mercoledì 23 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Cinquant’anni fa il protocollo che regge Internet: sembrava fantascienza

Cinquant’anni fa, nel 1973, due ingegneri, Robert Kahn e Vinton Cerf, crearono il protocollo TCP/IP su cui ancora oggi si regge Internet. Un compleanno che spesso passa in secondo piano travolti come siamo dalle continue e stupefacenti innovazioni tecnologiche che la Rete stessa ha introdotto nella nostra quotidianità. La rivista Esquire ci racconta la nascita di Internet dagli albori (primi tentativi più di 60 anni fa) al World Wide Web. Sembrava fantascienza.

Ricordo personale e capirete poi il perché: più di trent’anni fa, nella redazione di un giornale del Nord, si avvicinò alla mia scrivania una giovane collega e mi parlò con fare accalorato di una grande novità tecnologica di cui era a conoscenza: la possibilità di collegare fra loro i computer e di farli, per così dire, dialogare. Lì per caddi dalle nuvole, non avevo capito un granché.

L’allora sistema editoriale impiantato nel mio computer, sembrava un televisore, dava l’ok alla trasmissione di un articolo dopo qualche minuto. Nel frattempo non restava altro che aspettare, fumando o facendo due chiacchiere con i colleghi alle prese con lo stesso problema. Si rischiava, nel dover fare qualche correzione in più o eliminare dei refusi, di finire il pacchetto di sigarette.

La collega non demorse e durante quelle lunghe pause in attesa della definitiva trasmissione del pezzo mi aggiornò su quella strana cosa dei computer che dialogavano. Altri particolari mi portarono a riflettere e, incuriosito, feci alcune ricerche. La notizia c’era, ovviamente andava scritta con semplicità, rigore, doveva essere comprensibile e, soprattutto, a prova di confutazione scientifica che di sicuro qualche sapientone avrebbe avanzato il giorno dopo.

Da quella notizia ricavammo una pagina e la pubblicammo. Segnalata alla direzione editoriale riscosse lo stesso successo ed entusiasmo che avrebbe avuto un reportage sul collezionismo di francobolli. Nessuna reazione, nessuna confutazione, nessun interesse. La cosa sembrava morta lì. Ma la tecnologia non si arresta dinanzi all’ignoranza e, a quel tempo, eravamo ignoranti in parecchi, anzi quasi tutti.

Qualche anno dopo, in un altro giornale, scoprii che quella pagina aveva destato l’interesse di un collega, il quale l’aveva segnalata al suo direttore dell’epoca che l’aveva liquidata con una frase che è rimasta negli annali: “Tranquillo, questo internet è una bolla, non andrà lontano”. Si è visto, infatti, quanto lontano sia andato.

Questo, ecco spiegato il perché del mio personale e insolito racconto, era il sentimento di scetticismo, di confusione e di incredulità che accompagnava e avvolgeva nella nebbia la nascente “era di internet, era del web, era del digitale e di tutto quanto queste novità si sarebbero portate appresso, fino quasi a travolgerci, vista la complessità e soprattutto le applicazioni che hanno favorito”.

Esquire Italia – sito di news, tecnologia e lifestyle, edito da Hearst Magazines e diretto da Massimo Russo – ha tracciato la storia di internet dagli albori a oggi. Sono emersi i grandi e sconosciuti protagonisti di questa rivoluzione, scienziati che hanno dato all’umanità uno strumento che fino agli anni Cinquanta nessuno immaginava potesse esistere o essere realizzato.

Bill Gates, Zuckerberg, Elon Musk, Bezos, tutti hanno adorato Steve Jobs, tutti usano Google di Larry Pag e Serghey Brin, ma pochi sanno chi fossero Robert Kahn e Vinton Cerf, i due ingegneri che, da una costola di Arpanet, hanno creato nel 1973 il protocollo su cui ancora oggi si regge internet: il cosiddetto TCP/IP. La prima sigla indica il protocollo di controllo trasmissione, la seconda fa riferimento alle modalità che collegano le reti. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti del fiume tecnologico che ci inonda.

“Oggi nascono intere generazioni che vivono sin da piccole a contatto con Internet. È una presenza che diamo quasi per scontata, e con essa tutte le comodità che ne derivano: fa quasi strano pensare, soprattutto per chi è davvero molto giovane, che non è sempre stato così. C’è stato un tempo in cui una rete che collegasse i computer di tutto il mondo sembrava fantascienza, e si tratta soltanto di qualche decennio fa”. Questo l’incipit dell’articolo di Esquire.

Concettualmente a dare la spinta fu Dwight David Eisenhower, comandante delle forze armate Usa in Normandia e poi 34esimo presidente degli Stati Uniti che creò ARPA, l’Advanced Research Projects Agency, gruppo di ricerca incaricato di sviluppare nuove soluzioni in ambito militare.

Nel 1965 ci si accorge però che i supercomputer a disposizione del centro non possono comunicare tra di loro, rendendo impossibile lo scambio di dati: Robert Taylor, direttore informatico, prende coscienza del problema e ottiene un milione di dollari per finanziare il progetto ARPANET, con l’obiettivo di condividere online i dati di utilizzo dei computer. Ed è così che nel 1969 Leonard Kleinrock, il titolare del laboratorio dell’Università della California collega telefonicamente i computer della UCLA e quelli dello Stanford Research Institute, che diventano così i primi due nodi di internet.

Ma il passaggio fondamentale si ebbe con l’invenzione del protocollo TCP/IP. Ecco perché è bene ricordare che è dal 1973 che bisogna festeggiare il mezzo secolo della Rete.

Che cosa ci ricorda Esquire? Che il protocollo TCP/IP da allora comincia a diffondersi in tutto il mondo.  “I primi due Paesi a collegarsi a internet sono la Norvegia e la Gran Bretagna, entrambi nel 1982. Un paio di anni dopo il CERN di Ginevra incarica la Cisco System di sviluppare la parte europea della rete in modo da coinvolgere più Paesi.

In questo processo rientra anche l’Italia: l’anno è il 1986. Il primo collegamento avviene al Centro Nazionale di Calcolo Elettronico di Pisa, che lancia un segnale diretto a Roaring Creek in Pennsylvania. A capo della squadra che riesce a sfruttare i satelliti di Telespazio in  Abruzzo ci sono l’ingegnere Luciano Lenzini, che si occupa di definire le regole per il trasporto dei dati, e il direttore Stefano Trumpy, che lavora per stabilire il puntamento del satellite geostazionario.

La burocrazia del nostro Paese tentò di ostacolare il tutto, con il pretesto di tutelare supposti interessi strategici: per fortuna, i due non si lasciarono convincere e il 30 aprile 1986  diedero al tecnico Antonio Blasco Bonito il compito di premere il bottone per collegare l’Italia alla più importante rete della storia dell’umanità.

E’ nel 1991 che si arriva alla nascita del web. Se Internet è la rete di collegamento tra i computer di tutto il mondo, il World Wide Web ne rappresenta la parte grafica e multimediale o, per dirla in maniera tecnica, la forma ipertestuale. L’uomo dietro questa intuizione è Tim Berners-Lee, che l’anno prima aveva iniziato a lavorare al CERN di Ginevra e grazie all’aiuto di Robert Cailliau aveva messo a punto il protocollo HTTP e una prima forma di linguaggio HTML. Su questa base nasce il programma browser/editor ipertestuale e, infine, il 6 agosto del 1991 Lee pubblica il primo sito web al mondo. (PdA)

 

 

 

 

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