martedì 11 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

BOCCACCIO / Proteste per il No ai festeggiamenti dei 650 anni della morte

Se la classe politica avesse un minimo di sensibilità estetica o di gusto, andrebbe a guardare quel che fanno gli scrittori  e gli intellettuali, e da lì partirebbero per capire i problemi dell’Italia. Perché non lo fanno? Per i motivi che hanno portato la Camera dei Deputati, la settimana scorsa, a dire no alla formazione di un comitato nazionale per festeggiare i 650 anni dalla morte di Boccaccio, avvenuta a Certaldo, il 21 dicembre 1375. Una scelta per la nostra classe politica non troppo sofferta, visto che risulta difficile immaginare i nostri deputati intenti a consumarsi la vista sull’italiano del Trecento, autore del Decamerone, definito una delle “tre corone” della letteratura italiana, con Dante e Petrarca.

La Camera dei deputati, questa è la notizia, ha bocciato un ordine del giorno in cui si chiedeva di prevedere iniziative per celebrare i 650 anni dalla morte del Boccaccio. La domanda di istituire un Comitato nazionale, presentata al Ministero della Cultura a marzo 2024, non solo è stata respinta dalla Consulta ministeriale incaricata delle istruttorie, ma la Camera, quasi a voler ribadire la sua netta contrarietà, ha bocciato anche un ordine del giorno, prima firmataria l’onorevole Irene Manzi, in cui si chiedeva di prevedere iniziative.

Alla miopia italiana si contrappongono gli americani, che sul Decameron fanno una serie di successo e generalmente apprezzata per Netflix. Noi invece non festeggiamo la data obituaria, la  importante per una persona del Medioevo, di uno di quei tre quattro scrittori che si devono studiare in Italia: non “si possono studiare”… si devono. Dante, Petrarca, Boccaccio e Manzoni.

Anche l’Accademia della Crusca si è scaldata: “Il Consiglio direttivo dell’Accademia della Crusca esprime stupore e rammarico per la mancata costituzione (la cui richiesta era stata sostenuta dalla stessa Crusca) di un Comitato Nazionale per le celebrazioni del 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio e si augura che il Ministro della Cultura, dopo l’approvazione di uno specifico ordine del giorno al Senato, vi ponga rimedio”.

E in effetti il ministro Giuli, che ha dato prova di essere incline a forme parallele di tradizionalismo, diverse da quelle tracciate dai suoi colleghi cattolici, potrebbe porvi rimedio. Ha qualche mese di tempo per cambiare le cose e poi entro dicembre regalarci una celebrazione degna di un autore che la politica non ha mai capito, poiché gli autori sono sempre squisitamente impolitici, disobbedienti, fanno politica in modo diverso: uno di questi? Ridendo dell’indifferenza della politica istituzionale. E ora si sente ridere anche Boccaccio. (Foto: una scena della serie tv sul Decameron su Netflix)

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