martedì 1 Aprile 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

AGCOM: “Social media e siti web hanno sorpassato l’informazione televisiva”

Un italiano su due utilizza internet per informarsi. Il web sorpassa la tv: social e giornali online sono il primo mezzo d’informazione. L’Agcom: “Scarsa fiducia nei social ma molti si informano da lì”. Anche nel 2024 la televisione non è più il mezzo principale. La metà delle persone che si dichiarano iscritte ai social apprende da lì notizie e informazioni.

A partire dal 2023 la televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani, superata da internet: un italiano su due utilizza la Rete per informarsi, una tendenza confermata anche nel 2024.  La metà delle persone che si dichiarano iscritte ad almeno un social network apprendono notizie e informazioni sui social prima che su altri mezzi di comunicazione. Questi alcuni dati contenuti nella prima edizione dell’Osservatorio sul sistema dell’informazione che l’Agcom,  l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Obiettivo: monitorare e comprendere le componenti del sistema informativo italiano, in un contesto di profonde trasformazioni delle modalità di generazione e fruizione  delle notizie.

Poco più del 17% degli italiani interpellati dichiara di leggere i quotidiani (solo il 6,6% dice di avere un abbonamento a pagamento a  uno o più quotidiani nella versione digitale), mentre circa un quarto dei cittadini fruisce delle notizie dalla versione digitale dei mezzi editoriali tradizionali.

Il 65,6% della popolazione esprime un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione: televisione, radio e carta stampata sono le fonti informative ritenute più affidabili, mentre circa il 30% nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media o dalle piattaforme di condivisione di video. In questa chiave, è molto importante il ruolo del ‘passaparola’.

Un italiano su due utilizza internet per informarsi e tale tendenza è confermata anche per il 2024; in particolare, social media, motori di ricerca e  siti web/app di quotidiani e periodici risultano le principali porte  di accesso all’informazione.

Per la prima volta – sottolinea dunque la ricerca – la televisione  perde la posizione di leader tra i mezzi di informazione (46,5% della  popolazione) con una riduzione molto forte (-21%) rispetto al 2019 in cui era il mezzo di informazione largamente più utilizzato (67,4%  della popolazione).  Solo il 13,3% degli italiani risulta informarsi tramite la radio, in leggero calo rispetto agli anni passati.

I  quotidiani, nel loro formato cartaceo, proseguono nella dinamica di  riduzione: poco più del 17% degli italiani dichiara di leggerli, solo  il 6,6% dichiara di avere un abbonamento a pagamento a uno o più  quotidiani nella versione digitale e poco più del 14% manifesta la  volontà di abbonarsi in futuro. Nonostante la riduzione nell’uso dei media tradizionali, circa un  quarto dei cittadini dichiara di informarsi tramite le versioni digitali dei mezzi editoriali tradizionali.

Il fattore generazionale riveste un ruolo fondamentale nel determinare le modalità di consumo dell’informazione. Tra i più giovani è prevalente la propensione ad utilizzare un solo mezzo per informarsi, solitamente internet. In rete, la visione di video e l’ascolto di notizie si affianca alla tradizionale lettura di notizie, soprattutto tra le classi più giovani della popolazione.

Informazione on-line. Secondo la prima edizione dell’Osservatorio, per la prima volta la televisione perde la posizione di leader tra i mezzi di informazione (46,5% della popolazione) con una riduzione molto forte (-21%) rispetto al 2019 in cui era il mezzo di informazione largamente più utilizzato (67,4% della popolazione). Su tutti i mezzi di comunicazione il complesso dei programmi informativi trova un riscontro positivo da parte della popolazione. In particolare, l’analisi del dato televisivo fa emergere come i telegiornali rappresentino un traino per l’audience.

Il 50,5% – rileva l’Agcom – di coloro che sono iscritti ad almeno un social network, grazie ai sistemi di allerta (notifiche) e al ‘passaparola virtuale’ nella propria rete di contatti, dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni prima sui social che su altri mezzi di comunicazione. In riferimento al consumo  informativo, cliccare sul link di una notizia o mettere un like/mi piace, sono le azioni prevalentemente svolte (più del 40%); meno frequentemente le notizie sono commentate (16,9%) o si avvia una discussione in merito ad esse (6,1%).

Gli ultrasessantacinquenni commentano le notizie e partecipano più attivamente alle discussioni rispetto al resto della popolazione, mentre la propensione a condividere/postare il link di notizie è simile alle fasce più giovani della popolazione (dai 14 ai 34 anni).  Infine, tra le modalità attraverso cui i cittadini si informano, un ruolo significativo è svolto dal passaparola, utilizzato da un cittadino su dieci, a conferma dell’importante ruolo svolto dalle relazioni personali nella diffusione delle informazioni.

In relazione alla percezione sull’affidabilità nei confronti di chi produce e diffonde le notizie, le fonti editoriali come televisioni, radio e quotidiani, sono ritenute più affidabili rispetto a quelle generate da autori singoli, come influencer e blogger.  Il 65,6% della popolazione dichiara di avere un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione; un terzo nutre alta fiducia.  I mezzi tradizionali (televisione, radio e carta stampata) risultano le fonti informative in cui i cittadini ripongono maggiore fiducia. Segue il passaparola, nel quale il 35% circa della popolazione ripone alta fiducia.

 

Minore è la fiducia nei mezzi digitali complessivamente considerati;  in particolare circa il 30% della popolazione nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media, così come per quelli provenienti dalle piattaforme di condivisione di video. I giovani tra i 14 e i 24 anni mostrano una minore di fiducia nei confronti di almeno uno tra i mezzi di comunicazione.

Con riferimento ai mezzi digitali, i più giovani e gli ultrasessantacinquenni (una persona su 5) asseriscono di non aver alcuna fiducia nelle fonti informative online. L’atteggiamento dei giovani e degli anziani è differente per i mezzi  tradizionali: il 17% dei giovani non vi ripone fiducia, mentre la  percentuale scende al 7,8% per gli ultrasessantacinquenni.

In relazione alla percezione sull’affidabilità nei confronti di chi produce e diffonde le notizie, le fonti editoriali come televisioni, radio e quotidiani, sono ritenute più affidabili rispetto a quelle  generate da autori singoli, come influencer e blogger. Il servizio pubblico televisivo è la fonte ritenuta ‘più’ affidabile dai cittadini, in particolare dalle fasce più anziane della popolazione. Gli influencer, spiega l’Agcom, sono considerati affidabili dal 2,2% della popolazione, percentuale che sale solo al 4,6% per la fascia di età tra i 14 e i 24 anni. I più giovani reputano più affidabili le notizie rinvenute sui social media o sulle piattaforme di messaggistica. Durante il periodo 2019-2024, i palinsesti dei telegiornali e dei programmi di approfondimento hanno dimostrato unagrande elasticità di risposta agli eventi contingenti, come la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. Ad esempio, durante la pandemia, l’offerta informativa sui temi medico-scientifici è aumentata significativamente. I tg hanno prodotto mediamente tra il 30% e il 35% dell’offerta informativa complessiva e i programmi di approfondimento tra il 65% e il 70%. (In collaborazione con Agcom e Rainews)

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