Abituato a essere circondato da yes men e da cortigiani, o al massimo da gente che dissente ma reagisce con costernato silenzio alle sue sortite temerarie, Trump ha trovato pane per i suoi denti durante un incontro alla Casa Bianca coi governatori degli Stati dell’Unione. E’ stata una coriacea e popolarissima 77enne, governatrice democratica del Maine, Janet Mills, a rispondere per le rime al presidente che le aveva chiesto se era pronta a obbedire ai suoi ordini vietando la partecipazione di transessual alle gare sportive.
“Noi obbediamo alle leggi dello Stato e a quelle federali» gli ha risposto la Mills.
Controreplica di Trump: «Noi siamo la legge federale, e questo provvedimento è condiviso dagli americani: farai bene a obbedire o bloccherò i fondi federali destinati al Maine».
La Mills non si è fatta intimidire: «Ci vedremo in tribunale».
Mills è, così, diventata una bandiera della resistenza democratica: un partito disorientato davanti ai continui blitz di Trump, con deputati e senatori progressisti che protestano in Campidoglio ma con toni abbastanza dimessi, senza ottenere risultati. Ha esultato per la Mills anche Stephen King. Il grande scrittore americano ha elogiato la governatrice per essersi opposta «al bullo Trump» e l’ha ringraziata: «Mi hai fatto sentire orgoglioso di essere uno del Maine». L’unico altro gesto di aperta resistenza è venuto da un secondo «ci vedremo in tribunale» pronunciato da un’altra donna governatrice progressista: quella dello Stato di New York.
Kathy Hochul si è rifiutata di cancellare, come disposto dal presidente che per questo si è autonominato (in un fotomontaggio) re di New York con tanto di corona e stola di ermellino, le nuove regole del traffico nella metropoli che prevedono il pagamento di un pedaggio nella parte più trafficata di Manhattan.