriere della Sera – Si è sgretolato. Siamo in tanti ad averne avuta esperienza diretta, non esisteva però ancora un libro che in profondità, con documenti, report riservati, storie, testimonianze e dati aggiornatissimi, raccontasse come si è arrivati al tracollo della sanità italiana e alla deriva di un sistema dove per chi non ha soldi diventa sempre più difficile curarsi, ma, come si potrà leggere, non basta potersi permettere visite ed esami a pagamento per sentirsi al sicuro.
Che cosa rivela Codice rosso? Una linea ininterrotta di passaggi scandalosi che visti in una quadro d’insieme mostrano un labirinto che autorizzano a ricorrere alla parole “indignazione” anche se le due eccellenti giornaliste preferiscono parlare di “sgomento”.
Scrivono “che in sala operatoria finiscono chirurghi senza aver eseguito un numero minimo di interventi necessari per padroneggiare il bisturi; che se abbiamo un’emergenza e dobbiamo correre all’ospedale, non è improbabile che a visitarci ci sia un medico gettonista arruolato attraverso cooperative e in servizio da più di dieci ore; che il grande affare delle assicurazioni arriva a generare interventi non necessari ma praticati lo stesso per ricevere i rimborsi, con conseguenze drammatiche; che nel privato c’è perfino chi sta lavorando a programmi per individuare ipocondriaci e proporgli pacchetti d’esami e visite a pagamento; e molto altro.
Gabanelli e Ravizza raccontano da anni con Dataroom le falle del Servizio sanitario nazionale, mettono nero su bianco la condizione in cui versano gli ospedali (vi trovate le liste degli istituti – anche blasonati – con macchinari vecchi e inadatti; punti nascita e Pronto soccorso da evitare), lo svilimento della medicina di base e delle professioni mediche, gli interessi e le strategie delle lobby dei sindacati di categoria (medici di famiglia, farmacisti…) per difendere lo status quo, l’ordinaria follia a cui è sottoposto chi deve prenotare una visita e perfino chi deve gestire una malattia anche grave, e la speculazione che ruota attorno alle residenze per anziani.
Infine, come tutto questo sia funzionale alla sanità a pagamento, che a sua volta veicola un inganno non sempre visibile. La denuncia ha un unico obiettivo: rendere consapevoli i cittadini delle vere ragioni di un malfunzionamento, in modo che non si possa più raccontar loro menzogne, e pretendere quindi dalla politica la competenza necessaria a riparare gli immensi errori commessi finora.
Codice Rosso porta a galla anche fenomeni, conflitti d’interesse e storture inquietanti: l’opacità della formazione dei medici di base (tre anni di corso mal pagato e spesso vecchio in mano al loro sxctesso sindacato e scadente); le scuole di specializzazione accreditate che non hanno i requisiti minimi per specializzarfe i medici, senza contare – ed è la cronaca esplosa negli ultimi anni – “la voragine che si è aperta nei reparti di medicina di emergenza-urgenzasenza contare la mortalità infantile altissima al Sud. Il male ha un’origine: l’aggressione al servizio sanitario nazionale dei privati, ovvero cliniche, cooperative di professionisti, i medical center, la farmacie, le asssicurazioni…