mercoledì 16 Aprile 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA FRANCIA VIETA i cellulari a scuola fino ai 15 anni / I danni degli smartphone

La Francia vieta l’utilizzo dei cellulari nelle scuole a partire da settembre: i dispositivi veranno chiusi in un armadietto. La decisione, che riguarda gli studenti tra gli 11 e 15 anni, è stata poresa dal ministero dell’istruzione, vista l’insorgenza di problemi di dipendenza ormai giunta a livelli allarmantim e non solo in Francia.

“In un momento in cui l’uso degli schermi è ampiamente messo in discussione a causa dei suoinumerosi effetti dannosi, questa misura è essenziale per il benessere e il successo dei nostri figli a scuola”: con queste parole il ministro dell’istruzione francese Élisabeth Borne ha annunciato la stretta in tema di cellulari che arriverà in Francia a settembre: gli studenti delle scuole medie (tra gli 11 e ei 15 anni) non potranno più utilizzarli in alcun modo, per tutta la durata della giornata scolastica. Dovranno chiuderli all’interno di armadietti (o in un sacchetto) e li potranno riprendere in mano solo dopo la fine della scuola.

La misura drastica arriva dopo che la Francia, nei mesi scorsi, ha sperimentato un programma pilota prevedendo una “pausa digitale” per oltre 50.000 studenti di 180 scuole medie: per sei mesi questi ragazzi hanno sistemato i propri telefoni dentro armadietti (non potendoli accendere durante le lezioni). Ebbene, il risultato è stato duplice: gli studenti erano più concentrati nelle attività scolastiche e l’atmosfera delle scuole in generale è cambiata, con più interazione sociale e dialogo e, cosa ancora più importante, numeri in calo rispetto ai fenomeni di bullismo.

“Tutto il feedback dello studio è positivo, soprattutto riguardo il miglioramento dell’atmosfera nelle scuole, e c’è stato un massiccio sostegno da parte di genitori e insegnanti”, ha commentato la ministra Borne. Ecco quindi che la Francia si appresta a fare un passo avanti e a estendere il divieto a tutte le scuole di Francia. Il paese, del resto, è stato tra i primi a muoversi in questa direzione, anni fa. L’obbligo per gli studenti di spegnere i cellulari durante le lezioni è arrivato nel lontano 2018.

IN ITALIA, che ha deciso una stretta dell’utilizzo in aula degli smartphone, una circolare del ministero dell’Istruzione emanata a luglio 2024  evidenzia alcuni studi, tra cui il Rapporto OCSE PISA 2022, che dimostrano come la semplice presenza di uno smartphone riduca la qualità dell’apprendimento e la capacità di concentrazione. Viene sottolineato anche il rischio di isolamento sociale, correlato al fenomeno dell’hikikomori, ossia lo stare in disparte. Termine che viene usato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, a volte anche  per anni. Rinchiusi nella propria abitazione, questi ragazzi evitano qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i famigliari.

I DANNI DI PC E SMARTPHONE

Una persona trascorre ogni giorno, in media, 6 ore e 57 minuti davanti ad uno schermo. E la maggior parte del tempo – 3 ore e 43 minuti – lo schermo in questione è lo smartphone. Di quest’ultimo tempo, 2 ore e 27 minuti sono per i contenuti social, 1 ora e 33 minuti legati all’ascolto della musica e 55 minuti all’ascolto di podcast. Ma qualunque sia lo schermo o la ragione per cui lo usiamo, un utilizzo eccessivo può provocare seri danni di salute al nostro cervello e non solo!

Danni al cervello. Uno studio pubblicato da Jama Pediatrics basato sulle risonanze cerebrali ha analizzato la perdita delle capacità cognitive nei bambini che passano troppo tempo davanti agli schermi. I ricercatori hanno sottoposto 47 bambini tra i 3 e i 5 anni ad un test atto alla valutazione delle capacità cognitive. I genitori, nel mentre, hanno compilato un questionario che attestasse le effettive ore passate davanti allo schermo dei propri figli. In base alle risposte dei genitori, sono stati assegnati dei punteggi maggiori o minori.

La risonanza magnetica al cervello ha poi rilevato che i bambini con un punteggio maggiore possedevano una quantità di materia bianca inferiore rispetto a chi aveva un punteggio minore. Quest’ultima può essere considerata la rete di comunicazione interna del cervello, intesa come la sostanza che garantisce il corretto passaggio delle informazioni fra le varie zone. Ecco perché i bambini con meno materia bianca presentavano un linguaggio meno espressivo, una minore abilità di dare il nome rapidamente agli oggetti e a più basse capacità di scrittura.

Questo studio è solo l’ultimo di una serie di allarmi lanciati dagli esperti sui pericoli degli schermi. È, infatti, importante salvaguardare il nostro cervello fin da bambini, per evitare un aggravamento delle condizioni della rete di comunicazione interna.

Ma i problemi al cervello non sono gli unici a presentare il conto. Passare troppe ore davanti al computer aumenta il rischio di infarto e ictus. Il problema non è lo schermo in sé, quanto lo stile di vita sedentario. La sedentarietà, infatti può provocare malattie all’apparato cardiovascolare.

Oltre al cuore, anche la vista può risentire della lunga permanenza davanti allo schermo. Più precisamente, la lunga esposizione può provocare un affaticamento della vista. Ecco perché è fondamentale ridurre le ore al minimo o, in alternativa, utilizzare colori di sfondo come il grigio o luminosità bassa.

Infine, non va sottovalutata la sindrome di dipendenza da computer che si manifesta con un bisogno di trascorrere tanto tempo online per raggiungere la soddisfazione, con la mancanza di interesse in qualunque altra attività esterna e con lo sviluppo di agitazione, ansia, depressione o pensieri ossessivi.

 

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