La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare personale e reale emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia – nei confronti di 53 persone, indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi ed altro, ritenute affiliate al clan Amato Pagano operante nei comuni di Melito di Napoli, Mugnano di Napoli ed in parte dei quartieri Secondigliano e Scampia di Napoli.
Il provvedimento trae origine dalle indagini svolte dal Centro Operativo Dia di Napoli, coordinate dalla locale Dda, a carico di esponenti apicali del clan Amato Pagano, sodalizio criminale nato a seguito della sanguinosa scissione dallo storico clan Di Lauro, e per questo definito anche clan degli “scissionisti”.
Quella degli Amato Pagano è “una organizzazione molto ricca”, ha detto in conferenza stampa il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Secondo quanto emerso dalle indagini, ogni famiglia “incassava 8mila euro al mese. Durante l’operazione sono stati trovati tanti soldi in contanti“, ha aggiunto Gratteri. Il direttore della Dia di Napoli Michele Carbone ha spiegato che questi guadagni “consentivano loro di fare una sorta di bella vita, che veniva esibita sui social: macchine di lusso, Ferrari, Lamborghini, imbarcazioni da diporto, orologi di pregio“.
Il clan Amato Pagano, che opera nei Comuni dell’area nord di Napoli, fa un “uso costante e sistematico di TikTok e di Instagram“, dice ancora Gratteri. “Loro sfoggiano la loro ricchezza su TikTok e su Instagram: orologi d’oro, macchine di lusso. Lo fanno – ha detto Gratteri – per esternare il loro potere, per apparire, non solo per essere, ricchi, per farsi vedere come soggetti vincenti, come modello vincente, per farsi pubblicità parlando alla gente che pensa di entrare in una organizzazione criminale per diventare ricca e potente”.
“In Italia – ha affermato ancora il procuratore – la prima mafia che ha utilizzato i social per farsi pubblicità è proprio la camorra. Si usa TikTok, perché Facebook è oggi il social utilizzato da persone di età media, o anziane, mentre TikTok è il social utilizzato dai giovani: TikTok viene usato dalle mafie perché le mafie si rivolgono ai giovani”.
Nell’indagine anticamorra risultano coinvolti anche minori “che venivano utilizzati, portati con sé, a mo’ di addestramento”. “Questa – ha detto Gratteri – è stata una cosa che ci ha impressionato, ci ha dato a dir poco fastidio”. Il procuratore ha spiegato che rappresenta un “elemento di modernità” del clan l’usanza di “portare i minorenni per addestrarli, non solo per seguire e assistere, ma anche per partecipare all’estorsione”.
“Stiamo parlando di una organizzazione mafiosa apparentemente antica, che fa il classico reato di associazione mafiosa, che controlla il territorio, e fa estorsioni. Un target criminale classico, ma con elementi di modernità”, ha detto ancora.
Le indagini, avviate nel 2021, hanno permesso di ricostruire l’organigramma dell’intera organizzazione, a partire dai vertici della stessa, che sono stati individuati nei discendenti in linea diretta dei fondatori del gruppo, ovvero Raffaele “Lello” Amato e Cesare Pagano, entrambi attualmente detenuti in regime di 41 bis. Infatti, tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare compare anche uno dei generi di Raffaele Amato, uno dei generi di Cesare Pagano e la nipote degli stessi. Inoltre, “tra gli elementi che ci hanno meravigliato – ha aggiunto Gratteri – c’è anche il ruolo delle donne, in particolare di Rosaria Pagano, attualmente al 41 bis, che ha un ruolo importante in questa organizzazione”.
Il reato cardine del clan, come ha riferito il direttore direttore della Dia di Napoli Michele Carbone, “è il narcotraffico: il clan ha anche degli affiliati in Spagna e persino a Dubai, potendo così controllare il flusso di sostanze stupefacenti”.
Le indagini hanno anche evidenziato l’assoggettamento di imprenditori e commercianti dei territori controllati dal clan, che erano costretti a consegnare tangenti in base alla tipologia di attività. Nel settore edile, soprattutto nel periodo di intenso avvio di cantieri legati ai bonus fiscali, venivano avanzate numerosissime richieste estorsive.
Come ha detto il capo centro operativo Dia di Napoli, Claudio de Salvo, c’è un forte “contrasto tra le condizioni di quei territori, in cui si percepisce qualche difficoltà della gente comune, e lo sfarzo esibito dagli Amato Pagano. Ci sono, ad esempio, cortei di autovetture superlusso in quei territori e, da questo punto di vista, parliamo di una camorra moderna. Abbiamo registrato una fortissima presenza del clan sul territorio, molto pesante e soffocante, e credo questa operazione possa essere percepita da quel territorio come un momento anche di rinascita”.
Il taglieggiamento veniva incrementato soprattutto nel periodo a ridosso delle festività natalizie: la quasi totalità dei commercianti del comune di Melito di Napoli, in prossimità del Natale, veniva difatti costretta a comprare dei “gadget natalizi”, con un cospicuo incremento della cassa del sodalizio. Per le estorsioni, inoltre, “vigeva una sorta di sistema di progressività, così come sono le imposte, cioè – ha spiegato Carbone – a quei commercianti e quegli imprenditori che avevano attività con particolari volumi d’affari veniva chiesta un’estorsione più alta”. Emersi anche casi di estorsione a danno di artigiani “e perfino di un imbianchino – ha riferito Gratteri -. Non conta il guadagno, ma il messaggio che chi comanda deve controllare tutto, anche il respiro”