giovedì 24 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

A luglio nuova doccia fredda sulle famiglie: aumenterà il costo del denaro

“Il nostro lavoro non è ancora finito”. Dal Portogallo, dove si trova per un forum, Christine Lagarde  annuncia una nuova di doccia fredda sui conti delle famiglie e dei risparmiatori italiani. La Bce continua a rincorrere l’inflazione, anche se finora la politica dell’aumento dei tassi non ha prodotto giovamenti. Gli aumenti dei prezzi determinati dalle aziende che se li trasmettono a vicenda.

 A luglio la Banca Centrale Europea, nella ormai frenetica corsa contro l’inflazione, alzerà di nuovo i tassi d’interesse. Il che sta a significare una nuova stangata per i mutui di varia natura che già da mesi stanno affliggendo i risparmiatori e le famiglie italiane. Ovviamente senza che le banche si decidano remunerare i depositi dei clienti.

“Escludendo un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione, continueremo a innalzare i tassi a luglio” è la dichiarazione della presidente della Bce. La stessa Lagarde ha parzialemnte ammesso che i continui rialzi dei tassi, dal luglio dello scorso anno sono stati di 400 punti base,, non hanno avuto l’impatto auspicato suii prezzi. Inoltre, “è’ improbabile che nel prossimo futuro la Bce sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto”

Perché l’inflazione stenta a raggiungere la quota del 2% nostante i lievi ridimensionamenti delle ultime settimane? “L’inflazione ancora troppo alta – ha spiegato la presidente della Banca centrale – è riconducile alla propagazione nell’economia in più fasi, poiché diversi operatori economici tentano di trasmettersi i costi a vicenda”.

GLI EFFETTI DEL RIALZO DI GIUGNO 2023

Come sono cambiate le rate dei vari tipi di finanziamento dopo la riunione della Bce del 15 giugno, che ha deliberato un nuovo aumento di un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 3,75% al 4%?  Ecco dati e previsioni su come è cambiato il credito alle famiglie del nostro Paese e come potrebbero evolvere i tassi d’interesse diffusi dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani).

Con l’ennesimo rialzo del costo del denaro, un altro è già stato annunciato per luglio e un altro ancora, addirittura, a settembre, saranno inevitabili ulteriori innalzamenti dei tassi d’resse su tutti i tipi di finanziamento.

Le famiglie con prestiti e mutui in Italia, sono 6,8 milioni, di queste, 3
milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel 2022, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 4 per cento.

Comprare un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021.

Per i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare
nel 2023, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile dovrebbe salire
del 55-65%. Più nel dettaglio, per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere superiore al 6%), la rata mensile sarà di 1.304 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,3%, la rata mensile sarà, invece, di 609 euro. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 70%.

Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%). Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini che hanno anche altre forme di
finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali.

Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021 / inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.
Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 75%: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro inpiù; è molto probabile che, alla luce della decisione della Bce le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora.

I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate.

I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

Simulazione mutuo prima casa da 100.000 e 200.000 euro.

Mutuo 200.000 euro – tasso fisso 6% – durata 25 anni – rata mensile 1.304 euro
Mutuo 100.000 euro – tasso fisso 5,3% – durata 25 anni – rata mensile 609 euro

Auto ed elettrodomestici: quanto pago oggi?

A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, alla luce della decisione di giovedì 15
giugno, potrebbe arrivare al 13,3%: o per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 46.626 euro, con una differenza complessiva di 9.200 euro (+24,6%) rispetto ai tassi di fine 2021
o per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento
da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.074 euro, con una differenza
complessiva di 132 euro (+28,1%) rispetto ai tassi di fine 2021.

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