mercoledì 12 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

DELITTO DI GARLASCO / Nuovo indagato: l’amico del fratello di Chiara

Omicidio di Chiara Poggi. Dopo 18 anni il caso è stato riaperto. C’è un nuovo indagato per l’assassinio della ragazza avvenuto il 13 agosto del 2007: è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara,  al quale la Procura di Pavia ha notificato un avviso di garanzia all’allora 19enne che era stato indagato ma le cui accuse furono archiviate.

Andrea Sempio, all’epoca dei fatti, aveva 19 anni ed era già stato al centro di indagini, tra il 2016 e il 2017, sollecitate da parte dei legali di Stasi per via del Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Le accuse nei suoi confronti erano state archiviate dall’allora procura di Pavia, guidata da Mario Venditti, e ora tornano sotto la lente di ingrandimento perchè, secondo il Tg1, a Sempio è stato notificato un nuovo avviso di garanzia grazie ad una nuova indagine sul Dna, sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione. Nell’avviso di garanzia l’accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi “colpendola al capo e al volto con reiterati colpi inferti con un corpo contundente”.  (Foto: Alberto Stasi e Chiara Poggi)

Il Caso

Era il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi fu uccisa, a 26 anni, nella sua casa di Garlasco (Pavia) mentre era da sola. Per il delitto, dopo cinque gradi di giudizio, è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi, ex studente della Bocconi, che si è sempre professato innocente. L’uomo sta scontando una pena a 16 anni di reclusione ma può uscire dal carcere per lavorare ogni giorno. A febbraio la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva respinto, dichiarandolo “manifestamente infondato”, il ricorso con cui si chiedeva di annullare la sua condanna definitiva.

“Andrea Sempio è allibito e sconvolto”, ha affermato l’avvocato Massimo Lovati che difende il giovane finito nuovamente sotto i riflettori della Procura di Pavia per il delitto di Chiara Poggi. Domani Sempio dovrà presentarsi nella sede dei Carabinieri di Milano, nel reparto della Scientifica, per sottoporsi all’esame salivare e al tampone per comparare il suo Dna con quelli trovati sotto le unghie della vittima. Gli esami a Sempio sono stati disposti in modo coattivo dal giudice per le indagini preliminari di Pavia (competente per l’omicidio di Garlasco), dopo che lui aveva negato il proprio consenso.

Nell’archiviazione datata 28 marzo 2017, il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, scriveva che Andrea Sempio non aveva nulla a che vedere col truce omicidio. Tre mesi dopo il deposito alla Procura Generale di Milano di un esposto firmato da Elisabetta Ligabò, la mamma di Alberto Stasi, in cui si ipotizzava la presenza del Dna di Sempio sotto le unghie della vittima, il giudice di Pavia impose l’ “alt” a nuove ipotesi: “Se è non condivisibile ma umanamente comprensibile l’intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l’esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie ci si deve tuttavia arrestare di fronte all’inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi“.

Il gip di Pavia scrisse che “è radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dalla difesa Stasi“. L’analisi di questo materiale, stando alle conclusioni del genetista Pasquale Linarello – a cui si erano rivolti i legali di Stasi – aveva, secondo loro, evidenziato la presenza del Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara. Tuttavia, questa consulenza era per il Gip “viziata ab origine già nella formulazione del quesito laddove pretende di confrontare i risultati di oggi con quelli ottenuti nella perizia De Stefano. Quest’ultimo aveva concluso la propria perizia affermando che, essendo i risultati incostanti, gravati da artefatti conseguenti a possibile degradazione e inserimenti contaminanti, nonché soggetti a probabile contaminazione ambientale, non sono utilizzabili per definire una ‘ipotesi di identità‘, quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico“.  (In collaborazione con RaiNews)

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