Vicenda Stellantis: sul tavolo il nome del prossimo amministratore delegato – con le perplessità dei mercati sulla mancanza di un successore che pesano su un grande gruppo industriale – mentre John Elkann, oltre a cercarlo affidandosi ai cacciatori di teste, fa i conti con le pressioni della politica e dei sindacati e invita i dipendenti a “guardare avanti, concentrati sui prossimi capitoli, concentrati sui nostri clienti e concentrati nel continuare a costruire una grande azienda”. E’ stato confermato per il 17 dicembre un tavolo al Ministero delle Imprese, ma il titoilo subisce forti contraccolpi in Borsa: ieri ha perso il 6,3%-
Intanto dalla sede americana di Auburn Hills John Elkann ha inviato un messaggio ai dipendenti. “Con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella creazione di Stellantis – ha detto – Tuttavia, il nostro consiglio di amministrazione ha deciso, per il bene dell’azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade”. Poi l’invito ai lavoratori a “guardare avanti, concentrati sui prossimi capitoli, concentrati sui nostri clienti e concentrati nel continuare a costruire una grande azienda”.
“Rileviamo che l’uscita di Tavares, presa da sola, non ha effetti immediati sul rating della società, in quanto non sono state comunicate variazioni nella direzione strategica o nella politica finanziaria. Naturalmente, la performance operativa marcatamente negativa di Stellantis quest’anno ha implicazioni negative sul rating”, ha affermato l’agenzia di rating Dbrs, che prevede di “aggiornare la valutazione creditizia” del gruppo automobilistico “all’inizio del 2025”. In tal modo, si legge si legge in una nota di commento alle dimissioni del ceo, Carlos Tavares, Dbrs avrà “l’opportunità valutare più da vicino i progressi della performance di Stellantis nel mercato Usa, inclusi i suoi obiettivi di riduzione delle scorte come pure le probabili prospettive reddituali per il prossimo anno”. Anche se arrivato “un po’ a sorpresa”, il passo indietro “non si può certamente definire uno shock” alla luce “del significativo calo della performance operativa dall’inizio dell’anno, nell’ambito di un rapido declino di consegne, ricavi e utili”, afferma l’agenzia di rating.
Cresce la tensione all’indomani dell’addio di Carlos Tavares comunicato in anticipo di un anno sui tempi previsti dal contratto che sarebbe scaduto nella primavera del 2026. Per lui si parla di una buonuscita di 100 milioni di euro. A incidere sull’importo, secondo indiscrezioni che l’azienda non conferma, sarebbe proprio l’uscita anticipata. Secondo alcune valutazioni, il manager avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni. Per questa cifra è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.
Anche per queste ragioni, il suo addio ha scatenato una durissima reazione da parte delle forze politiche di opposizione che lanciano critiche al governo e chiedono aGiorgia Meloni l’immediata convocazione del presidente del gruppo, John Elkann, in Parlamento.
“Si apre una nuova fase” con l’addio di Carlos Tavares, “in cui ci auguriamo che l’Italia torni centrale nel piano industriale di Stellantis nella piena consapevolezza di quanto importante sia la forza del Made in Italy. Mi auguro che questo ci consenta anche di essere insieme in Europa, per chiedere all’Europa di rivedere le regole che devono consentire di raggiungere l’obiettivo del 2035, per un’industria dell’auto europea competitiva con gli altri grandi attori internazionali”. Guarda al futuro cnn speranza ilministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, rispondendo in un punto stampa a Delhi a una domanda sulla vicenda Stellantis. “Dobbiamo remare insieme nella stessa direzione in Italia e in Europa – aggiunge – perché l’Italia può riaffermare il valore dell’auto nella transizione ambientale e perché l’Europa deve consentire all’industria dell’auto europea di restare competitiva.
Il governo italiano c’è: lo abbiamo dimostrato anche recentemente proprio in Europa con il nostro non-paper relativo al settore automotive europeo che ha ottenuto una significativa e ampia convergenza tra gli altri paesi europei e il pieno sostegno non solo della CEA, l’associazione dei costruttori europei ma di Confindustria, Bdi e Medef, le associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, che nel loro documento finale della trilaterale sostengono le nostre stesse tesi”, ha dichiarato Urso.
Contro la gestione del governo su Stellantis e l’operato di Urso, ha speso parole molto critiche il leader di Azione, Carlo Calenda, interrogato sul tema in un programma su La7. Le dimissioni di Tavares “erano annunciate, ma in un periodo più avanti, sono state da un lato una sorpresa da un altro una cosa inevitabile. Tavares ha sbagliato tutto, è venuto in Parlamento anche con tono arrogante. Io ho fatto una battaglia in completa solitudine. Il governo con Urso diceva ‘Tavares mi ha assicurato che arriveremo a 1 milione di veicoli’…In questa storia l’altro che si deve dimettere è Urso che non ha fatto nulla, Meloni dovrebbe mandarlo via a pedate”, ha detto. “Urso andò anche all’inaugurazione di una roba in Serbia, siamo alla follia, inoltre il governo ha cancellato il fondo automotive. Nel frattempo la sinistra dice che bisogna andare sull’elettrico. Da un altro lato c’è l’ideologia del green e dall’altro l’inazione”, aggiunge.
Reazione critica sulla gestione Stellantis anche da parte del Partito Democratico. “Rinnoviamo la richiesta avanzata ieri, associandoci alle dichiarazioni dei colleghi deputati, che il presidente di Stellantis John Elkann venga al più presto in Parlamento, nelle commissioni Attività produttive di Camera e Senato, per chiarire quali scenari si aprono con le dimissioni dell’ad Tavares, nel quale la dirigenza aveva dichiarato, non più di dieci giorni fa, di riporre piena fiducia. Il futuro di Stellantis e dell’Automotive in Italia è di fondamentale importanza per lo sviluppo industriale del Paese e per le ricadute occupazionali. E’ chiaramente necessario voltare pagina e tutti devono fare la propria parte, certamente l’azienda mettendo in campo un piano industriale adeguato, ma anche il governo ripensando, in sede di discussione della manovra di Bilancio 2025, agli strumenti che ha appena definanziato, come il fondo per la transizione dell’Automotive”, affermano i senatori Antonio Misiani, responsabile nazionale economia del Pd e Andrea Martella, della Commissione Attività produttive, segretario regionale del Pd in Veneto. E’ urgente -aggiungono entrambi- un confronto nella sede parlamentare sul futuro di Stellantis e di tutto il settore”.
“Le possibili ripercussioni occupazionali c’erano con l’attuale amministratore delegato di Stellantis. Mi auguro che ora possa cambiare qualcosa e che questo si abbini a una nuova politica europea che possa valorizzare le produzioni europee stesse e non consegnare le nostre produzioni a paesi terzi”, ha detto il presidente della Regione Friuli Massimiliano Fedriga rispondendo a una domanda sulla situazione in Stellantis, a margine di un incontro pubblico. Per Fedriga, questa politica europea “è stato un problema di visione strategica che in molti casi ha condannato la propria impresa e la propria industria. Su questo serve un profondo ripensamento”, ha concluso.
Sul posto è arrivato il leader del M5S Giuseppe Conte. Gli operai manifestano contro la scadenza della commessa, prevista per il 31 dicembre. Un’incertezza che lascerebbe nel limbo centinaia di lavoratori che operano nell’indotto. In mattinata hanno portato solidarietà ai lavoratori i deputati Marco Sarracino (Pd), Alessandro Caramiello (M5s) e Carmela Auriemma (M5S). Davanti ai cancelli dell’ingresso 1 presenti anche i rappresentanti sindacali di Fiom, Uilm e Ugl.
L’ANNUNCIO DELLE DIMISSIONI
Stellantis ha annunciato che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato. Lascia quindi uno dei manager più pagati al mondo, 23,47 milioni di euro solo nel 2023 e di cui si favoleggia di una liquidazione monstre nonostante non siano stati conseguiti i risultati sperati. Tavares, come molti ceo di industrie europee, ha dovuto affrontare la critica situazione dell’automotive, dove anche Volkswagen si appresta ad adottare, per la prima volta nella sua storia, misure drastiche come la chiusura di stabilimenti e di licenziamenti. Crisi che sta portando sconvolgimeni anche nell’indotto di un settore trainante. Nell’elenco del disastro annunciato nel’industria europea si trovano anche giganti come Bosch, dove sono a rischio fino a 5.550 posti di lavoro. Per ridurre i costi, il gruppo sta pianificando anche un orario di lavoro settimanale più breve, con riduzione del salario, per alcune categorie di dipendenti in Germania.
Le voci di un addio del Ceo del gruppo si rincorrevano da tempo, dopo i deludenti risultati della casa automobilistica negli ultimi mesi. A Torino la notizia arriva proprio alla vigilia della nuova chiusura completa delle Carrozzerie di Mirafiori per più di un mese, da domani – lunedì 2 dicembre – all’8 gennaio.
Stellantis ha annunciato che il consiglio di amministrazione ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di ad con effetto immediato. Della notizia è stato informato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.
Non si sa chi sostituirà il manager portoghese, segno che in Stellantis le idee sul futuro del colosso dell’auto sono ancora poco chiare e che non si è mai pensato a un passaggio di poteri, a una successione nella carica più importante del gruppo franco-italiano. Il processo per la nomina di un nuovo CEO “è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025”, precisa la società.
Il presidente di Stellantis John Elkann lo ha detto: “Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders”.
Il senior independent director di Stellantis, Henri de Castries, ha commentato: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi”.
“ERA ORA, ELKANN VENGA IN PARLAMENTO”
La Lega subito all’attacco: “Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come ‘premio’ economico dopo la sua disastrosa gestione”. Pd: “Ora voltare pagina, Elkann venga in Parlamento” “Le dimissioni di Tavares evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l’automotive europeo. Ora bisogna voltare pagina e tutti devono fare la propria parte. L’azienda, mettendo in campo un piano industriale all’altezza di una fase estremamente difficile. Il governo, ripristinando gli strumenti di politica industriale assurdamente tagliati con la legge di bilancio. Chiederemo nuovamente a John Elkann di venire in Parlamento per confrontarsi sul futuro di Stellantis e del settore”. Così Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Pd.
FdI: “Ora Elkann venga in Parlamento”. “Era ora che Tavares se ne andasse, ma la transizione al nuovo management richiede responsabilità, tutela dell’occupazione e valorizzazione delle competenze. Diventa quindi ancora più importante che John Elkann si presenti al più presto in Parlamento per riferire sul futuro di Stellantis”. Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, in una nota.
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs: “Tavares e’ colui che ha avviato un processo di delocalizzazione dell’automotive in Italia , con politiche che hanno provocato guasti ed esuberi e ritardato i processi di innovazione tecnologica. A questo punto Stellantis ha il dovere di dire cosa vuole fare dei suoi stabilimenti e qual’e’ il suo piano industriale. Per queste ragioni chiediamo che Elkann sia immediatamente audito in Parlamento”.
UNA CRISI PROFONDA
La notizia delle dimissioni in un momento particolarmente delicato per il gruppo nato dalla fusione nel 2021 tra Fca e la francese Psa. In un mercato in cui tutte le case automobilistiche sono in difficoltà, Stellantis continua a segnare performance peggiori del mercato. Nei primi 9 mesi del 2024 Stellantis in Europa ha segnato un calo delle vendite del 6%, mentre il mercato ha registrato un +1%: quasi 10milioni le vetture immatricolate. La quota di Stellantis è scesa così al 13,3%. Settembre è il mese nero con -26% di vetture dei marchi Stellantis immatricolate rispetto allo stesso periodo del 2023. Le auto vendute sono scese così sotto quota 150mila e si sono fermate a poco più di 148mila.
Numeri che si sono riflessi sui conti del gruppo: nel terzo trimestre 2024 Stellantis ha visto calare del 27% i ricavi, a 33 miliardi di euro, principalmente a causa di un calo delle consegne e di un mix sfavorevole, nonché dell’impatto dei prezzi e dei cambi. A settembre il gruppo aveva lanciato un profit warning, rivedendo al ribasso gli obiettivi per fine anno.
In un contesto già difficile per lo stabilimento di Mirafiori, dove è stato annunciato da oggi, lunedì 2 dicembre, il fermo produttivo dell’impianto fino all’8 gennaio 2025, ora si allungano le ombre di questa fase di incertezza. L’impianto è in attesa – a fine 2025 – della nuova 500 ibrida, unica carta per evitare uno stop definitivo alla produzione di auto nel sito.
Nel frattempo però i dati di produzione del 2024 si avviano a segnare un record negativo. Secondo i dati del report trimestrale della Fim-Cisl a Mirafiori sono state prodotti 22.240 veicoli nei primi nove mesi del 2024. Lo scorso anno, nello stesso periodo, furono 70.365. Un calo del 68 per cento. Negli mesi tra luglio e settembre tra cassa integrazione e lo stop ad agosto si è lavorato solamente 14 giorni: 5 a luglio e 9 a settembre. Stellantis ha prodotto fra gennaio e settembre 237mila automobili nei suoi cinque stabilimenti italiani: l’anno scorso furono 400mila, un calo del 40%. Scendono anche i veicoli commerciali prodotti ad Atessa, -31%. (PdA)
Foto. Carlos Tavares e John Elkann