di Nicola Perrone *
— L’Intelligenza Artificiale galoppa impetuosa. Sulla rete e sugli organi di informazione si parla di questo o quel miracolo, di quello che sta già facendo e delle cose straordinarie che farà a breve. E si rincorrono le notizie più curiose e anche pericolose.
La ‘finta’ influencer creata dall’IA talmente ‘bona’ e vera che non solo colleziona centinaia di migliaia di seguaci che pendono dalle sue labbra, ma pure migliaia e migliaia di ‘beoti’ che le chiedono la mano (forse alla fine scopriremo che anche tutti questi sono ‘finti’, creati a loro volta).
Poi ci sono le cose pericolose, già in uso, con i volti di personaggi famosi o politici influenti che, con la loro voce, dicono cose assurde o accusano gli avversari di ogni nefandezza. Addirittura tramite l’IA un oscuro dirigente di una importante società si è ritrovato a discutere in videochat con gli altri dirigenti del suo gruppo e uno di questi gli ha ordinato di fare un grosso bonifico a favore di… Alla fine era tutto finto, soltanto i soldi del bonifico erano veri finiti in oscure tasche altrui.
Ecco, dal punto di vista giornalistico mi chiedo come è cambiata e come cambierà sempre più la nostra percezione dei fatti reali (qualcuno già parla della scomparsa dei fatti sostituiti dalle percezioni) quando saremo sempre più immersi in una ripetizione a bomba di notizie dove sarà sempre più difficile distinguere il vero dal falso. Alla fine c’è il concreto rischio della resa, che alla fine vinca il totale disinteresse nei confronti di ciò che è vero (confermato) da ciò che è falso o comunque artefatto.
Lo vediamo già adesso, per molti quello che conta è solo quello che ci incuriosisce, ci fa ridere o conferma le nostre convinzioni a volte inquinate da pregiudizi. Così il politico di turno, è successo, nonostante sia stata confermata la falsità di un video dell’avversaria lo ha comunque fatto girare e girare tra i suoi perché tanto andava solo a rafforzare già le loro convinzioni circa quel personaggio. Pure se erano falsità. Di qui la gravità di quanto poi potrebbe accadere.
Alcuni studiosi che stanno analizzando il fenomeno, infatti, sottolineano che al di là della falsità di un video, ad esempio con attività sessuali di una persona, anche se tutti sanno che quel video è falso questo non impedisce, a livello inconscio, che si crei una certa considerazione (sbagliata) di quella persona.
Che fare? Molti stanno cercando strumenti tecnici per arginare gli errori di altri strumenti tecnici. Credo NON basterà, perché questi ‘filtri’ non solo possono incappare in altri falsi positivi ma saranno comunque visti dalla massa con scetticismo, magari messi in opera da chi (complotto) vuol contrastare e contraddire le mie convinzioni.
Altri pensano che soltanto rinviando la palla agli utenti possa scongiurare il problema. Cioè, ognuno di noi dovrà mettersi ad analizzare la news cercando di capire se ci sono conferme attendibili, se quella persona dice o fa qualcosa che farebbe normalmente. Ti saluto. Il problema resta, con la terribile conseguenza: la crescita dello scetticismo nei confronti di ogni news, vera o falsa non farà più differenza. Daremo retta soltanto a quella notizia (?) che ci farà comodo, a quella che già risponde e si allinea a quello che pensiamo (o riteniamo di sapere) circa quel fatto o quella persona. Per questo penso che alla fine l’unica arma che avremo in mano sarà la reputazione: le informazioni avranno valore solo se sono state filtrate , valutate e commentate da persone di cui ci fidiamo.
Per i giornalisti, di fronte ai tanti rischi, si apre una grande opportunità: quella di diventare una ‘guida sicura’ per chi è in cerca di verità. Che poi alla fine è quello che veramente conta. A tutti Buon Natale Felice Anno Nuovo-
*Agenzia Dire (www.dire.it)