Alla manifestazione di Fratelli d’Italia, Atreju, al Circo Massimo di Roma, Giorgia Meloni racconta la sua Italia e la sua presidenza. Un’autocelebrazione in piena regola. Se la canta e sa la suona, attacca Landini, Elly Schlein e Romano Prodi, accolta in questo rabbioso monologo da una platea di militanti che non va troppo per il sottile e accetta qualsiasi slogan la leader di partito, in questo caso meno presidente del Consiglio, le dà in pasto. E la scatenata Meloni – forse per mascherare con dati quantomeno discutibili gli evidenti fallimenti del suo governo – presenta il suo leader di riferimento, il presidente argentino Milei, esponente della destra ultraliberista che pensa di portare il suo Paese fuori dalla crisi adottando proprio quelle ricette che negli anni passati l’hanno portato alla rovina.
E non poteva mancare l’attacco alla sinistra hollywoodiana che in America ha favorito la vittoria di Donald Trump, dimenticando volutamente il ruolo di propalatore di notizie false di Elon Musk, miliardario e suo amico.
Giorgia Meloni è arrivata intorno alle 11 al Circo Massimo accolta da una standing ovation della platea e dai cori “Giorgia Giorgia”. Meloni conclude l’edizione 2024, il suo intervento è iniziato alle 12.35 circa ironizzando sulle polemiche che riguardano sua sorella Arianna: “Grazie ad Arianna, che nella foga di dover piazzare amici e parenti, ha trovato il tempo di organizzare Atreju”. Annuncia le dimissioni dalla guida dei Conservatori europei, incoronando come successore il leader del Pis polacco Mateusz Morawiecki.
La premier ha parlato dei dati del sistema produttivo italiano: “Quella che il mondo vede oggi è un’Italia che torna a correre e a stupire. Non è solo merito del governo ma anche degli italiani che scoprono che la politica può essere alleata e non avversaria. Abbiamo fatto tutto quello che possiamo perché gli italiani tornino a credere in loro stessi”.
Due milioni di posti di lavoro e 10 miliardi in più in due anni alla Sanità
“In due anni abbiamo realizzato quasi un milione di posti di lavoro in più. Berlusconi sarebbe fiero di sapere che di quel milione di posti di lavoro di cui lui ha fatto una bandiera, questo governo lo ha fatto in due anni”, ha detto Meloni. “Non dico che in Italia va tutto bene, che i risultati positivi dipendono tutti dal governo”, ma “si è dimostrato quello che noi sosteniamo da sempre, ovvero che in Italia è la destra a difendere i lavoratori perché la sinistra era troppo impegnata a difendere le grandi concentrazioni economiche”.
“Con questo governo c’è lo stanziamento per la sanità più alto di sempre. Il calcolo non è difficile, si fa perfino senza calcolatrice, che l’ultima volta non è andata bene… L’aumento è di 10 miliardi negli ultimi due anni. Prima dell’arrivo di questo governo, quando c’erano quelli che ora dicono che non spendiamo abbastanza, negli ultimi 4 anni il fondo sanitario era aumentato di 8 miliardi. Con quale faccia dicono che non abbiamo fatto bene? La calcolatrice serve a voi. Non sono neanche 10 miliardi ma 12, perché vanno aggiunti quelli degli accordi di coesione e 750 milioni di euro dalla revisione del Pnrr”.
“La verità è che Landini gli scioperi non li organizza per aiutare i lavoratori ma per aiutare la sinistra”, ha detto Meloni affrontando il tema lavoro “Io – aggiunge – ho grande rispetto per il lavoro dei sindacati e per i diritti sindacali però è abbastanza facile distinguere una verità dalle menzogne: per giustificare il suo incitamento a una rivolta sociale, con toni che non hanno precedenti nella storia del sindacato italiano, con toni che se li avessimo utilizzati noi sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu”.
“Il segretario della Cgil Maurizio Landini ci dice che in Italia aumenta il precariato, che l’occupazione diminuisce e che diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie. Solo che purtroppo i numeri dicono esattamente il contrario”, ribatte.
Su Stellantis “non abbiamo pregiudizi e non facciamo favoritismi: se l’approccio è costruttivo noi faremo la nostra parte, per difendere i lavoratori siamo sempre in prima linea. Noi perché il Pd invece non l’abbiamo visto arrivare. A Schlein si inceppa la lingua quando deve dire la parola Stellantis: o forse è solo presa da altre priorità tipo la battaglia contro il pericolo incombente del fascismo condotta a colpi di duetti rap con gli articolo 31 e i balli sui carri allegorici del gay pride. Una battaglia partigiana di tale levatura non ammette distrazioni…”.
“Abbiate fiducia, i centri in Albania funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano, io voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato di aiutarmi a combattere la mafia”. Così Meloni su uno dei temi più caldi del dibattito politico. “L’accordo con l’Albania, che hanno definito folle, oggi fa scuola perchè il punto centrale è l’effetto deterrenza, sbarcare fuori dai confini Ue cambia tutto. Ed ecco perché tra tutte le iniziative messe in campo negli anni questo protocollo è la più temuta tra i trafficanti degli esseri umani e, fermare questa iniziativa è il più grande favore che possiamo fare ai criminali. Qui si rischia un corto circuito paradossale – prosegue – , mi chiedo se quei giudici che si sono tanto adoperati con sentenze totalmente irragionevoli, si siano interrogati davvero sulle conseguenze delle loro decisioni. Sono certa che la priorità della maggioranza dei magistrati sia combattere ogni mafia, compresa quella del mare, ma è evidente che, quando non riusciamo ad essere efficaci gli unici ad avere vantaggio sono le organizzazioni criminale”.
La leader di Fratelli d’Italia ha fatto riferimento anche alla manifestazione di ieri contro il ddl sicurezza: “Abbiamo fatto diverse cose sul piano normativo. Facciamo un grande applauso alle nostre forze dell’ordine, siamo sempre dalla loro parte. Penso al tanto vituperato ddl sicurezza che introduce nuovi reati e aumenta le tutele per le forze dell’ordine. Ho visto che contro il ddl c’è una mobilitazione dei cantanti, degli attori… più o meno avrà la stessa efficacia della mobilitazione di Hollywood contro Donald Trump”.
L’INTERVENTO DI MILEI
“Libertà, Libertà, libertà”. Così la platea di Atreju ha accolto il presidente argentino Javier Milei, introdotto sul palco dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I militanti hanno riservato a Milei una standing ovation.
Javier Milei “sta portando una vera e propria rivoluzione culturale in una nazione che è sorella dell’Italia, e che come noi condivide l’idea che la politica fatta solo di sussidi porta i Paesi verso il baratro” ha detto la premier presentando il presidente argentino al popolo di Atreju. “Come noi, Milei sa che il lavoro è l’unico antidoto vero per la povertà”, ha aggiunto la premier, chiedendo alla platea “un grande applauso per il presidente”.
“Gli argentini e gli italiani sono uniti da un legame comune” ha esordito il presidente argentino, aggiungendo “sento che sono in famiglia”. “Voglio ringraziare Atreju e, ovviamente, il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Giorgia Meloni, per questo invito. Come ho già detto, argentini e italiani sono uniti da un legame comune e un coraggio profondo che è datato da varie generazioni. Per questo motivo, più che stare tra amici, sento che sono in famiglia”.
“Le ricette tradizionali della politica hanno fallito. Le mie ricette non sono quelle tradizionali ma funzionano” ha detto Il leader ultraliberista, che ieri ha avuto un bilaterale con Meloni a Palazzo Chigi. “L’unico modo di combattere la sinistra è da destra. L’estremo centro non può battere la sinistra criminale. Dobbiamo essere come una falange o una legione romana, nessuno deve rompere le linee. Quando l’avversario è forte l’unico modo di sconfiggerlo è con una forza maggiore”. E’ la ricetta del presidente argentino. “Dobbiamo essere all’altezza del momento storico, dobbiamo tenere aperti i canali di cooperazione tra noi in tutto il mondo: una internazionale di destra. Difendiamo una causa, difendiamo una causa giusta e nobile, quella dell’occidente civilizzatore”.
“Nel nostro governo aderiamo a una serie di principi innegoziabili, che è: il mercato libero produce prosperità per tutti, il governo deve essere limitato, gli argentini sanno meglio di un burocrate come produrre, chi impiegare e con chi commerciare. E in materia di sicurezza sosteniamo che chi le fa le paga. Riassumendo, difendiamo la vita, la libertà e la proprietà privata”. L’intervento di Milei è suonato come un manifesto, cadenzato a punti e talora applaudito. Milei ha chiuso il suo intervento declamando più volte dal palco il suo ormai noto slogan ‘Viva la liberta, carajo!’. Il pubblico in sala ha risposto applaudendo al grido di ‘Libertà’.