di Giangi Franz *
Allego un articolo interessante che, anche se da destra, affronta intelligentemente alcune questioni relative alle ottusità tedesche, quindi, a ruota, italiane e della UE. Ne sottace di altre, ma questo è tipico delle analisi partigiane, siano esse di destra o di sinistra.
La Germania, governata per due decenni da un personale politico più che modesto, sta affondando e si porterà dietro tutti noi e buona parte dell’Europa, governati da una classe politica ancora più modesta.
Per due decenni ci hanno spacciato Frau Merkel come una statista, quando è stata più o meno la sindaca di un paese senza sovranità, senza visioni di futuro, senza ambizioni. Lo scrivevo negli anni del mattatoio greco, quando i tedeschi e i francesi, per salvare le loro banche fallite, scaricarono prima sulla Grecia e poi su di noi la loro ottusità, con la complicità di Manuel Barroso, Mario Draghi (tutti molto vicini, chi prima e chi dopo, a Goldman Sachs, la vera responsabile del default greco) e Cristine Lagarde.
Ora la Germania affonda e ben le sta. Perché con arroganza non ha accettato le critiche avanzate per 20 anni sullo squilibrio della sua bilancia commerciale, sulla assurdità delle politiche di austerità imposte a tutti sulla base di un sedicente virtuosismo, sull’obsolescenza di una economia fondata sulla meccanica dell’auto.
Sono talmente ottusi che adesso pensano di uscire dalla crisi ricominciando a battere la lamiera dei carri armati, ossessionati, come sono sempre stati, dal mondo russo e pan-slavo in generale.
E noi? Due volte ottusi, perché abbiamo assecondato la trasformazione dell’industria italiana in un insieme di sub fornitori delle imprese tedesche. Nel mio piccolo lo scrivevo in post del 2012 e poi 2013 e avanti negli anni. Guardato con sufficienza da colleghi economisti, entusiasti dei tassi di crescita delle imprese germanizzate, in particolare in Emilia-Romagna, che si è messa il cappio intorno al collo da sola.
In particolare un economista, uno che ha fatto fortuna incollandosi al cadreghino nelle Camere, uno per cui i Greci dovevano pagare le loro colpe, neanche fosse un calvinista nordeuropeo…
Anche l’attuale arretramento delle politiche ‘green’ lo dobbiamo alla ottusità e all’egoismo tedeschi, avendole essi interpretate ancora una volta in chiave egemonica, l’unica che capiscono senza mai essere in grado di imporla.
E noi? Nessun problema. Inseguiamo le scie, giuste o sbagliate che siano…
* Professore Dipartimento di Scienze Ambientali – Università di Ferrara