Il Ministero dell’Istruzione si appresta a introdurre Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, che entreranno in vigore nell’anno scolastico 2026-27. Le proposte, elaborate da una Commissione appositamente istituita, puntano a una revisione significativa dei programmi scolastici, con un focus rinnovato sulle materie umanistiche e un’attenzione particolare alla storia e alla letteratura italiana.
Tra le proposte, spicca l’introduzione del latino come opzione a partire dalla seconda media, un intervento che mira a recuperare l’interesse per la cultura classica già nei primi anni del percorso scolastico. Le altre modifiche riguardano:
- L’abolizione della geostoria alle superiori, sostituita da uno studio della storia più focalizzato e narrativo. Lo scopo della Geografia sarà la conoscenza dell’Italia e il collegamento con le tematiche ambientali;
- La centralità della storia d’Italia e dell’Occidente, con approfondimenti sui popoli italici, la civiltà greca e romana e i primi secoli del Cristianesimo. Alle medie storia europea e degli Stati Uniti per mettere bene in risalto le nostre origini. (Si spera nello studio della Seconda Guerra Mondiale e del fascismo, cosa mai avvenuta finora con le conseguenze che tutti conoscono, ndr)
- L’educazione musicale e artistica sin dalla scuola primaria, per favorire lo sviluppo della creatività e dell’espressione personale.
Ma non si tratta solo di recuperare il passato: la Commissione che ha supportato il Ministero dell’Istruzione ha previsto l’introduzione di strumenti moderni, come graphic novel, romanzi a fumetti e la visione di film, per rendere lo studio “più coinvolgente e stimolare la comprensione”. Accanto a queste novità sul fronte umanistico, la riforma abbandona l’approccio della geostoria per separare nuovamente lo studio di storia e geografia, riportando quest’ultima su temi ambientali e territoriali, mentre la narrazione storica sarà “libera da sovrastrutture ideologiche, con particolare attenzione alla storia italiana, europea e occidentale”. Parallelamente, ieri, 14 gennaio 2025, il Consiglio dei ministri ha approvato nuove misure sul dimensionamento scolastico, pensate per garantire una maggiore flessibilità organizzativa e “salvaguardare le esigenze di territori specifici”. La possibilità di istituire classi con un numero ridotto di studenti e il sostegno al personale Ata sono solo alcune delle proposte offerte alle Regioni che rispetteranno i termini per la riorganizzazione della rete scolastica. Questa riforma, fortemente voluta da Giuseppe Valditara, si propone di costruire una scuola più moderna e radicata nella tradizione: “Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo”, ha dichiarato il ministro.
Nella scuola primaria, l’obiettivo principale sarà quello di avvicinare gli studenti al piacere della lettura e di aiutarli a sviluppare solide competenze di scrittura con il rafforzamento della competenza linguistica, con un’enfasi sulla correttezza formale, l’ordine e la chiarezza nella comunicazione. Lo studio della grammatica, ha detto il Ministro Valditara, non rappresenta solo una competenza tecnica, ma anche uno strumento per coltivare l’autocontrollo e il rispetto verso gli altri.
Valditara ha anche sottolineato che il percorso inizierà con la lettura e l’analisi di testi in prosa e poesia. Particolare importanza sarà attribuita allamemorizzazione di poesie, cominciando con composizioni semplici come filastrocche e scioglilingua, per poi introdurre gradualmente elementi di epica classica, mitologia e saghe nordiche. Tra le letture, oltre ai classici, viene citata anche la Bibbia, per rafforzare la conoscenza delle radici. Secondo il Ministro, l’esercizio della memoria non solo stimola la fantasia e il senso di meraviglia nei bambini, ma contribuisce anche al consolidamento delle regole grammaticali.
La riforma si propone di contrastare i deficit emersi dagli studi Ocse, che evidenziano un’incapacità diffusa nella comprensione del testo scritto: fin dalle elementari, gli studenti saranno avvicinati alla lettura attraverso poesie, filastrocche a memoria, spaziando dalla letteratura classica a quella moderna come gli haiku, una forma di poesia giapponese. I ragazzi continueranno a leggere autori come Verne e Stevensona cui ora si aggiungerà anche Stephen King, ma anche graphic novel e testi adattati affinché “imparino ad apprezzare testi scritti e ne parlino con competenza e se possibile con piacere”, ha dichiarato la Commissione. Un esempio la proposta di lettura di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, una serie letteraria di genere fantasy composta da sei libri scritti da Rick Riordan, che si affiancherà così a Omero e Virgilio.
La revisione, come precisato dal sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, nei mesi scorsi, non coinvolgerà le materie scientifiche, per le quali sono già state definite linee guida specifiche a ottobre scorso. Ciò delimita il campo d’azione della riforma, che si concentra sulle materie umanistiche e artistiche.
La riforma delle Indicazioni Nazionali sarà caratterizzata da un approccio partecipativo e inclusivo dei lavori della Commissione. Sono previste, infatti, audizioni con associazioni professionali, consulte studentesche, società scientifiche e sindacati, oltre alla creazione di sottocommissioni di esperti e docenti. Plauso da Valentina Aprea, responsabile nazionale del dipartimento istruzione di Forza Italia, che ha espresso soddisfazione per le proposte avanzate dalla Commissione Valditara sulle nuove Indicazioni per le competenze umanistiche del primo ciclo e accolto con grande favore l’apertura al dibattito.
Le proposte di Valditara hanno ricevuto reazioni contrastanti anche sul piano politico, con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha criticato apertamente la visione del ministro, definendola “una scuola che guarda al passato, non al futuro”. La segretaria del Pd ha in particolare criticato la visione “meritevole” di questa riforma, secondo lei iniqua: “Noi non abbiamo nulla contro il merito, ma è ipocrita non vedere che si può parlare di merito quando sono assicurate pari condizioni di partenza”.“Rischia di essere una gara che parte truccata – ha poi aggiunto la Schlein – Quella di Valditara è una visione fuori dal tempo, che cancella anni di studi pedagogici”.
“I nuovi programmi per la scuola italiana annunciati oggi dal Ministro Valditara ovviamente non piacciono al Pd e alla Schlein che parla di deriva autoritaria. Grazie alla Lega c’è sicuramente un ritorno alla autorevolezza della scuola, dove chi si comporta male viene sanzionato e chi non studia è bocciato. L’unica deriva è quella progressista che ha rovinato pedagogia e scuola negli ultimi 40 anni dove chi non studia, occupa e spacca tutto a scuola viene tutelato e protetto”, così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
“La volontà di rivedere i contenuti oggetto di studio, in particolare lo studio della lingua latina alla Secondaria di primo grado, un maggiore approfondimento della storia italiana e la sottolineatura dell’importanza dello studio a memoria delle poesie, pare essere una proposta superata, quasi un vagheggiamento del passato. Non sono affatto d’accordo con questa interpretazione. Tinkering, making, coding, inquiry based learning sono termini che oggi sono usatissimi e alludono a metodologie didattiche innovative che godono di ampio successo nel mondo della scuola”. Così all’Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri.
Secondo Suor Anna Monia Alfieri “occorre, infatti, non dimenticare che il fine della scuola è formare cittadini che, attraverso la cultura appresa, in qualsiasi campo del sapere, siano in grado di agire responsabilmente all’interno della società. Spesso nella scuola si rischia di dare più importanza al metodo che al contenuto, alla competenza piuttosto che alla conoscenza. Questo è altamente rischioso si crea, come si è creata, una ignoranza diffusa su contenuti cardine della nostra storia, della nostra letteratura, del sapere in generale. Lo studio della lingua latina consente una riflessione linguistica sulle strutture delle lingue moderne, un esercizio mentale di riflessione nella traduzione, una conoscenza di un mondo che è all’origine della nostra cultura e che può diventare uno dei settori trainanti della nostra economia”.