L’Ucraina ha ucciso il generale russo Igor Kirillov, responsabile dell’esercito russo per la difesa contro radiazioni, agenti chimici e biologici, con un attentato esplosivo a Mosca, in Ryazansky Prospekt, un’arteria stradale situata a circa sette chilometri a sud-est del Cremlino.
Kirillov è stato ucciso da un ordigno posizionato all’interno di un monopattino elettrico parcheggiato nei pressi di un condominio e fatto esplodere a distanza attraverso, forse, una telecamera di sicurezza. Anche l’assistente del generale è rimasto vittima dell’attacco.
Un giorno prima, i procuratori ucraini avevano pubblicamente accusato Kirillov di aver autorizzato l’uso di armi chimiche proibite nel conflitto in Ucraina. In particolare, un tribunale ucraino lo aveva condannato in contumacia il 16 dicembre per il coinvolgimento diretto in operazioni militari che includevano l’impiego di oltre 4.800 ordigni chimici, tra cui granate K-1. Secondo il Servizio di Sicurezza Ucraino (SBU), questi atti rappresentano una violazione palese delle convenzioni internazionali.
Kirillov, 54 anni, ricopriva quella carica dal 2017. Ha preso parte alla creazione e all’adozione del sistema lanciafiamme pesante TOS-2 “Tosochka”. “Ha preso parte anche alla lotta contro la pandemia di coronavirus (COVID-19). Era nell’elenco delle sanzioni per aver partecipato all’SVO. La sua morte non è stata confermata ufficialmente, ma lo riportano i canali che ricevono informazioni dalle forze di sicurezza (112, Shot, Mash)”. Così i media russi.
Nel marzo 2022, Kirillov tenne una presentazione al Ministero della Difesa, dalla quale emerse che i laboratori biologici del Pentagono in Ucraina stavano sviluppando progetti per diffondere armi biologiche in Russia utilizzando pipistrelli e uccelli. Come prova ha citato documenti del Ministero della Salute ucraino con istruzioni su come distruggere i microrganismi patogeni.
La Russia, attraverso il vicepresidente Medvedev, minaccia ora una vendetta imminente.