Twitter di Elon Musk si ritira dal Codice europeo di condotta sulla disinformazione, di recente approvazione, con cui, insieme con altre grandi aziende tecnologiche, si era impegnata ad autoregolarsi per contrastare le fake news.
Elon Musk, il discusso nuovo proprietario della piattaforma social, ha allentato tutti i controlli sulle notizie false o fuorvianti prima ricorrendo a licenziamenti di massa dei moderatori di Twitter e poi delegando tale compito agli utenti. In questo modo ha permesso la crescita esponenziale di contenuti falsi su Twitter, tra cui il clamoroso caso della fotografia prodotta con l’Intelligenza Artificiale dell’attacco al Dipartimento della Difesa Usa.
Twitter quindi non rispetterà il Codice di condotta che dal prossimo 25 agosto avrà una base giuridica vincolante nel Digital services act, il regolamento europeo approvato a fine maggio che prevede pesanti sanzioni nei confronti di chi consente la proliferazione di contenuti disinformativi o di deepfake (fotografie, video e audio creati grazie all’Intelligenza Artificiale che, partendo da immagini e audio reali riescono a modificare o ricreare le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce).
Il Dsa prevede sanzioni che possono arrivare al 6 per cento del fatturato annuale della compagnia. Chi violerà la legge potrebbe essere bandito dall’Unione Europea.
Elon Musk non ha fornito spiegazioni sul perché di questa decisione. Molti commentatori sostengono che il multimiliardario di origine australiana – che pochi giorni fa ha stretto un’alleanza per le prossime presidenziali americane con il governatore repubblicano della Florida, Ron De Santis – dimostra ancora una volta la sua strana concezione della libertà d’informazione e di trasparenza.
L’Unione Europea ha risposto in modo molto severo alla decisione del nuovo proprietario di Twitter. Il commissario per il mercato interno, Thierry Breton: “Musk può scappare quando vuole, ma non si può nascondere. Dal 25 agosto, con l’entrata in vigore del Digital service act combattere la disinformazione e le notizie false sarà un obbligo legale”.
Ancora più dura la Francia che minaccia il blocco totale di Twitter . “La disinformazione è una delle minacce più gravi per le nostre democrazie – ha scritto su Le Figaro il ministro Barrot – chi non rispetterà le nostre regole verrà bandito dall’Europa”.
Il Digital services act è un regolamento che, sebbene a fatica, è stato approvato per contrastrare il dominio di colossi tecnologici come Google, Facebook, Microsoft, Apple, Amazon e lo stesso Twitter.
Le aziende dovranno condividere con le autorità informazioni esaustive per combattere questi fenomeni e “adottare, rafforzare e attuare” chiare politiche in merito a “comportamenti e pratiche manipolative inammissibili sui loro servizi” . Lo schema avrà un impianto di co-regolamentazione, secondo cui la responsabilità delle attività di contrasto sarà condivisa tra le autorità – cioè i singoli Paesi membri – e le compagnie tecnologiche.
I firmatari del regolamento dovranno anche bloccare la diffusione di pubblicità e contenuti sponsorizzati di carattere disinformativo, così come assicurare maggiore trasparenza rispetto agli annunci politici. Una volta sottoscritto il codice, tutte le aziende dovranno attuare le misure previste sei mesi, in caso contrario incorreranno in severe sanzioni economiche pari a un massimo del 6% del fatturato globale della compagnia in questione.
“Negli ultimi anni – scrive Kevin Carboni sulla rivista Wired – è emerso come la disinformazione e gli account falsi siano rimasti un problema enorme su tutte le piattaforme digitali. Documenti trapelati come i Facebook papers hanno dimostrato l’inadempienza delle aziende nel contrastare questi fenomeni. Per esempio, grazie proprio ai Facebook papers, è stato possibile scoprire come i vertici di Meta fossero al corrente dell’origine e della diffusione delle fake news e degli account falsi, ma abbiano scelto volontariamente di non agire, portando a eventi come l’attacco al Congresso statunitense da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump, il 6 gennaio 2021.
Inoltre, il codice è stato studiato per contrastare il flusso di notizie false o fuorvianti in arrivo dalla macchina propagandistica del Cremlino, le cui attività sono incrementate a seguito dell’invasione dell’Ucraina. “Una volta che il codice sarà operativo, saremo meglio preparati ad affrontare la disinformazione, come quella proveniente dalla Russia” ha commentato la vicepresidente della Commissione Vera Jourova.