giovedì 20 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

La “storica telefonata” Trump-Putin ha partorito un topolino (e altre bombe)

Era stata presentata come l’evento più importante e decisivo degli ultimi tre decenni che avrebbe segnato la storia dell’umanità. In realtà, la telefonata di 90 minuti tra Donald Trump e Putin ha partorito un topolino, almeno a giudicare dai pochi elementi che si conoscono e che inducono a ritenere che i sospetti della vigilia si stanno trasformando in  certezza: Putin sta giocando con Trump come fa il gatto con il topo. Per ora, l’unico evidente risultato è che durante la “storica telefonata”, la Russia, tanto per far capire chi è che conduce il gioco,  ha tempestato di bombe e missili la capitale Kiev. Alla faccia della tregua e della futura pace permanente.

Il bullo della Casa Bianca, aspirante al Premio Nobel per la pace, non si è reso conto e non ha quindi contezza di trovarsi di fronte un osso duro. L’eterno campione del Kgb non cede di un millimetro dalle richieste che ha sempre avanzato affinché ponga all’aggressione dell’Ucraina: niente armi a Kiev, niente intervento sul campo di soldati Nato e niente restituzione di territori all’Ucraina. E sa benissimo che gli Stati Uniti cederanno, poiché l’unico obiettivo dell’Oltre Atlantico è di incassare il dividendo delle terre rare, necessarie per arginare la crisi che sta avvolgendo l’America.

La storica telefonata ci consegna solo uno stop per trenta giorni agli attacchi alle infrastrutture energetiche. In seguito si potrà arrivare a un cessate il fuoco allargato per arrivare a una “pace permanente” che dovrà però, avverte Mosca, avere come condizione chiave l’interruzione di tutti gli aiuti militari a Kiev. Le trattative, elemento che viene tenuto nascosto, avvengono sulla testa dell’Ucraina e dell’Europa. Negli Stati Uniti alcuni osservatori sostengono che il capo Cremlino ha ottenuto quello che voleva senza fare concessioni.

Non si è fatta attendere la reazione di Francia e Gran Bretagna, e dell’Unione Europea. La Ue definisce inaccettabile la richiesta russa, forse avallata dallo stesso presidente americano, di uno stop degli aiuti a Kiev. Francia e Inghilterra sono più esplicite nello spingere a fornire nuovi armamenti all’Ucraina.

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