Via libera alla nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen: il voto è stato espresso oggi a maggioranza dalla seduta plenaria a Strasburgo. Il Parlamento europeo ha approvato con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astensioni. La soglia di maggioranza da superare era di 345 voti, la maggioranza assoluta dei membri dell’Aula. Il nuovo esecutivo europeo entrerà in carica dal primo dicembre.
La nuova Commissione europea parte già monca e segnata da numerose divisioni interne, e qualcuno dall’emiciclo l’ha già definita un esecutivo frutto di una maggioranza venezuelana. Anche la maggioranza del governo italiano, così come è avvenuto in Italia in mattinata, si è divisa nel voto europeo per ragioni di opportunità. Fratelli d’Italia, partito principale dei conservatori europei (Ecr) ha votato a favore perché in ballo c’era la vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto. Forza Italia, che fa parte del partito popolare europeo (lo stesso della von der Leyen) ha votato a favore. La Lega, che invece fa parte del gruppo dei Patrioti (sovranista e di estrema destra), ha votato contro.
L’opposizione da una parte critica le divisioni anche in Europa nel centrodestra, dall’altra però dà il buon esempio (si fa per dire) votando in modo divisivo. Contro la nuova commissione Ue hanno votato “no”, come era prevedibile, anche Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. A favore ha votato invece il Partito Democratico (che fa parte del Partito socialista europeo), appoggiando dunque l’italiano Fitto. Tra i 21 deputati dem nel gruppo S&D si registrano i voti contrari di Cecilia Strada e Marco Tarquinio, mentre il sì è arrivato da tutti gli altri 19.
Al termine del dibattito in Parlamento sono state respinte le risoluzioni presentate dal gruppo The Left e Patrioti per l’Europa. Nella prima, The Left “esprime sgomento per la farsa rappresentata dal processo di controllo delle dichiarazioni di interessi”. Nella seconda il gruppo di estrema destra ha espresso condanna per “il fatto che le audizioni dei commissari designati svolte nel 2024 non si siano concentrate sulla preparazione professionale e sull’attitudine dei candidati”.