Il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, per regolare l’intelligenza artificiale (AI), con 499 voti favorevoli, 28 contrari e 93 astenuti. E’ il primo regolamento al mondo su questo tema. La bozza entrerà nelle fasi finali di approvazione entro maggio 2024. L’Europarlamento ha bocciato gli emendamenti del Ppe, sostenuti anche dal governo italiano, che chiedevano di autorizzare il riconoscimento facciale biometrico in tempo reale nelle aree pubbliche. Il Ppe comunque ritenterà di farlo rientrare dalla finestra durante la seduta plenaria prevista per oggi.
La novità, quindi, è che per ora il riconoscimento facciale è bandito, senza se e senza ma. I parlamentari europei hanno votato contro l’utilizzo di sistemi di identificazione come richiesto dalla campagna portata avanti in tutta Europa da Reclaim Your Face negli ultimi due anni, e che fino all’ultimo ha visto i parlamentari del Partito popolare europeo di centro-destra (Ppe) proporre emendamenti, poi bocciati.
In Italia il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva paventato la possibilità di introdurre sistemi di riconoscimento facciale nelle stazioni italiane, una posizione bocciata per ora senza appello.
Su questo punto il relatore dell’Ai Act, Brando Benifei, eurodeputato del Pd (nella foto), ha dichiarato a Wired: “Il ministro Piantedosi sbaglia nel voler andare in questa direzione, perchè sistemi di questo tipo non favoriscono la sicurezza dei cittadini e poi proprio in virtù delle posizioni europee espresse negli scorsi mesi e quest’oggi. Il riconoscimento biometrico a posteriori è possibile unicamente con autorizzazione dell’autorità giudiziaria, e per finalità legate a un crimine già commesso o in corso di investigazione“.
“Abbiamo bisogno di una Intelligenza Artificiale di cui poterci fidare”, è stato il commento di Margrethe Vestager, commissaria Ue alla concorrenza. Adesso partiranno i negoziati con i governi. Il nuovo regolamento fa chiarezza in un mondo opaco e in rapida evoluzione, nell’era dei chatbot (sistema informatico che simula conversazioni umane) come ChatGPT e Dell-E.
AI Act introduce divieti più stringenti nella raccolta di immagini di volti da Internet o da filmati Cctv (closed circuit television, uso di telecamere a circuito chiuso) Nel giro di pochissimi mesi abbiamo visto arrivare chatbot capaci di dialogare con noi in modo affine a un essere umano. O di generare immagini “plausibili” e video a volte indistinguibili dalla realtà.
L’intelligenza artificiale è destinata a entrare nell’industria per aumentare la produttività, negli uffici, dal mondo del giornalismo a quello editoriale, negli ospedali, coprendo tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana, quindi con un impatto anche sull’occupazione. Da un’intelligenza artificiale dipenderà l’erogazione di un mutuo oppure un’assunzione; si entra così nella sfera dei diritti dei cittadini.
Tabella: la valutazione dei rischi dell’Intelligenza Artificiale ictBusinessecosystem (sito)
L’AI Act introduce 1) il divieto di riconoscimento facciale in tempo reale in aree pubbliche e di polizia predittiva; 2) dice no ai database di riconoscimento facciale basati su scraping, ovvero sull’estrazione di dati e metadati da un sito web attraverso dei software che spesso simulano la navigazione umana, 3) vieta la categorizzazione biometrica; 4) dice no alle tecniche subliminali, 5) vieta i software di riconoscimento delle emozioni (nei luoghi di lavoro, nella gestione dei confini, polizia, scuole).
Il confronto più stringente si è avuto sulla possibilità di dare alle forze di polizia – da quelle di frontiera all’antiterrorismo -, dunque a soggetti pubblici qualificati, strumenti anche predittivi attraverso l’utilizzo di tecnologie biometriche applicate all’Intelligenza Artificiale. Ciò è stato ritenuto tra le attività che pongono fortemente a rischio la tenuta dei sistemi democratici e le libertà all’interno dell’Unione europea.
Quindi “è stato posto un divieto a tutta una serie di applicazioni, anche nel settore privato, ma a maggior ragione nel pubblico, che possono portare al social scoring , punteggi e valutazioni rispetto alla premialità o alla punibilità preventiva di alcuni soggetti. Ciò potrebbe dare adito al cosiddetto stato di polizia o stato etico vietato dai principi costituzionali vigenti“.
Sul fronte della privacy sarà importante valutare le modalità e i dati con cui vengono alimentati gli algoritmi. In particolare, nel caso di trattamento dei dati personali, gli interessati dovranno essere messi in condizione di essere informati rispetto all’utilizzo dei loro dati e dovrà essere prestata attenzione alla loro precisione“. Infatti, hanno commentato vari esperti sulla Rete dopo il voto, anche ChatGPT commette errori e soffre di “allucinazioni“, dunque bisogna sempre fare fact checking ossia verificare e controllare i testi.
Ma questione essenziale nell’AI Act è quella del rispetto dei diritti. “Dovrà altresì essere valutata la base giuridica del trattamento – mette in guardia Anna Cataleta (nella foto da PrivacyLab), avvocato e una delle massime esperte internazionali di privacy e protezione dati – e dovranno essere considerati i diritti degli interessati”.
E le aziende? Dovranno avvalersi di competenze ad hoc. “In primis e limitatamente a questi aspetti – aggiunge Cataleta – le aziende, oltre a dotarsi di competenze puntuali rispetto alla specificità del tema, dovranno almeno: formulare informative sempre più trasparenti, anche in relazione alla base giuridica; implementare procedure idonee per consentire all’interessato di esercitare i propri diritti“.
Infine, “con particolare riferimento ai sistemi di AI ad alto rischio, i fornitori e gli utenti dovranno implementare misure tecniche e organizzative all’avanguardia al fine di tutelare tali diritti”, conclude Anna Cataleta.
Un’altra disposizione, infine, vieterebbe alla aziende la raccolta di dati biometrici dai social media per creare un database. Di recente ad attirare l’attenzione è stata tale pratica utilizzata dall’azienda di ricoscimento facciale Clearview Il passo odierno è di enorme importante, storico, ma resta però uno spazio di manovra che i governi avranno per introdurre delle forzature. (PdA)