lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

L’IA davanti al giudice: è accusata di “rubare” dati e contenuti dei libri

Guai in vista per gli sviluppatori dell’Intelligenza Artificiale. OpenAi, la società che sviluppa il chatbot ChatGpt, è stata citata in giudizio da due scrittori californiani che hanno proposto una class action davanti al tribunale federale di San Francisco perché, come riporta l’agenzia Reuters, avrebbe utilizzato nella fase di preparazione di ChatGpt e quindi  nella creazione del suo servizio di intelligenza artificiale, dati privati e informazioni protette dal diritto d’autore.

Lo sostengono Paul Tremblay e Mona Awad, principali sottoscrittori della causa con cui viene proposta anche un’azione collettiva per l’abuso di opere e creazioni, “usate impropriamente e con violazione del copyright” per l’addestramento di ChatGpt. Sembra che ChatGpt abbia estratto per l’Intelligenza Artificiale dati copiati da migliaia di libri senza autorizzazione, violando i diritti di molti autori e causando un danno di 3 miliardi di dollari.

“Nonostante vi siano protocolli consolidati per l’acquisto e l’uso di informazioni personali in rete, in questo caso è stato adottato un approccio diverso: il furto” affermano i querelanti. Nel mirino c’è anche Microsoft, che ha investito diversi miliardi di dollari in OpenAi, e  che è stata citata in giudizio come imputata.

La causa lascia prevedere una prossima class action – causa collettiva,consentita negli Stati Uniti –  con base legale nella legge sulle frodi e gl abusi informatici (Computer Fraud and Abuse Act). E’ una legge a cui si fa ricorso per il cosiddetto “scraping” di informazioni, ossia l’utilizzo di dati disponibili online senza aver ottenuto, però, il permesso dei proprietari. OpenAi viene accusata di furto e arricchimento illecito.

I due scrittori spiegano che i libri – OpenAi ne avrebbe utilizzato 300mila come fonti di informazione inclusi testi provenienti da biblioteche online illegali che mettono a disposizione testi senza autorizzazione.

Per Tremblay e Awad i libri sono ingredienti fondamentali per l’Inteligenza Artificiale Generativa in quanto offrono “i migliori esempi di scrittura di alta qualità”. La denuncia stima in 300.000 libri le fonti di formazione di ChatGpt, inclusi quelli provenienti da “biblioteche online illegali” che offrono, senza autorizzazione, testi protetti.

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